La notizia, giunta in settimana, ha decisamente colpito l’attenzione di adetti ai lavori, giocatori professionisti e amateur.

L’argomento è parecchio scottante: la Royal & Ancient e la USGA, i due massimo organi golfistici mondiali, hanno reso pubblico uno studio, il “Distance Insights Report”, attraverso il quale stanno valutando la possibilità di inserire dei cambiamenti nelle regole del golf relativamente all’attrezzatura.

La questione è sempre la stessa: come gestire il continuo sviluppo tecnologico dei bastoni da golf e delle palline, capaci ogni anno di incrementare sempre più le prestazioni dei giocatori, rendendo per certi versi obsoleti molti dei campi di golf non solo in termini di lunghezza ma anche per quanto riguarda i loro relativi ostacoli e difficoltà.

Chiariamo subito che si tratta di uno studio perlustrativo e non ancora dell’anticamera di un possibile cambiamento delle regole a breve, ma la questione è delicata e sul tavolo ormai da diversi anni.

In ballo ci sono ovviamente soprattutto i fatturati delle case di attrezzatura, che investono milioni di dollari in ricerca e sviluppo per produrre bastoni sempre più potenti, tolleranti e facili. Stesso dicasi per le palline, il cui progresso tecnologico e aerodinamico ha permesso di ottenere oggi prestazioni impensabili solo una decina di anni fa.

Shaft e palline sotto analisi

Tra le principali aree analizzate da R&A e USGA ci sono ovviamente queste. In tema di bastoni il Distance Insights Report affronta la questione della lunghezza degli shaft, portata all’attenzione generale dopo che alcuni professionisti del Tour, tra cui Bryson DeChambeau, hanno deciso lo scorso anno di iniziare a utilizzare canne da 48 pollici (limite massimo consentito dalle regole) per avere più raggio di swing e quindi generare ancora più potenza con i loro driver. R&A e USGA starebbero valutando di abbassare l’attuale limite a 46 pollici.

Discorso analogo per le palline, altro oggetto sotto inchesta da parte dei massimi organi del golf. Attualmente una pallina, prima di essere considerata idonea da R&A e USGA e uscire sul mercato, deve superare un test sull’effettiva condizione di lancio. L’intenzione sarebbe di modificare questo test valudando la migliore condizione di lancio.

In poche parole si vorrebbe modificare l’angolo con cui il robot effettua i test sulle palline, portandolo dagli attuali 10 gradi fissi a un variabile tra 7,5 e 15, in modo da verificare il comportamento della pallina a seconda dei differenti swing di ogni giocatore.

La reazione di McIlroy

Nel mondo dei professionisti non sono mancate le prime risposte non certo morbide sul tema, prima su tutti quella di Rory McIlroy: “Il Distance Insights Report è un’enorme perdita di tempo e di soldi – ha dichiarato il numero 6 del mondo -. I soldi spesi per questo studio avrebbero dovuto essere investiti per avvicinare più gente a giocare a golf.

L’R&A e la USGA stanno analizzando il gioco attraverso una lente minuscola: quello che stanno cercando di fare è cambiare qualcosa che riguarda lo 0,1% della comunità golfistica mondiale, mentre il 99,9% delle persone che giocano a golf lo fanno per puro piacere e divertimento.

Il nostro compito non è quello di dirgli quali palline o bastoni possono usare ma cercare di rendere il golf il più semplice e accessibile possibile per la maggior parte dei giocatori, avvicinare i bambini e nuovi ceti sociali al gioco.

Mike Davis, capo della USGA, ha detto che l’obiettivo è quello di proteggere il gioco per i prossimi cento anni ma a mio avviso non è questa la strada. Il discorso della distanza è irrilevante rispetto ad altri temi molto più caldi, come ad esempio come allargare la base dei praticanti e coinvolgere sempre più persone nel nostro sport. È lì che dovrebbero essere impegnate le principali risorse, non in un report sulla distanza”.