Molto prima di essere soprannominato The Scientist, Mr. Drive o L’Incredibile Bryson che dir si voglia per le sue incredibili distanze, DeChambeau era già un personaggio fuori dagli stereotipi normali.

Salito agli onori delle cronache nel 2015 per aver vinto lo U.S. Amateur Championship e il titolo NCAA, nel 2016 giocò al Masters il suo ultimo torneo da dilettante da assoluto protagonista, terminando 21°.

È stato il primo giocatore sul Tour a utilizzare bastoni tutti della stessa lunghezza, creando una nuova tendenza nel golf. Il suo sponsor tecnico, la Cobra, mise in produzione i celebri One Length, commercializzati a livello mondiale con grande successo.

Ancor prima di vincere il Rocket Mortage Classic e lo U.S. Open nel 2020 e di trasformare il suo fisico nel corso dell’inverno 2019, DeChambeau era già un giocatore di livello mondiale assoluto.

Nel 2018 ha giocato la Ryder Cup a Parigi dopo aver conquistato tre titoli nella stagione 2017-18, comprese le vittorie consecutive nei Playoff della FedEx Cup, il Northern Trust e il Dell Technologies Championship.

Ma si sa, per essere un top player è indispensabile inserire quanto prima nel proprio palmares un titolo major. Detto, fatto: lo scorso settembre Bryson ha dominato lo U.S. Open a Winged Foot, diventando il terzo giocatore nella storia dopo Jack Nicklaus e Tiger Woods a vincere NCAA Championship, U.S. Amateur e U.S. Open in carriera.

Ad oggi vanta 9 titoli da quando è passato professionista a metà aprile del 2016. Il 2018 la sua migliore annata con ben 4 successi. Questi i suoi successi:

1) DAP Championship 2016 (Web.com Tour, attuale Korn Ferry Tour)

2) John Deere Classic 2017 (Pga Tour)

3) Memorial Tournament 2018 (Pga Tour)

4) The Northern Trust 2018 (Pga Tour)

5) Dell Technologies Championship 2018 (Pga Tour)

6) Shriners Hospitals for Children Open 2019 (Pga Tour)

7) Omega Dubai Desert Classic 2019 (European Tour)

8) Rocket Mortgage Classic 2020 (Pga Tour)

9) U.S. Open 2020 (Pga/European Tour)

Qui di seguito abbiamo voluto raccogliere alcune delle curiosità più singolari legate al suo personaggio, che lo rendono ad oggi una delle figure più interessanti del panorama golfistico internazionale.

1. DeChambeau ha creato il suo primo set di ferri monolunghezza a 17 anni. Insieme al suo allenatore di lunga data, Mike Schy, assemblò personalmente i bastoni. Il concetto tecnico era semplice: con ferri della stessa lunghezza lo swing seguiva sempre lo stesso piano, abbassando il margine di errore e rendendo più consistenti tutti i colpi, dal wedge al ferro 3. Cobra, azienda sempre in prima linea per innovazione, fece firmare a DeChambeau un contratto di sponsorizzazione subito dopo il Masters del 2016, dando vita ai Cobra King One Length, realizzati con il contributo diretto de giocatore.

I ferri di DeChambeau non sono però caratterizzati solo dalla stessa lunghezza di shaft, 37 pollici e mezzo, come un tradizionale ferro 6: sono anche impostati con un angolo di lie di 72 gradi, 10 più upright di quelli standard. Per ottenere uno swingweight costante, tutte le teste pesano 278 grammi.

2. Quando le Regole del golf furono modificate all’inizio del 2019, consentendo di puttare anche con l’asta della bandiera dentro la buca, DeChambeau subito dichiarò, con tanto di spiegazione scientifica, il perchè lo avrebbe fatto spesso in gara.

La cosa sorprendente è che, qualche mese prima che la regola entrasse in vigore, il californiano già analizzava quali buche di ogni singolo torneo del PGA Tour fossero le più favorevoli e vantaggiose per lasciare l’asta dentro puttando: “Dipende dal COR, il coefficiente di restituzione dell’asta della bandiera”, dichiarò in ottobre. “Nello U.S. Open la tirerò fuori, mentre in ogni altro evento del PGA Tour in cui l’asta è in fibra di vetro la lascerò dentro, facendo rimbalzare la palla contro, se necessario”. Uno dei suoi primi soprannomi, “Lo scienziato pazzo“, non sarebbe potuto essere più appropriato.

3. Anche la coppola, che indossa a ogni torneo in stile Ben Hogan e Payne Stewart, risale alla sua adolescenza. Vide quel particolare cappellino in un pro shop quando aveva solo 13 anni e da allora è entrato a far parte del suo look abituale.

4. Il suo autografo è il più insolito del Tour. Sebbene sia destrorso, riesce a farlo firmando al contrario con la mano sinistra. Ha passato ore a perfezionare la sua calligrafia da mancino. “Se volessi imparare l’arabo o il russo potrei farlo facilmente. Oppure allacciarmi le scarpe con un sistema diverso. Perché? È solo questione di dedizione. Non sono un ragazzo iper intelligente, semplicemente mi applico in modo assoluto in tutto quello che faccio e credo. Posso essere bravo in qualsiasi cosa se mi piace e mi dedico. Amo la storia, la scienza e la musica, oltre ovviamente al golf. Mi piace soprattutto imparare, cercare di essere il migliore in qualsiasi cosa faccio”.

5. Al liceo ha riscritto interamente il suo libro di fisica. Ne prese in prestito uno dalla biblioteca, annotando tutto quello che contenevano le 180 pagine in un raccoglitore a tre anelli. “I miei genitori avrebbero potuto comprarmene uno ma avevano fatto già così tanto per me nel golf che non volevo chiedergli un libro che costava oltre 200 dollari. Scrivendolo io stesso sono stato in grado di capire i concetti a livello globale”. Oggi, sui suoi wedge, appaiono incise delle formule di fisica.

6. Già all’età di 6 anni le sue abilità matematiche erano fuori dal comune. Era un maestro di calcolo mentale rapido e aveva persino comprensione dell’algebra.

7. A 15 anni ricevette in regalo dal suo istruttore Mike Schy il libro ‘The Golfing Machine‘, di Homer Kelley. “Dopo un paio d’anni di lavoro con Mike abbiamo ideato lo swing su un solo piano prendendo spunto da The Golfing Machine, dove viene definito più tecnicamente ‘zero shifting motion‘. Ho applicato alcuni dei concetti di Kelley rielaborandoli con i miei per giungere al mio attuale movimento”.

8. Usa un sistema di putt chiamato vettoriale. Sia lui che il suo caddie controllano sullo yardage book ogni minima misura prima di effettuare un colpo, usando il suo metodo per calcolare la pendenza e leggere il green.

9. Ha appreso una tecnica artistica chiamata punteggiatura. “Mi sono appassionato a questo tipo di disegno, fatto di molti punti che formano figure complete.” Nella casa dei suoi genitori a Clovis, in California, c’è un quadro di Ben Hogan da lui realizzato con questa tecnica.

10. All’inizio del 2018 decise di puttare con il corpo posto lateralmente, tecnica denomimata ‘side-saddle‘. La USGA disse che il sistema non era regolare e iniziò una dura polemica tra le due parti. “Non sono una buona organizzazione, potete scriverlo tranquillamente – disse DeChambeau -. Come componente del settore in cui operano è molto frustrante vedere che preferiscono frenare la crescita del gioco piuttosto che svilupparla”. Parole durissime che poi in seguito ritrattò, scusandosi con Mike Davis, CEO della USGA.

11. DeChambeau sta anche lavorando per migliorare la sua respirazione. “Respirare è un fattore determimante per recuperare energie. Bisogna cercare di farlo in modo che possa aiutare il cervello a raggiungere uno stato parasimpatico, che stimola la quiete, il rilassamento e il riposo. Serve anche per raggiungere più facilmente il sonno profondo, eliminando ogni forma di stress. Respirare correttamente ti porta a uno stato migliore, si digerisce meglio il cibo e calma le attività cerebrali. Questo sistema ti aiuta a recuperare più velocemente, con molti vantaggi anche nelle performance in campo”.

In attesa di rivederlo in campo per la nuova stagione 2021, DeChambeau ha continuato a lavorare sul fisico e sulla potenza esplosiva dei suoi colpi, postando sui social media video di driver siderali di 400 yard ottenuti con il simulatore.

Sarà lui l’antagonista numero 1 di Dustin Johnson a partire dai primi appuntamenti di peso di questo 2021?