Da europeo sono sentimentalmente legato all’Open Championship, il major più antico del mondo. Ma, da un punto di vista televisivo, il Masters è in assoluto il torneo più emozionante e più divertente.

Ogni anno regala emozioni sempre diverse e, fino all’ultimo, può succede di tutto. L’Augusta National è un percorso imprevedibile ed è inevitabile quindi che ogni volta succeda qualcosa di magico.

Difficile stilare una classifica delle edizioni più incredibili a partire dal 2019, anno della stratosferica vittoria di Tiger Woods a discapito del nostro Francesco Molinari. 

Un’istituzione

Una delle caratteristiche più particolari del Masters è che quelle 18 buche le conosci alla perfezione nonostante tu non vi abbia mai giocato. E, con ogni probabilità, non ci giocherai mai. Di Augusta si conosce ogni filo d’erba, si sanno perfettamente le posizioni delle bandiere dei quattro giorni di gara e i rimbalzi che farà la pallina. Vedere il Masters equivale quasi a sedere in panchina e assistere a pochi metri di distanza a una partita di calcio. 

Quest’anno, si riparte da Matsuyama, il primo giapponese a vincere in Georgia. Come per ogni edizione, sono una trentina i giocatori che possono ambire a indossare la Giacca Verde. Stiamo assistendo a una vera e propria invasione di giovanissimi fenomeni che stanno letteralmente spodestando i veterani del massimo circuito americano.

Giovani promesse

Basti pensare che quattro dei primi cinque giocatori del mondo sono sotto i 30 di anni. Scheffler, nuovo numero 1 del mondo ne ha 25, Rahm 27, Morikawa 25 e Hovland 24. Tutti campioni che, oltre ad avere una qualità tecnica praticamente perfetta, hanno anche una grande personalità.

Mi aspetto molto da loro e credo che Augusta possa essere un bel banco di prova. E poi, il gioco mostrato da questi ragazzi in quest’ultimo periodo, ai quali si aggiunge Cameron Smith, vincitore del Players, fa ben sperare sul fatto che questa 86esima edizione sarà memorabile.

Come dicevo, saranno una trentina i nomi papabili di vittoria, ben diverso dagli anni del dominio di Tiger, Phil Mickelson e Vijay Singh che si dividevano il bottino dei major. Difficile fare dei nomi ma posso dire che i miei favoriti alla vittoria sono il sudafricano Louis Oosthuisen e Cameron Smith. Se l’australiano putta come ci ha abituati in questi ultimi tornei non ce ne sarà per nessuno.

E poi c’è sempre Rory McIlroy che dovrà rimboccarsi le maniche se vorrà competere contro questi giovanissimi giocatori, micidiali nel gioco lungo e, soprattutto, sul green.

I nostri azzurri

Ma non dimentichiamoci che ad Augusta quest’anno avremo due italiani in campo: Francesco Molinari e Guido Migliozzi che fa il suo debutto al Masters.

Francesco sta dando buoni segni di ripresa e sicuramente avrà desideri di rivalsa dopo l’edizione del 2019. Guido invece non ha iniziato l’anno con buone prestazioni ma ha la capacità di ribaltare sempre la situazione. È un giocatore molto estroso e riuscirà a tirarsi fuori da questo periodo di brutti risultati.

Difficile fare una previsione sulla performance dei vicentino al Masters perché giocherà ad Augusta per la prima volta e sappiamo quanto sia fondamentale conoscere alla perfezione questo percorso.