Cala il sipario sulla 76esima edizione dell’Open d’Italia ma dietro ai campioni, ai loro successi e alle loro disfatte, dietro alle lodi e alle critiche per questa importante manifestazione, c’è una storia di forza, di impegno costante e tanta, tantissima passione.

È la storia di Riccardo Pravettoni, un ragazzo rinchiuso dall’età di tre anni nella gabbia dell’autismo.

Ma basta portarlo sul campo da golf che una luce nei suoi occhi, divenuti sfuggenti e distaccati, si accende.

Così, presa una macchina fotografica in mano, il 22enne osserva il mondo da un’interiore e profonda prospettiva, e lo racconta con la purezza e l’ingenuità dell’Autismo.

Riccardo ha trovato nella fotografia una forma di espressione diretta, immediata ed emozionale.

Lungo i fairway dell’Olgiata non si è lasciato sfuggire un solo colpo dei suoi beniamini, primo tra tutti, Matthew Fitzpatrick, suo coetaneo, che appena appresa la storia ha subito voluto vedere le foto scattate dal suo fan “speciale”.

Insieme a Riccardo c’è sempre mamma Loredana che davanti alle telecamere dell’European Tour ha raccontato la loro storia, fatta di piccole conquiste quotidiane e un amore sfrenato per la vita e la fotografia.

La bellezza dello sport anche questo, che a volte ci fa incontrare persone straordinarie che trasformano la loro vita ordinaria in qualcosa di grande e speciale.

Se volete conoscere qualcosa in più su Riccardo non perdete il libro di Loredana Casucci Pravettoni “L’autismo nello zaino”, il racconto di una sfida, quella di ogni giorno, quella che unisce un bimbo autistico alla sua mamma, paladina dei suoi diritti, in una società capace solo di offrire compassione.