Fu un incontro casuale. Non avevamo ancora iniziato a lavorare nel golf ma ci trovavamo in vacanza in Andalusia. Ci venne l’dea di andare a visitare i campi più belli, visto che uno del nostro quartetto era maestro di golf. Dopo Valderrama, fu il turno del Real Club de Golf Sotogrande. Magnifica realizzazione anni 60 di Robert Trent Jones Sr, rimodernata poi nel 2016, le 18 buche del Circolo si trovano a un passo dal mare e a una ventina di chilometri da Gibilterra.

Poco dopo essere entrati in clubhouse, abbiamo notato un insolito fermento fra la segreteria e la zone del caddie master. Il motivo? Molto semplice: sul tee della 1, era annunciato l’arrivo di Sean Connery. In un attimo, una piccola folla si radunò in partenza, nell’attesa di Mr. Bond. Fu puntualissimo e, con grande disponibilità, salutò i presenti, sfoggiando il suo inconfondibile, sarcastico sorriso. Il drive bello e potente, piuttosto dritto, anche se eseguito con stile non proprio ortodosso. Un altro cenno agli ammirati e ipnotizzati presenti. Poi, con passo svelto, s’incamminò sul fairway, verso la sua pallina.

Era noto a tutti che il golf fosse la vera passione della vita di Sean Connery. Primo e indimenticabile interprete dell’Agente 007, con la sua nascita scozzese, a Edimburgo, avrebbe dovuto avere il golf nel sangue. E invece, strano a dirsi e forse per le condizioni molto umili della sua famiglia, Connery non giocò mai in gioventù. Prese confidenza con sacca e bastoni per recitare l’iconica scena di Golfinger e la partita con l’omonimo trafficante d’oro legato alla Cina comunista. Le riprese avvennero nel circolo di Stoke Poges (oggi Stoke Park), non molto distante dall’aeroporto londinese di Heathrow.

Il golf era molto lontano dalla sua poco felice educazione nella zona di Fountainbridge a “Auld Reekie”, il soprannome della capitale scozzese. Dopo un periodo come lattaio, il giovane Connery si unì alla Royal Navy a 16 anni. Si ammalò due anni dopo per ulcere gastriche. Fu poi lucidatore di bare nella città di Haddington, nell’East Lothian. Era lì, dopo le serate in sala da ballo locale, che Connery avrebbe dormito in una delle bare dopo aver perso l’ultimo autobus per Edimburgo.

Goldfinger – e le lezioni che il grande attore ha preso per prepararsi al ruolo – ha rappresentato l’inizio della sua passione per il golf. E non sorprende che, dopo la scomparsa a 90 anni nella sua casa alle Bahamas,  il tributo dell’attuale Bond, Daniel Craig, faccia riferimento al gioco. “I miei pensieri sono con la sua famiglia e i suoi cari”, ha scritto Craig. “Ovunque sia, spero che ci sia un campo da golf”.

Dopo aver interpretato, dal 1962 al 1971, il ruolo dell’agente segreto più famoso del mondo in sei film, Connery fu anche il papà di Indiana Jones in “The Last Crusade”. Fu però il personaggio di Jim Malone, poliziotto di Chicago di origini irlandesi in “The Untouchables”, recitato insieme ad altri due mostri sacri come Kevin Kostner e Robert De Niro, a far guadagnare a Connery il suo unico Oscar nel 1988.

Dato il suo status, veniva considerato un vero eroe in Scozia. Nonostante abbia vissuto per molti anni alle Bahamas, “Big Tam”, come era noto ai suoi più vecchi amici, è stato un sostenitore per tutta la vita dell’indipendenza dal Regno Unito. Uno dei due tatuaggi sulle sue braccia recita “Scotland Forever”. Quel sostegno, secondo molti, ha ritardato il cavalierato che Connery ha ricevuto tardivamente dalla regina Elisabetta nel 2000.

Membro del Royal & Ancient e concorrente regolare negli eventi del club a St Andrews, Sean Connery non rinunciò mai all’amore profondo per il golf. Golf Digest, la più importante rivista mondiale di golf, cercò di intervistare Connery in numerose occasioni. Ma anche la promessa di una posizione sulla copertina della rivista più popolare non è stata sufficiente per tentare 007. L’editore di Golf Digest, Jerry Tarde, ricevette una telefonata da Connery relativa alla morte di un amico comune, ma quando la conversazione si spostò sulla possibilità di quell’intervista, Tarde non ebbe di nuovo successo. “Mi ha sparato nel modo in cui James Bond ha eliminato i cattivi”, ricorda ancora Tarde.

Mancherai a tutti, Mr. Bond. E ci uniamo a Daniel Craig nella speranza che tu stia già calpestando i fairway infiniti dell’Old Course, nell’aldilà. Peccato che non potremo mai conoscere lo score del tuo primo giro.

(Alcuni stralci di questo articolo fanno riferimento a quanto scritto da John Huggan sul sito di Golf Digest)