Alcuni giocatori interpretano i chip e i pitch come se fossero colpi diversi rispetto a quelli effettuati con uno swing completo.

Hanno un feeling nel movimento pieno e un altro nel gioco corto. Io non l’ho mai vista in questo modo. Il mio swing nel gioco corto è una versione in miniatura di quello completo: stesso grip, stesso ritmo, stesso release.

Mi piace avere un feeling unico con tutti i bastoni della mia sacca, non importa se sto tirando un driver o sto facendo un approccio teso e carico di backspin da un lie duro. In questo modo è più facile per me essere costante.

Ed è di questo che si tratta: trovate la tecnica che vi consente di avere un impatto solido il più delle volte e mantenetela, a meno che, in rari casi, la situazione non vi costringa a fare qualcosa di diverso.

Potreste pensare che per imitare il gioco corto dei professionisti del Tour dovete imparare un sacco di colpi diversi, ma non ce n’è bisogno.

Qualche anno fa, quando ho avuto problemi con il mio gioco corto, per risolverli sono tornato alle basi e mi sono concentrato semplicemente sull’avere un impatto solido.

Dovreste fare lo stesso anche voi. Se i vostri chip sono piuttosto scarsi, state sprecando un sacco di colpi.

Siccome il mio movimento nei chip è legato al mio swing completo, nel corso degli anni l’ho modificato ogni volta che ho cambiato coach.

A un certo punto ho tenuto lo shaft più verticale e ho usato un grip più debole. Poi ho cambiato tutto e ho messo le mani basse all’address più di quanto non lo siano ora.

Sentirmi a mio agio con un nuovo swing nei chip è sempre stato per me uno degli aspetti più difficili da gestire in un cambio di movimento, ma è vitale.

Quando faccio un chip il mio angolo d’attacco è più piatto di quello che consiglierei se state cercando una maggiore regolarità.

Probabilmente è più facile ottenere un buon contatto con un movimento più verticale, specialmente se non avete tanto tempo quanto me per praticare.

Ma avere uno swing più piatto è uno dei motivi per cui riesco a giocare così tanti approcci diversi.

Arrivare sulla palla con una traiettoria più piatta mi permette anche di fare colpi corti con uno spin a sinistra.

Tutti riescono a colpire un chip tagliato con un angolo d’attacco più verticale, ma non molti giocatori si sentono a proprio agio nel curvare la palla dall’altra parte.

Avere l’opzione di fare un chip con spin a sinistra significa poter lasciare che sia il campo da golf, e non i miei limiti, a dettare quale colpo farò da intorno al green.

Anche se vi consiglio di attenervi allo stile di chip che vi dà la maggiore sicurezza, durante la routine dovete comunque valutare cosa volete che faccia la palla.

Prendetevi qualche secondo in più per decidere esattamente dove volete far atterrare la pallina, quindi visualizzate come si comporterà una volta sul green.

Ho visto dilettanti pigri non studiare i chip come se fossero putt e poi sembrare sorpresi quando la palla rimane lontana dalla bandiera.

Analizzate il colpo e, dopo aver selezionato un punto specifico dove volete far atterrare la palla, concentratevi sull’impatto.


I wedge di Tiger Woods

Quando sono entrato sul Tour usavamo tutti palle balata che spinnavano un sacco.

Non potevi fare un chip con un wedge di 56 o 60 gradi perché, se la prendevi leggermente pulita, la palla sarebbe atterrata e si sarebbe subito inchiodata.

Ora le palline hanno meno spin e i green in genere sono più veloci di prima quindi uso il mio wedge TaylorMade Milled Grind da 56 o 60 gradi per oltre il 90 percento dei miei chip (non uso un gap wedge).

Il loro grind mi permette di fare tanti colpi diversi. Io ho un “C-grind” piuttosto severo, il che significa che c’è meno bounce sul fondo del bastone, vicino al tacco e alla punta, di quanto non ce ne sia nel mezzo.

Questo mi permette di appiattire il bastone quando voglio fare un colpo alto e morbido, e di alzare il tacco da terra quando voglio fare un colpo teso col backspin.