Woodland a parte, Pebble Beach ha salutato la migliore prestazione in carriera in uno U.S. Open da parte del nostro numero uno, Francesco Molinari, che ha chiuso il torneo con un più che positivo 16° posto con 281 (-3).

Sempre al top

Nulla da ridire sul gioco di Chicco: solido ed efficace come sempre, la sensazione è quella di un giocatore in pieno controllo del suo gioco, migliorato a vista d’occhio in ogni aspetto, tecnico e mentale; peccato solo che a Pebble Beach Francesco sia incappato dal secondo giro in avanti in un paio di imprecisioni che gli sono costate carissime e che, di fatto, gli hanno negato la possibilità di rimanere a strettissimo contatto con le primissime posizioni del leaderboard.

Se per Gary Woodland il voto per il primo insperato major in carriera non può che essere un 10 pieno, Francesco Molinari non può scendere sotto l’8 pieno per molte ragioni: seppur di fronte a un campo decisamente più ‘fair’ rispetto al 2010, Pebble Beach ha seminato vittime illustre e per molti versi impreviste.

La forza di Chicco è stata quella di non mollare mai e rimanere sul pezzo, anche quando le insidie del tracciato lo hanno messo a dura prova, costringendolo a cedere colpi a campo e avversari. La maturità e la solidità su cui si basa il suo gioco è quella che gli ha permesso di arrivare in alto; la voglia di migliorarsi ancora attraverso il lavoro è quella che gli regalerà presto altri prestigiosi trionfi.

Al 40esimo major in carriera, Molinari vanta ben 30 tagli superati, lo storico successo all’Open Championship dello scorso anno a Carnoustie, un secondo posto al PGA Championship del 2017 e ben 14 Top 25.

Con il 16° posto a Pebble Beach Chicco ha intascato 172.455 dollari (il vincitore Woodland ne ha portati a casa ben 2.250.000), rimane saldamente numero 6 del World Ranking (a un solo posto dal suo record e miglior piazzamento di un italiano nella storia della classifica mondiale), ed è attualmente 19° nella FedEx Cup.

La stagione americana del PGA Tour, entra nel suo rush finale,

In Irlanda del Nord sognando il bis

Tra un mese esatto Chicco sarà protagonista della sfida più bella: giungerà a Royal Portrush per l’ultimo major dell’anno, l’Open Championship, da campione in carica, con la Claret Jug in mano.

Sui links nordirlandesi sarà lui l’uomo da battere, e considerando quanto Molinari ha lavorato e migliorato dallo scorso anno, portando il livello del suo gioco a uno step ancora più alto, è chiaro che darà filo da torcere a chiunque prima di cedere lo scettro dell’Open Championship.

Dopo quanto ha dimostrato nell’ultimo anno solare, riconfermato da un livello ormai da assoluto top player anche in questa stagione in cui si è imposto nel prestigioso Arnold Palmer Invitational, è giusto pensare in grande perchè di fatto il numero uno azzurro è ormai a tutti gli effetti uno dei grandi nomi del golf mondiale.

Anche gli americani, di solito restii in complimenti per i giocatori del Vecchio Continente, hanno celebrato Chicco indicandolo quale miglior giocatore al mondo per tocco di palla e precisione, dedicandogli speciali di ogni genere sulle principali riviste specializzate del paese.

Nessuno può vantare la sua precisione da tee a green e i grandi progressi fatti nel gioco corto e sul green lo hanno portato a livello addirittura superiore rispetto alla storica annata del 2018.

La straodinaria constanza di rendimento di Molinari dimostra che nessun obiettivo può essere escluso a priori, anzi, nemmeno l’idea di rivederlo domanica 21 luglio a Portrush sollevare ancora per la seconda volta la coppa più antica e prestigiosa del golf.