Questa Solheim Cup sarà difficile da dimenticare con una delle rimonte più memorabili nella storia del golf.
Nessuno se l’aspettava, nessuno immaginava che l’Europa potesse battere gli Stati Uniti in questa 16esima edizione.
Con il margine più grande di sempre in termini di ranking medio tra le due squadre (parliamo di quasi 80 posizioni, 29.4 il dato statunitense, 107.2 quello europeo), le ragazze europee fanno impazzire i fan da tutto il mondo con una rimonta incredibile sullo storico percorso di Gleneagles.

L’Europa vince 14.5-13.5 e si porta a casa la coppa di cristallo, con un finale di giornata da consegnare alla storia!

La domenica mattina dei 12 singoli è partita con parità sull’8-8.

Sono stati quindi fondamentali i successi della spagnola Carlota Ciganda su Danielle Kan (1UP), dell’inglese Georgia Hall e della francese Celine Boutier su Lexi Thompson e Annie Park (2&1 in entrambi i casi).

Verso la metà del pomeriggio la squadra a stelle e strisce sembra però prendere il comando con Angel Yin che batte 2&1 la spagnola Azahara Muñoz, Lizette Salas che la spunta per 1UP sull’olandese Anne Van Dam, Brittany Altomare che batte con un secco  5&4 l’inglese Jodi Ewart Shadoff e Jessica Korda che sconfigge per 3&2 la tedesca Caroline Mason.

Infine, Megan Khang, proprio alla buca 18, riesce a pareggiare il match che stava perdendo con l’inglese Charley Hull.

Si riduce tutto agli ultimi tre match in campo.
L’ultimo a partire è anche il primo a finire, con la svedese Anna Nordqvist vittoriosa per 4&3 su Morgan Pressel.
Tocca alla norvegese Suzann Pettersen e all’inglese Bronte Law diventare pezzi di leggenda.
La seconda batte per 2&1 Ally McDonald ma il destino ha voluto che sia stata proprio la regina Suzann a conquistare sul green della 18esima buca un vantaggio ultimo, imbucando il putt decisivo e dal sapore di 14.5-13.5.

Perché per fare la storia, in fondo, basta un putt da due metri
e poco più!