Com’è andata la cena dei campioni martedì sera?

È stata meravigliosa. Eravamo in una stanza molto più grande del solito, al piano terra della club house, e ci siamo seduti a due metri di distanza l’uno dall’altro, quindi non così vicini e intimi come negli anni passati, ma l’atmosfera era molto simile e abbiamo passato una bella serata tutti insieme. Tiger ha tenuto un discorso molto emozionante. Ha ringraziato molti di noi per averlo aiutato nel corso degli anni e ha parlato di quanto sia stato speciale per lui vincere qui l’anno scorso perché non sapeva se sarebbe mai potuto succedere di nuovo. I suoi figli erano lì, a bordo green, e dargli un abbraccio dopo la vittoria è stato come far rivivere i momenti tra lui il padre Earl e la madre Tida appena conquistava un titolo. È stato un bel discorso, molto toccante.

Hanno parlato anche altri campioni del passato?

Gary Player ha fatto alcune considerazioni, così come io stesso, sull’attuale situazione. Ho sentito di dover dire qualcosa a nome dei giocatori non americani: una volta il Masters era terra di soli statunitensi ma ora, guardandoci intorno, abbiamo campioni provenienti da tutto il mondo: Sandy Lyle dalla Scozia, Nick Faldo dall’Inghilterra, Trevor Immelman dal Sudafrica, Vijay Singh dalle Isole Fiji, Adam Scott dall’Australia, fino a tornare qui, in Georgia, con Larry Mize, addirittura della stessa Augusta. Il Masters è ormai un torneo internazionale e i suoi campioni ne sono la conferma, portando la sua magia e il gioco del golf in ogni angolo del mondo. Ho ricordato a tutti che insieme possiamo aiutare a far crescere sempre più il gioco che amiamo. La nostra è una vera missione.

A tuo avviso Tiger Woods è vicino ad appendere la sacca al chiodo?

Non credo, non ancora almeno. Penso che Tiger abbia un grande vantaggio: è un competitivo, ama i tornei e vive per quello e proverà a giocare ancora per qualche anno se il suo fisico regge. Quando lo vedi pensi che sia un atleta immortale, sembra in forma e forte ma sai che ha subito diversi interventi chirurgici. È ancora in grado di creare molta velocità nella testa del bastone e con l’attrezzatura moderna è ancora abbastanza lungo per competere ovunque. Non credo che lui abbia già preso in considerazione l’idea di abbandonare il gioco, è troppo competitivo per farlo e non ha ancora perso quel fuoco interiore.

A proposito del Masters non ero sicuro se ci fosse una regola non scritta sul limite di età degli ex campioni per giocare il torneo così ho chiesto martedì sera al presidente Fred Ridley. Ho 63 anni e quest’anno sono il giocatore più anziano in campo ad Augusta. Mi ha risposto che finché possiamo stare in piedi e giocare a golf qui saremo i benvenuti. Ognuno di noi sa perfettamente da solo quando arriva il momento di smettere.

Quante buche hai giocato e quali sono le tue impressioni sul campo in autunno?

Ho giocato 9 buche lunedì pomeriggio e 9 martedì, quindi tutte le 18 del campo oltre alla solita pratica pre torneo.

Hanno seminato eccessivamente erba di segale nelle ultime settimane e il percorso non ha un manto omogeneo e perfetto come in primavera. Lo sarà certamente ad aprile comunque sia è in buone condizioni. È molto umido e ha piovuto parecchio la scorsa notte quindi la palla si ferma rapidamente e le buche sono molto lunghe. E il rough è molto più alto e spesso di quanto io abbia mai visto qui ad Augusta in primavera.

E i green?

Sono più lenti del normale, immagino siano a 11 di Stimpmeter, mentre ad aprile di solito sono tra 13 e 15, ma potrebbero velocizzarli nei prossimi giorni.

Ti trovi a giocare ai green ferri più lunghi del solito?

Sì. Ieri sera stavo camminando verso al parcheggio e Fred Couples mi è venuto incontro scuotendo la testa. Mi ha detto: “Bernhard, cosa giochi tu alla 1, 5, 7, 11, 14, 17 e 18?”

Voleva dire in pratica a tutti i secondi colpi nei par 4. Ho risposto: “Aspetta… alla 1 un ferro 4, alla 5 un legno 3, alla 7 un ibrido 2, poi un legno 3…”

Couples mi ha risposto: “Questo mi fa sentire meglio. Oggi ho giocato ai par 4 due ibridi e 3 ferri lunghi che non avevo mai usato prima…”.

Indipendentemente dall’età, tutti questa settimana giocheranno bastoni più lunghi del solito ma le condizioni favoriranno certamente i giocatori più potenti. Invece di giocare un ferro da 9 potranno al massimo prendere un 6, mentre io non ho mai dovuto colpire così tanti legni 3 ai par 4 in vita mia…. La palla non vola affatto e c’è molta umidità nell’aria.

Giovedì giochi alle 11:49. Qual è la tua normale routine pre giro?

Il trasferimento dalla villa al campo dura circa 15 minuti e di solito mi presento tre ore prima del tee time. Vado diretto al fitness center dove resto per un periodo di circa 40/45 minuti, massimo un’ora, per fare stretching ed esercizi, poi vado a fare colazione. Circa 75 minuti prima del tee time inizio il riscaldamento. Le 11:49 è un buon tee time ma venerdì giocherò alle 7:44 quindi dovrò alzarmi intorno alle 3:45.

Per i trasferimenti di questa settimana tutti i protagonisti hanno a disposizione la nuova Mercedes-Benz Classe S, cosa ne pensi dello spazio e del comfort?

È semplicemente eccezionale se parliamo di comfort, Mercedes-Benz ha stabilito nuovi livelli di standard. Non ho mai provato un’auto più confortevole. Che si tratti del sedile del conducente o del passeggero è il massimo del lusso.