La Slovenia è sempre stata una terra di passaggio, una delle vie di connessione tra l’Est e il centro dell’Europa.

Ma nonostante sia una nazione giovanissima (compirà trent’anni solo l’anno prossimo), ha conservato nei secoli una sua propria vivissima identità legata indissolubilmente all’amore per la propria lingua, insieme a una viva sensibilità per le lingue e le culture dei popoli occidentali limitrofi.

Com’ebbe a dire Milan Kundera: le fondamenta della patria slovena, come di quella ceca, poggiano innanzitutto sulla cultura e la poesia.

Questa contiguità culturale si manifesta chiaramente nel paesaggio. Sono sufficienti pochi chilometri percorsi oltre il passo del Tarvisio, nell’ampia valle della Sava, per osservare i segni evidenti della sua storia passata nelle architetture delle case dei villaggi, un misto di linee slave e mitteleuropee accanto ai palazzi del mondo asburgico.

La sua capitale Lubiana, con il suo centro graziosamente liberty, offre una stagione culturale con centinaia di concerti, balletti, mostre ed eventi di ogni genere e i circa 50mila studenti delle sue 14 facoltà universitarie le conferiscono un aspetto giovane e dinamico.

Il rapporto degli sloveni con questa città è molto profondo. Lubiana deriva dalla parola slovena “ljubljena” che significa “amata” e quindi, quando starete passeggiando sotto ai salici lungo il fiume Ljubljanica o assistendo a uno dei tanti spettacoli del Festival Estivo di Lubiana nel teatro all’aperto Križanske, ricordate che siete in un luogo speciale per gli sloveni.

Così com’è speciale il loro rapporto con la natura e con la storica abbondanza di acque termali.

Non a caso questo Paese parla di sé come del cuore verde dell’Europa. Oltre ad alcuni magnifici campi di golf saranno proprio terme e SPA, con strutture di livello internazionale, ad accompagnarci nel nostro viaggio.


Per giocare nel migliore campo della Slovenia occorre recarsi a Bled e al suo Royal Bled Golf Club, uno dei migliori delle Alpi orientali e posizionato entro i primi cento d’Europa.

Ha due campi, il King’s Course 6.212 metri par 72 e il Lake Course, un nove buche di 2.825 metri par 36.

Aperto nel 1937 al limite del Parco Nazionale del Triglav e ridisegnato nel ‘72 da Donald Harradine, deve il suo magnifico aspetto attuale all’impegno di Swan Golf Designs che, rimodellando completamente tee, green e bunker, lo ha portato ai massimi livelli europei.

Per queste ragioni e per l’eccellente lavoro di restyling della clubhouse, alla sua riapertura nel 2017 la Principessa Elizabeth di Jugoslavia gli ha conferito il titolo di “Royal Golf Club”. Anche in virtù del fatto che agli inizi del Novecento la famiglia reale passava a Bled le proprie vacanze estive.

La sua particolare posizione, su un altopiano che si erge tra i due rami dalla Sava, e il paesaggio che si ammira a 360°, gli conferiscono un fascino tutto particolare.

Dal tee della 7 (167 metri par 3) e dal tee della 9 (393 metri par 4) si ammirano le Alpi austriache.

La prima è la più difficile del percorso, tutta in salita e difesa principalmente da due quinte di alberi che restringono la linea di tiro. La seconda ha il green ben difeso da due specchi d’acqua.

Dal green della 13 (175 metri par 3) si ha una splendida visione sulla cima del Monte Triglav che, oltre ad essere la montagna più alta della Slovenia, costituisce il simbolo che unisce la nazione.

La 14 (391 metri par 4), con i suoi cinque specchi d’acqua che affiancano fairway e green, richiede una grande attenzione, ma dal suo tee offre un magnifico panorama sulla valle di Bohinj che merita assolutamente una visita durante la permanenza a Bled.

Le nove buche più recenti offrono un gioco altrettanto impegnativo e possono essere giocate due volte di seguito aggiungendo interesse a questa destinazione.

Poco a nord di Lubiana, nei pressi di Volcji Potok, si trova il Golf Course Arboretum (5.015 metri par 71) proprio accanto al rinomato Arboretum, il giardino botanico più grande della Slovenia.

Realizzato su disegno di Peter Škofic nel 1996, si sviluppa sulle prime pendici delle Alpi di Kamnik ed è immerso in magnifiche abetaie. Nonostante la sua ridotta lunghezza risulta impegnativo proprio per i suoi notevoli dislivelli.

Le quinte di conifere che fiancheggiano i fairway obbligano a tiri molto precisi e il rough è un intrico di felci arboree e cespugli di mirtilli dai quali è quasi impossibile uscire.

Il torrente che lo attraversa e alcuni specchi d’acqua contribuiscono ulteriormente ad accentuarne le difficoltà. Emblematica è la 7 (336 metri par 4), un dogleg a sinistra in forte discesa che impone di volare sopra ad un piccolo laghetto nell’approccio al green.

La 10 (437 metri par 5) e la 11 (205 par 3) sono quasi altrettanto impegnative, la prima in forte salita, la seconda in discesa su di un green fortemente difeso.

L’arrivo alla 18 (442 metri par 5) offre un bel colpo d’occhio sulla clubhouse che è moderna, confortevole e con un ristorante di ottima qualità.

Sempre nei pressi di Lubiana incontriamo il Diners CUBO Golf Course Ljubljana (5.872 metri par 72) aperto nel 2007 e realizzato anch’esso su disegno di Peter Škofic.

Pur trovandosi in mezzo a dense foreste i suoi fairway sono piatti e molto aperti, i green sono estremamente larghi e il rough è composto essenzialmente da fescue.

La 7 (469 metri par 5) e la 5 (334 metri par 4) sono le più apprezzate perché i green gemelli sono difesi ognuno dal proprio specchio d’acqua.

La Slovenia tuttavia ha ancora molto da offrire e vale la pena di aggiungere circa 70 chilometri al viaggio per visitare la Dolenjska.

Quasi al confine con la Croazia, in questa vasta distesa di dolci e verdi colline, lungo il corso del fiume Krka, troviamo il castello di Otočec con il suo Otočec Golf Course (5.811 metri par 72) aperto nel ‘97.

In questi 75 ettari di lussureggiante bosco, Howard Swan e il suo team hanno incastonato 18 buche di grande bellezza naturale e di ragguardevole impegno fisico richiesto dai continui dislivelli.

In compenso, nel disegnare i green, non hanno ecceduto nei bunker e negli specchi d’acqua.

Da menzionare la 3 (496 metri par 5) al cui green si giunge dopo un tiro cieco su di un dogleg in forte discesa. La compassionevole considerazione di Howard Swan per l’impegno fisico profuso lungo tutto il percorso ha alleggerito inoltre le due ultime buche e la 18 (442 metri par 5), in particolare, offre un magnifico sguardo su una clubhouse di eccellente livello.

A meno di un’ora d’auto da Otočec si trova infine la cittadina di Ptuj. Un piccolo gioiello medievale che dall’alto della sua rocca si specchia nell’azzurro del fiume Drava.

La visita del suo centro medievale con il castello, i monasteri, i mitrei, le chiese e i musei può meritare almeno un giorno di sosta.

Proprio in vista del castello il Golf igrišče Ptuj, 5.765 metri par 72, è un divertente campo realizzato per l’acqua e sull’acqua.

Il suo percorso si sviluppa in cinquanta ettari di bosco, tra magnifiche quinte di alberi d’alto fusto e le acque del torrente Studenčnica e ben 15 green sono difesi dall’elemento liquido.

In questo contesto non poteva mancare un green a isola, la 14 (149 metri par 3), che anticipa le difficoltà delle ultime due con i loro faiway che restringono le linee di tiro man mano che si allontanano dai tee: la lunga 17 (450 metri par 5) e la 18 (371 metri par 5) con un fossato che difende l’approccio al green.