Da ormai qualche anno i più importanti tour mondiali hanno intrepreso una vera e propria battaglia contro il gioco lento.

Dal punto di vista economico sono aumentate le multe, mentre dal punto di vista dello score è previsto un colpo di penalità per i giocatori che vengono sorpresi dal cronometro in due occasioni nello stesso giro.

Come ben sappiamo un giocatore e i suoi compagni di gioco possono essere soggetti al monitoraggio dell’arbitro quando, a parte trovarsi oltre l’orario di riferimento, hanno perso distanza dal gruppo che li precede.

Il limite massimo per preparare e tirare un colpo è attualmente di 50 secondi per chi gioca per primo e di 40 secondi per il secondo e il terzo.

Guai a sorpassare questi limiti quando l’arbitro vi sta cronometrando: bastano pochi secondi di troppo per entrare nella ‘Black List’ dei giocatori lenti.

Il giocatore potrà comunque chiedere un ‘jolly’ e ottenere 40 secondi in più una volta al giro, per preparare al meglio un colpo da lui giudicato particolare.

Si gioca quindi proprio sul filo dei secondi!

Gli addetti ai lavori sono tutti d’accordo: ben venga la severità nei confronti dei giocatori lenti.

Ma mi chiedo: vogliamo continuare a trascurare e tollerare il fatto che attualmente, in ogni giro di un torneo, si perdano preziosi minuti a causa del fatto che vi siano ancora molti tour player che NON conoscono le REGOLE base del Golf?!

A vostro parere è più grave:

1) Un giocatore che eccede di quattro secondi nel tirare un colpo, il più delle volte a causa di una folata improvvisa di vento?

2) Un giocatore che chiama un arbitro per un banale “droppaggio“ e fa perdere dai cinque agli otto minuti ai suoi compagni di gioco?

Credo che nessuno possa aver dubbi in proposito, stiamo parlando di quattro secondi contro cinque/otto minuti! Purtroppo sul Tour attualmente non sono previste sanzioni per chi rallenta il gioco a causa della scarsa conoscenza delle Regole, ma credo sia davvero giunto il momento di fare qualcosa a riguardo!

Come ho detto in precedenza, siamo tutti d’accordo sulla tolleranza zero verso i giocatori lenti, ma vorrei vedere ancor meno tolleranza nei riguardi di chi non conosce le regole e non fa assolutamente nulla per impararle.

Il motivo del loro menefreghismo? Molto semplice: “Tanto chiamo sempre e comunque l’arbitro per essere sicuro…”.

Ma stiamo scherzando?

Quante volte vi è capitato di vedere un giocatore che chiama un referee per un semplicissimo drop da un tombino, da un terreno in riparazione, da un’area di penalità, da una stradina, da una torre della tv o da un’acqua affiorante o per una palla infossata?

Beh a me tante, anzi troppe volte.

È inammissibile che un professionista arrivi sul Tour e non sappia le regole basi del suo lavoro, norme che in Italia ci obbligano giustamente a imparare addirittura ancor prima di prendere l’handicap.

Quando hai la sfortuna di capitare in partenza con uno dei tanti “Ignoranti delle Regole“, è matematico che ti succeda di andare sotto monitoraggio e vi spiego il perché:

Fase 1: il giocatore che non conosce le regole chiama l’arbitro per una banalità.

Fase 2: l’arbitro arriva, il più delle volte dopo qualche minuto, guarda il giocatore con compassione e gli dice “Un bastone dal punto più vicino”.

Fase 3: il giocatore mette giù i tee di riferimento e procede al droppaggio.

Fase 4: il giocatore tira finalmente il colpo… e sono passati minimo cinque minuti!

Fase 5: dopo due buche arriva ancora l’arbitro e comunica al flight che è fuori posizione e che comincerà quindi a monitorare i tre giocatori.

Ora spiegatemi: perché devo di colpo accelerare il mio gioco, sotto la mannaia del cronometro, a causa dell’ignoranza di chi mi ha fatto perdere dai cinque agli otto minuti per un semplice droppaggio da un tombino?

E il più delle volte, quando ti avvicini a questi giocatori per spiegargli la regola in questione, la loro risposta risulta essere: “Thanks… but I prefer to call a Referee, I just want to be sure”.

A mio parere è davvero inammissibile.

Come evitare tutto ciò? Semplicissimo: a inizio anno ogni ‘Tour Member’ riceverà un piccolo libretto scritto e illustrato nel quale verranno spiegate in maniera semplice ed efficace le 10/15 Regole fondamentali del gioco del golf.

Dopo di che per queste semplici regole riportate nel libretto NON sarà mai ammesso chiamare un arbitro, a meno che uno dei compagni di gioco non sia d’accordo su come si sta applicando la regola e si prenda quindi la responsabilità e le eventuali conseguenze della chiamata e dell’inutile perdita di tempo.

Nei giorni precedenti una gara ogni giocatore avrà il dovere e il diritto di confrontarsi con gli arbitri nel caso in cui qualche spiegazione riportata nel libretto non gli fosse ben chiara.

Il motto deve quindi essere: istruiamo i giocatori per velocizzare il gioco.

Tanto semplice quanto efficace, ma a volte (e non si capisce il perché) le cose semplici sono le più difficili da applicare…

Conclusione: prima di penalizzare un giocatore per una manciata di secondi, ammoniamo chi chiama l’arbitro senza motivo e pretendiamo che i membri del Tour conoscano alla perfezione le regole base del gioco.

Non mi riferisco a quando una palla in volo viene ingoiata da un uccello che a sua volta la deposita sul guscio di una tartaruga che si tuffa poi in un’area di penalità: mi riferisco semplicemente ai più banali e ovvi droppaggi che capitano tutti i giorni su un campo!

Immaginate se a ogni incrocio o a ogni semaforo dovessimo avere a che fare con cittadini che fermano la macchina per chiedere al vigile di chi sia la precedenza… ingorghi, tamponamenti e rallentamenti sarebbero all’ordine del giorno!