Ha il sorriso stampato in volto da un mese e ora tutti possono conoscerne il motivo.

Edoardo Molinari sarà il prossimo vice capitano di Ryder Cup. Si unirà a Thomas Bjorn, già capitano alla Ryder Cup 2018 a Parigi e saranno gli scudieri di Henrik Stenson, chiamato a condurre la compagine europea alla vittoria.

Una prova non facile quella dei tre giocatori, riportare la coppa d’oro a casa dopo la disfatta in America dell’anno scorso.

Edoardo oltre alla sua esperienza come giocatore, aiuterà il capitano con il suo metodo di Statistic Golf, diventato ormai basilare e utilizzato da molti tra i più forti campioni del golf mondiale.

Raccontaci cosa ti passa per la mente in questo momento

Sono onorato, emozionato, euforico e, nello stesso tempo, consapevole del grandissimo privilegio che mi è stato dato. Il lavoro da fare e tanto per arrivare preparati a questo importante appuntamento.

Stenson non ci ha voluto dire nulla sul metodo di selezione ma privilegerà l’esperienza o darà spazio ai giovani?

Bisognerà pazientare ancora alcune settimane ma posso dirti che tutto dipenderà dai giocatori che si qualificheranno di diritto. Ovviamente cercheremo di bilanciare il più possibile la squadra in modo tale che ci siano sia giocatori che hanno già partecipato alle Ryder, sia rookie che, a loro modo, daranno freschezza al team.

Se dovessi fare una classifica, questa esperienza dove si colloca nella tua carriera?

Direi che si piazza fermamente in seconda posizione subito dopo la Word Cup vinta con mio fratello Francesco.

Quale sarà l’apporto di Statistic Golf?

Questo metodo aiuterà nella scelta dei giocatori e negli accoppiamenti ma non solo. In un campo come quello del Marco Simone, aiuterà a capire meglio quali colpi privilegiare e su cosa lavorare con maggior assiduità.

Ti aspetti grandi giocatori ai prossimi due Open d’Italia?

Onestamente spero non ci saranno americani ma, conoscendoli, dubito che verranno a provare preventivamente il campo. Per quanto riguarda invece gli europei, ci impegneremo perché la maggior parte dei giocatori nella rosa dei candidati vengano a testare il Marco Simone. Durante le prove campo prima della Ryder si fanno 9 buche al giorno, troppo poche per studiarsi e conoscere a fondo un percorso come questo.

Cosa ti aspetti dal pubblico italiano?

So che sarà una sensazione magica presentarsi sul tee della buca 1 e sentire tutto il tifo da stadio. Noi italiani siamo un popolo che sa divertirsi e far divertire. Sono certo che sarete tutti lì con la voce e con il cuore a supportare la squadra europea.

La Ryder Cup è un evento fuori dal comune, c’è tutta una passione che ci unisce. Non importa la nazionalità di un giocatore, siamo tutti legati a una stessa bandiera, e questo unisce i giocatori e fa tirar fuori il meglio di sé.