Trionfo americano, disfatta europea. Questa in estrema sintesi la Ryder Cup in Wisconsin, che ha riportato la coppa d’oro negli Stati Uniti dopo 5 anni dall’ultima volta ad Hazeltine.

Dopo la sconfitta del 2018 a Parigi gli Usa tornano quindi a vincere e lo fanno davanti al pubblico di casa, come successo anche nel 2016 in Minnesota.

Il risultato finale è uno schiacciante 19 a 9

Una vera e propria debacle, il distacco più ampio mai verificato dal 1979 quando al Regno Unito venne aggiunto l’intero continente europeo.

Una sconfitta preannunciata quella della compagine europea nettamente più debole rispetto al dream team messo in campo dal capitano Stricker.

Sono infatti ben otto gli americani tra i top 10 del World Ranking, un record mai registrato in tutte le edizioni di Ryder Cup. In totale 11 giocatori nei primi 20 del mondo, unico escluso Scottie Scheffler numero 21.

Vittoria meritata quindi per i 12 giocatori statunitensi che in questa 43esima edizione hanno dimostrato di essere nettamente superiori rispetto agli avversari.
Nei singoli si è verificata una vera e propria cavalcata degli yankee, scesi in campo con l’obiettivo di conquistare la vittoria e non farsi sopraffare dal carattere e la tenacia degli europei.

Morikawa, l’uomo Ryder

Tutti hanno dato un importante apporto alla squadra a cominciare da Collin Morikawa il rookie che, senza nulla togliere ai suoi compagni, può essere definito l’uomo Ryder di quest’anno.
A Whistling Straits, è stato proprio il giovane campione Open Championship a dare al team Usa la vittoria matematica con un prezioso mezzo punto.

Non addossiamo la colpa a Harrington

Sarebbe un errore puntare il dito contro il capitano Harrington. Non poteva fare di più davanti a una squadra avversario così forte. A lui il merito di aver creato una squadra coesa che ha combattuto fino alla fine.
“Settimana difficile, abbiamo lavorato duro ma non si poteva fare di più – ha dichiarato a caldo Harrington – “Gli americani erano veramente tosti da battere e l’assenza di supporto da parte del pubblico non ha aiutato. Non ho rimpianti, cammino a testa alta perché i ragazzi hanno sempre dato tutto se stessi in campo”.

In mezzo alla gioia incontenibile degli Statunitensi spiccano gli occhi lucidi di Rory McIlroy, visibilmente commosso al termine del suo match. Nota stonata l’esperienza dell’ex numero 1 del mondo che vince il suo singolo contro Schauffele ma resta assente per tutta la settimana. Come a Le National è ancora una volta il leader mancato della squadra. Nell’intervista a fine match stenta a trattenere le lacrime e la delusione per non essere stato di supporto ai suoi compagni. Ma un vero campione si riconosce anche da questo. Dall’umiltà e dal coraggio nel prendersi la responsabilità di una sconfitta.

Appuntamento a Roma

L’appuntamento con la rivincita è tra due anni.
Dopo gli Stati Uniti toccherà infatti all’Italia ospitare la Ryder Cup. Al Marco Simone Golf & Country Club dal 29 settembre al primo ottobre 2023, si disputerà la 44esima edizione della Ryder Cup, per la prima volta in Italia. Sarà la terza volta – dopo la prima nel 1997 a Valderrama in Spagna e la seconda nel 2018 a Parigi in Francia – che la Ryder Cup si disputerà nell’Europa continentale.

LEADERBOARD