La parte meridionale della Svezia – e in particolar modo il tratto di costa che da Malmö risale fino a Göteborg – costituisce un vero paradiso per ogni tipo di golfista. Le ultime propaggini della corrente del golfo giungono infatti fin qui, consentendo di giocare da aprile fino a novembre. Gli svedesi, che conoscono bene questa costa, vi si recano da oltre cinquant’anni per anticipare o prolungare la loro stagione di gioco. 

Se il viaggio inizia da Malmö, merita soffermarsi almeno un po’ in questa simpatica città che racchiude con garbo le sue due anime. Ha conservato il piccolo scrigno del centro storico in modo assai pregevole e trasformato il litorale, un tempo destinato ad uso industriale, in un centro pieno di vita.

A soli cinque chilometri incontriamo il ­Falsterbo ­Golfklubb, classificato nei primi tre di tutta la Svezia, e nei top 30 di tutta l’Unione Europea da Golf Digest. Situato nell’omonima penisola, la più meridionale di tutto il Paese, è inoltre uno dei soli 14 links ufficialmente accettati al di fuori delle isole britanniche.

Fondato nel 1909 ha sempre avuto uno stile un po’ retrò e una particolare affinità al mondo anglosassone. Ancora oggi diversi soci tengono vivo un legame con club come Prestwick e Royal County Down. Il percorso è una sfida continua con il vento del mare, un duro tappeto erboso e green velocissimi.

Il percorso rimane abbastanza fedele al disegno del 1930 di Gunnar Bauer, ma la quintessenza di questo magnifico links si trova alla buca 11, un corto par tre  di 135 metri il cui complesso green è quasi circondato da uno dei tanti specchi d’acqua che illuminano il campo. Gli ampi spazi naturali nascondono fairway difficili e rough bassi ma impossibili. Così è anche alla 18, un corto par 5 di 440 metri affacciato sul Mar Baltico. Il vento prevalente aiuta a raggiungere il green in due colpi ma è altrettanto facile perdere la pallina in un mare di festuca.

Una manciata di chilometri a nord incontriamo il ­Barsebacks Golf & Country Club, uno tra i più belli del viaggio: nei top 10 in Svezia e top 100 in Europa. Due i campi: il Master Course e il Donald Steel Course, più otto corti par 3. Il club venne fondato nel 1969, ma del primo percorso di Ture Bruce rimane poco. Le 36 buche attuali sono state tutte disegnate da Donald Steel.

In alcuni tratti è prossimo alla spiaggia ma in gran parte dei due percorsi è in realtà un bel parkland. Non a caso le grandi competizioni come lo Scandinavian Masters e il Volvo Masters hanno trovato qui la loro giusta cornice.

I fairway sono abbastanza ampi e perfetti con un rough piuttosto pulito, più alto però nel Masters Course che offre una singolare successione di parkland, spiaggia e terreno aperto. Entrambi i percorsi sono a cavallo di un’alta scarpata di origine glaciale che si innalza sulla spiaggia e offre splendidi scorci sullo stretto dell’Øresund fra la Danimarca e la Svezia.

Viaggiando verso nord si arriva a Halmstad e al suo omonimo club, l’Halmstad Golf Klub con i suoi due percorsi. Il Norra Banan – che nel 2007 ha ospitato la Solheim Cup – è opera di Frank Pennink e Donald Steel, mentre il Sodra Banan è firmato da Nils Sköld. Il Norra Banan è uno dei migliori percorsi di tutta la Svezia: fairway impeccabili, green perfetti e molto veloci, di medie dimensioni e ben difesi da alcuni specchi d’acqua o da bunker piuttosto profondi e disposti con estrema cattiveria. Le quinte di alberi inoltre restringono molto le linee di tiro. La caratteristica essenziale dei due percorsi è di svilupparsi in mezzo al bosco naturale di conifere e betulle che cresce lungo la costa. Pur udendo il rumore delle onde e sentendo il profumo del mare, non lo si vede mai. La superlativa club house completa un quadro di vera eccellenza.

All’estremo nord di questo viaggio, si giunge a Göteborg, che non solo è la seconda città della Svezia ma è quella dove nel 1902 nacque il golf svedese. Lo Hills Golf Klub è invece recente ed è sufficiente arrivare al parcheggio per capire che si tratta di un campo molto particolare: uno spicchio di America nella foresta svedese. Arthur Hill, quotato designer di golf, ha voluto lasciare un’impronta suggestiva tra queste colline di granito a sud di Göteborg. Ha scelto un terreno molto impegnativo e lo ha reso, se possibile, ancor più difficile. La lunghezza non è eccessiva, ma in compenso si incontrano numerosi e importanti dislivelli, un elevato numero di profondi bunker e sette vasti specchi d’acqua.

È stato concepito fin dall’inizio per ospitare i grandi tornei. Per consentire di giocare anche alle persone normali, ogni buca ha ben sette tee, in modo da diminuire le distanze e renderle giocabili persino per i ragazzini. Lo scenario, per quanto il campo sia relativamente recente, è suddiviso da quinte di alberi maturi che mitigano l’ampio lavoro di disboscamento effettuato e offrono scorci ragguardevoli.

A pochi chilometri da Göteborg si giunge infine all’ultimo club proposto in questo viaggio: il Gullbringa Golf & ­Country Club. Come ogni Circolo che si rispetti ha una vita sociale molto attiva e può vantare tra i suoi soci campioni come Helen Alfredsson e Henrik Stenson che qui sono cresciuti e continuano a giocare.

Possiede 27 buche e sviluppa i suoi percorsi in un parco di 150 ettari di pini nordici, querce e betulle a pochi chilometri dal mare. La sua vastità garantisce un gioco assolutamente indisturbato, di buon livello tecnico grazie anche ai moderati dislivelli. Fairway e secondo taglio sono molto stretti e presentano numerosi ostacoli d’acqua. I green sono un velluto verde, molto veloci e di medie dimensioni. L’attenzione per l’aspetto naturale del parco è assoluta: niente pesticidi, totale naturalezza nel sottobosco e, laddove nel rough crescono orchidee selvatiche, appositi segnali consentono di droppare la pallina in una posizione migliore al fine di non falciare le piante rare. Anche l’accogliente club house si inserisce perfettamente nell’atmosfera bucolica di questa regione.

Se siete giunti al campo di Gullbringa, non dovete perdere la visita alla suggestiva fortezza dell’isola di Marstrand, a soli dieci minuti. Perché, anche se i boschi possono offrire un paesaggio silvestre, questa è sempre terra di mare dove roccia e acqua si contendono il primato.