Lo swing di Rickie Fowler, cinque volte vincitore sul PGA Tour e due sull’European, è davvero particolare e offre molti spunti per il classico dibattito: si deve intervenire o meno su uno swing, sulla carta non corretto, che ha però il merito di funzionare?

Rickie ha risolto il problema facendo l’autodidatta fino al 2013 e ha avuto ragione. Il ‘vecchio swing’ del campione californiano aveva alcune posizioni discutibili: sulla palla le mani erano molto basse e lo shaft di conseguenza molto flat.

Nel take away la testa del bastone rimaneva all’esterno delle mani più a lungo di qualsiasi altro giocatore e il bastone percorreva la prima parte su di una linea esterna rispetto al piano ideale. In breve tempo le mani a metà back swing andavano a finire all’interno del corpo.

Da questa posizione Fowler rovesciava gli avambracci portando il bastone in una posizione decisamente flat all’apice del back swing, il rapporto tra faccia bastone, polso sinistro e braccio sinistro risultava comunque perfetto (foto 1).

Nel down swing Rickie abbassava ulteriormente il piano e il bastone si andava a posizionare dietro al corpo e dava l’impressione di non avere più spazio per raggiungere la palla; questa posizione di metà down swing assomigliava molto a quella di Sergio Garcia.

Con il corpo completamente girato verso il bersaglio e il bastone in ritardo, Fowler sganciava con violenza le braccia verso la palla (foto 2) e pagava questa azione con una accentuata disconnessione tra corpo e braccia nel follow trough.

Il bastone usciva infatti molto largo, dall’impatto in poi le mani si allontanavano in maniera pericolosa da un corpo che risultava fermo. Molto movimento pre impatto e molta staticità post impatto.

Il cambiamento, apportato nel 2014 grazie a Butch Harmon, sta proprio nel tentativo di ridurre il gap di linee tra backswing e downswing, ovvero cercare di aprire in anticipo la testa del bastone utilizzando la rotazione degli avambracci e creare inoltre un piano più alto all’apice, di conseguenza il bastone risulta anche più davanti al corpo nel downswing.

Questo miglioramento gli ha consentito di avere le mani meno attive all’impatto, migliorando quindi il controllo di palla sopratutto nelle traiettorie da sinistra a destra.