ll golf professionistico di alto livello sta ormai da anni aprendo le porte anche a nazioni con pochi praticanti e meno tradizione.

Negli anni Novanta l’European Tour era prevalentemente il territorio di caccia dei giocatori anglosassoni.

A parte la Spagna, le altre nazioni continentali avevano davvero pochi tour player di rilievo.

Gran parte dell’Europa ha infatti inverni troppo rigidi per poter permettere ai giovani golfisti di allenarsi con continuità e arrivare ad alti livelli.

Per questo motivo negli ultimi anni i migliori amateur del Vecchio Continente frequentano le università americane dove possono sia studiare che competere con i migliori giocatori al mondo.

Grazie a queste nuove possibilità i numeri sono ora cambiati: nelle ultime stagioni i giocatori continentali sul Tour sono intorno al 50% del totale.

Queste cifre hanno galvanizzato i giovani pro europei che adesso finalmente credono nella possibilità di poter arrivare in alto.

L’Austria, nota più per le sue splendide stazioni sciistiche che per il golf, quest’anno è riuscita a piazzare ben due atleti nei primi sedici della Race to Dubai. Bernd Wiesberger, il più forte austriaco di tutti i tempi, è rimasto addirittura in testa alla Money List fino a poche buche dal termine della stagione.

Resta comunque un terzo posto finale da incorniciare per il 35enne di Vienna che in carriera ha già collezionato sette vittorie sul tour europeo, due in Asia e altrettante sul Challenge Tour.

Passato pro nel 2006, dopo qualche anno di gavetta sul Challenge si è stabilizzato sul Tour nel 2012, anno in cui arrivano i primi titoli.

A inizio 2018, potendo partecipare a tutti i major e ai WGC, mira ancora più in alto: l’obbiettivo è la Ryder Cup di Parigi, evento che si giocherà sul campo dove pochi anni prima si era imposto nell’Open di Francia con uno strepitoso 65 finale.

Purtroppo la sorte non è dalla sua parte e, durante un evento con i suoi sponsor, accusa un forte dolore al polso dopo aver tirato un legno 3.

L’infortunio si rivela più serio del previsto e viene addirittura operato, perdendo gran parte della stagione agonistica e quindi la Ryder.

È proprio vero che lo spessore dei campioni viene fuori soprattutto nei momenti difficili: Wiesberger non si demoralizza e al contrario afferma che questa pausa forzata lo ha aiutato ad apprezzare ancora di più la vita del giocatore.

Questa voglia di tornare a competere lo spinge quindi a prepararsi al meglio per il ritorno tramite tanta fisioterapia e duri allenamenti.

Perde qualche chilo, aumenta il tono muscolare e rientra in campo a inizio 2019 usando la prima parte della stagione per riprendere sia il ritmo che la fiducia.

Pensate che, nonostante si sia rinforzato fisicamente, al rientro si è ritrovato con dieci miglia in meno di velocità del bastone a causa sia dello stop che del timore di rifarsi male.

Il resto è storia di quest’anno: la sua determinazione e la sua testa hanno fatto davvero la differenza.


LA SCHEDA

Nato l’8 ottobre a Vienna, in Austria, è professionista nel 2006.

Nel 2009 ottiene la carta per giocare sull’European Tour attraverso la Qualifying School ma la perde tornando a giocare nel 2010 sul Challenge, dove conquista due successi, Open de Lyon e Open du Grand Toulouse.

Il primo titolo sul principale circuito europeo arriva nel 2012, il Ballantine’s Championship in Corea del Sud.

È il giocatore austriaco più vincente nella storia del golf e tra le sue vittorie più prestigiose spicca l’Open de France 2015. Il 2019 è stato il suo anno d’oro: ha vinto a maggio il Made in Denmark, a luglio lo Scottish Open e a ottobre l’Open d’Italia all’Olgiata.

Con il 28° posto nel DP World Tour Championshipa ha chiuso al terzo posto la Race to Dubai 2019. Nei major vanta come miglior piazzamento in carriera un 15° posto nel PGA Championship.

Al momento di andare in stampa è numero 21 del World Ranking, sua miglior posizione di sempre nella classifica mondiale.


LA TECNICA

Lo swing di Wiesberger è caratterizzato da un bastone che si muove sempre su di un piano perfetto. In ogni fotogramma del suo swing lo shaft si trova nella posizione ideale: solo dopo l’impatto, a causa di un attimo di staticità dei fianchi, il bastone uscirà largo e con qualche rotazione di faccia in più.

Per quanto riguarda il corpo invece il fuoriclasse austriaco a ha un uso molto particolare della parte bassa.

Questa particolarità sta proprio nella maniera in cui sfrutta il terreno per creare potenza. In questi anni siamo abituati a vedere la maggior parte dei giocatori utilizzare tre fasi distinte per trarre potenza dal terreno:

1) Gamba destra che si allunga leggermente nel backswing, ovvero una leggera uscita dal terreno.

2) Rientro violento nel terreno grazie alla compressione delle gambe, con il punto vita che solitamente si abbassa nella prima fase del downswing.

3) Trasformazione finale che prevede l’uscita dal terreno nella fase pre-impatto per generare ancora più velocità.

Wiesberger utilizza solo due di queste tre fasi:

1_ Nel backswing non sale ma al contrario si abbassa entrando nel terreno già nel take away. Si nota infatti una compressione creata dal piegarsi della gamba sinistra e dall’incremento dello spine angle. In questa fase la testa di Wiesberger si abbassa e si sposta in avanti di qualche centimetro.

2_ Nella ripartenza, essendo già ben piantato nel terreno, Wiesberger può solo uscirne in maniera verticale. Scarica quindi il peso sulle punte dei piedi e rialza immediatamente la parte bassa del corpo, steccando in netto anticipo la gamba sinistra. Il busto al contrario aumenta ancor di più la compressione e va anche a spostarsi di almeno mezza testa verso il bersaglio. Tutto il peso della parte alta del corpo si scarica quindi verso il terreno mentre gambe e glutei spingono verso l’alto.

Un ‘azione molto particolare: i pochi movimenti di spinta laterale avvengono più con le spalle che con fianchi. In poche parole, mentre i glutei spingono verso l’alto le spalle spingono verso il basso e verso il bersaglio.

Con questo incremento dello spine angle attraverso l’impatto, Wiesberger va quindi contro corrente rispetto alla maggior parte dei giocatori che, pur di aumentare il rilascio del bastone, con i colpi lunghi si raddrizzano perdendo l’angolo della schiena.

In quest’azione il fuoriclasse austriaco assomiglia molto a Brooks Koepka: entrambi i giocatori hanno la parte bassa molto distesa e statica, mentre la parte alta va in grande compressione aumentando lo spine angle rispetto al terreno.

Un’altra particolarità di Wiesberger sta nell’impugnatura: il pollice sinistro si allunga molto sul bastone tanto da spuntare sotto la mano destra, fra pollice e indice.


LA SEQUENZA

1_ Ottimi parallelismi tra le linee di piedi, fianchi e spalle.

2_ Perfetto il piano del bastone. È solo a metà back e si è già abbassato molto con le gambe e il busto. Possiamo notarlo prendendo come riferimento il cerchio giallo che c’è davanti alla sua testa.

3_ Il bastone prosegue sul piano ideale. Il braccio sinistro è in posizione perfetta, parallelo al terreno e alla linea di gioco.

4_ Posizione fantastica: il gomito destro è ancora interno al corpo con l’avambraccio parallelo alla spina dorsale. Le mani vanno a coprire la spalla destra. Super!

5_ Il braccio sinistro prosegue verso l’apice mentre il gomito destro continua a essere compatto e non si allontana dal corpo. Da notare la posizione dei fianchi, che è rimasta identica nelle ultime quattro immagini.

6_ Impressionante la perfezione del piano del braccio sinistro che risulta essere parallelo sia alle spalle che alla posizione del polso sinistro e al face angle. In questa fase Wiesberger non ha guadagnato ampiezza, il gomito destro rimane infatti molto vicino al busto.

7_ Nel momento in cui il braccio sinistro è arrivato a essere parallelo al terreno i fianchi sono tornati esattamente nella posizione iniziale: ottimo!

Le gambe stanno spingendo verso l’alto mentre il busto riesce a guadagnare ancora qualcosa in compressione. Notevole la differenza di posizione del busto rispetto alla foto 1.

8_ Il bastone si presenta in posizione sicura davanti alle mani. Il gomito destro è ben davanti alla spina dorsale e vi è poca luce fra le due braccia: posizione solidissima!

9_ In questa fase i fianchi di Wiesberger, dopo essere saliti di parecchi centimetri, cedono leggermente verso il basso e provocano sia un rilascio accentuato che un netto allontanamento delle mani dal corpo.

10_ Lo shaft è perfettamente parallelo alla linea delle spalle mentre il piano di uscita del bastone risultata leggermente alto.

11_ I fianchi riprendono a salire, il busto può finalmente perdere la compressione e si rialza.

12_ Finish senza freni: il corpo è totalmente girato verso il bersaglio.