Confesso di essere una specie di nerd dello swing. Quando lavoro sul gioco con il mio coach principale, Mark Blackburn, voglio sempre analizzare tutti i dati che stanno dietro ogni mio colpo e cercare di capire cosa sta succedendo. Le conversazioni che io e Mark abbiamo durante un mercoledì di una settimana di torneo sono tuttavia molto diverse da quelle di una normale sessione di pratica. Quando è il momento di scendere in campo e di giocare bisogna pensare a dove andrà a finire la palla, non alla perfezione. Come si fa a mandare un colpo in un punto da cui si può poi colpire bene quello successivo? Se si fa un brutto swing come si fa ad accettarlo e andare avanti senza buttare via il giro e quindi lo score? Questi aspetti riguardano molto più la mentalità, il processo decisionale e la disciplina che la tecnica vera e propria.

Ho imparato a essere duro con me stesso quando prendo decisioni sconsiderate o lascio che la negatività causata da un brutto colpo si riversi sul resto del mio gioco, ma non quando non riesco a eseguire lo swing come vorrei. È esattamente quello che cercherò di farvi capire: voglio aiutarvi ad avere questo tipo di atteggiamento. Vi aiuterò a giocare al meglio quando non avrete il vostro swing migliore, guidandovi attraverso il mio gioco da tee a green e mostrandovi come prendo le decisioni e come scelgo i colpi che riducono al minimo il rischio, limitando la pressione. Voglio che abbiate un processo mentale simile al mio così non rimarrete intrappolati in un atteggiamento difensivo negativo. Se il vostro mood pessimistico è il vostro forte va bene lo stesso. A ognuno il suo. Ma noi siamo qui per insegnarvi a fare dei bei par e raccogliere sempre il massimo.

Drivare

Mettetelo in gioco

Quando state chiudendo una brutta serie di buche è normale essere tentati a provare qualcosa di diverso dal tee o fare lo swing al 140% perché quello che state facendo non sta funzionando. 

Dovreste invece ridurre le vostre scelte sotto stress, non moltiplicarle. In quei momenti io lascio che la fisica del bastone lavori per me invece di cercare di combatterla. Il mio consiglio è tornate alla vostra opzione più affidabile dal tee, anche se non è il colpo migliore da fare a quella buca, o rinunciate a un po’ di distanza. Mettete la palla in gioco. 

Di solito col driver cerco di tirare una palla tagliata, ma quando non la sto colpendo al meglio ed è importante essere precisi ho altre due opzioni su cui fare affidamento. 

Quando devo fare un draw uso il mio legno 3. Sposto la posizione della palla all’altezza della mia spalla sinistra come quando gioco il driver, appena a destra del logo sulla maglietta. Mi metto anche più vicino alla palla. Potete vedere che le mie braccia sono più vicino al corpo (pagina accanto, foto in alto). Infine chiudo lo stance, in modo che i miei piedi puntino leggermente a destra del mio obiettivo. Tutto questo mi aiuterà a fare draw. 

Quando posso fare un driver tagliato ma devo assolutamente prendere il fairway metto il tee più basso. Non si vede neanche in questa foto (pagina accanto, foto in basso). Poi miro al bordo sinistro del fairway, faccio lo swing leggermente dall’esterno verso l’interno e assecondo la curva da sinistra a destra, finendo il colpo in questa posizione ‘trattenuta’ (foto a fianco). La palla non vola quanto in un colpo normale ma così non dovrò mandare una squadra di ricerca per poi trovarla chissà dove…

Giocare i ferri

Impostate la faccia poi ruotate

È naturale sentirsi disperati quando non riuscite a trovare il centro della faccia con i ferri o state mandando la palla dappertutto. Ci sono passato e la via d’uscita è quella di togliere quante più cose possibili dal vostro swing. Ciò significa resistere alla tentazione di provare a far curvare la palla o aggiungere velocità con un’azione extra delle mani attraverso l’impatto. Iniziate invece a effettuare di nuovo dei colpi buoni mettendo la faccia del bastone in una posizione forte e lasciando che la rotazione del corpo faccia tutto il lavoro. Mi spiego meglio: se la faccia del mio bastone è rivolta verso il cielo all’apice del back (foto sopra, a sinistra) significa che è in una posizione forte o ‘chiusa’. Poi, quando le braccia scendono nel downswing, la faccia del mio bastone diventa parallela alla mia colonna vertebrale (foto sopra, a destra). Ora scommetto che è molto più chiusa di quanto l’avete voi a questo punto, e il centro della faccia rimane dietro di me invece di scivolare in avanti verso la linea di tiro, mentre faccio ruotare il busto attraverso la palla. 

Quando riuscirete ad avere la faccia del bastone in questa posizione, a metà strada nel downswing noterete una grande differenza in come colpirete la palla coi ferri. La comprimerete invece di passarci sopra. Se state inoltre facendo pull cercate di fare lo swing più dall’interno rispetto alla linea di tiro, così i vostri colpi andranno più dritti. 

Quando vedete che state spaccando tutti i fairway a metà e volete iniziare a modificare la traiettoria e la curva cambiate solo una cosa: spostate la palla leggermente in avanti per colpirla più alta e in fade, o collocatela più indietro per colpirla più bassa con più draw. Questa formula è la chiave per essere costanti.

Approcciare

Riducete l’azione dei polsi

In linea con lo spirito di limitare le scelte quando il vostro gioco va storto, gli approcci lunghi sono più facili da colpire quando diminuite l’azione delle mani. Il colpo col pitch più facile si esegue facendo uno swing molto ampio, con un movimento dei polsi minimo. 

Quando faticate a fare questi colpi di solito è perché state facendo uno swing verticale e colpite il terreno in punti diversi. Un colpo è pesante e resta 20 metri corto, e quello dopo è pulito e finisce 10 metri dopo il green. 

Provate invece a fare uno swing più piatto, come faceva Steve Stricker. Rimanete stabili e fate un backswing piegando pochissimo i polsi (foto a sinistra). Piegando meno i polsi e facendo uno swing più ampio l’angolo d’attacco sarà molto più piatto e la palla partirà più bassa. Non vi serve che cada dall’alto per farla fermare in green, perché la vostra stabilità attraverso il colpo produrrà un contatto più pulito e un sacco di spin. 

Anche se non la prenderete perfettamente l’angolo d’attacco più piatto sfrutterà il bounce del bastone, la suola, scivolando sull’erba, e così eseguirete comunque un colpo decente. Ricordate: se state generando delle zolle enormi quando effettuate questi colpi significa che li state facendo male.

Il gioco corto

Affidatevi al ‘cut spinner

I giorni che non prendete bene il driver o i ferri potete rimediare ai danni con il vostro gioco corto. Uso questo ‘cut spinner’ così tanto intorno al green che lo faccio quasi in automatico ormai. Che cos’è? È un approccio basso fatto con un wedge con un loft alto e la faccia aperta. Quando atterra la palla rimbalza e poi si inchioda. Quando dovete avvicinare la palla alla buca su un green molto veloce questa è il vostro jolly ma dovete praticarlo molto di più rispetto a un colpo normale. 

Per prima cosa mettetevi più vicino alla palla con il grip verticale e la faccia leggermente aperta (foto a sinistra). La maggior parte del peso rimarrà sul lato sinistro e la vostra testa dovrà spostarsi leggermente verso il bersaglio quando fate il backswing. Quando swingate verso il basso e attraverso la palla ruotate poi intorno alla gamba sinistra, tenendo la faccia del bastone aperta. Sentitevi come se vi steste alzando quando impattate e che le vostre mani stiano seguendo la rotazione del corpo. Il manico del bastone punterà verso la vostra anca sinistra dopo l’impatto. Se rimarrete indietro rovinerete il colpo facendo flappa o top. 

La cosa grandiosa di questo colpo è che l’angolo d’attacco più verticale causato da uno swing dove così tanto del peso è sul piede sinistro fa sì che si possa usare da quasi tutti i lie dov’è possibile toccare col bastone il dietro della palla. Ricordatevi: si fermerà di meno se lo giocate dal rough. Date per scontato che rotolerà di più.

Puttare

Resettatevi concentrandovi sul ritmo

La cosa peggiore quando il putt è in crisi è non sapere il motivo. Io ho capito i miei problemi e ho reso il mio putt notevolmente più prevedibile con l’aiuto di Mark e del mio coach sul green, Phil Kenyon, ma a voi vi rimetterò in carreggiata io stesso. Prima però vi racconto la mia storia.

Una volta facevo giri in cui imbucavo da ogni punto ma il risultato oscurava il fatto che le mie linee e la velocità non erano in realtà sempre le migliori. Quando faticavo o ero sotto pressione non potevo fare affidamento sul mio giudizio. Con Kenyon ho iniziato ad adottare il sistema AimPoint per leggere i green con maggiore precisione, così sono sicuro che sto tirando la palla sulla linea giusta. Ora molti dei miei putt rischiano di entrare anche quando non sto puttando al meglio. E quando ho il putt caldo, com’è successo al Wells Fargo Championship di quest’anno, dove ho risparmiato 7,5 colpi grazie al mio putt, la buca sembra enorme. 

Anche se non utilizzate un metodo preciso per leggere i green potete comunque resettare il vostro putt prestando attenzione al ritmo. Pensate ai vostri putt in termini di timing. Un putt da un metro e mezzo e uno da dodici si eseguono con lo stesso ritmo, l’unica differenza è che quello di dodici necessiterà di uno swing più lungo e veloce.  Invece di preoccuparvi di sbagliare il putt concentratevi sul ritmo, focalizzando la vostra attenzione su qualcosa di positivo. Quando il vostro gioco non è al meglio avere l’atteggiamento giusto in campo può davvero fare miracoli. Provare per credere.