“Il Golf è uno sport per la maggior parte autoregolamentato dove il giocatore è il primo arbitro di sé stesso!” 

   Questa è una frase che molto spesso amiamo citare incontrando giocatori, arbitri e allievi della scuola. Ma ciò non significa che l’arbitro nel golf non esista. 

La figura degli “Ufficiali di Gara” – trattata dall’articolo 33 dello Statuto del CONI – illustra chiaramente che questi, nella qualifica attribuita dalla competente Federazione Sportiva, nel nostro caso la Federazione Italiana Golf, partecipano allo svolgimento delle manifestazioni sportive per assicurarne la regolarità e svolgono le proprie funzioni con lealtà sportiva, in osservanza dei principi di terzietà, imparzialità e indipendenza di giudizio.

Il Regolamento Organico della Federazione Italiana Golf all’articolo 59 dal titolo: “Arbitri”, spiega che gli stessi sono nominati nel rispetto della normativa internazionale e in ogni campionato, gara e incontro di golf a essi è affidata l’osservanza delle regole di gioco stabilite dal R&A Rules Limited di St Andrews – Scozia.

Pertanto, senza la presenza di un ufficiale di gara, che è chiamato arbitro nel regolamento organico FIG, una manifestazione sportiva non può essere svolta e quindi se è vero che, vista anche l’estensione di un campo da golf, non sempre un arbitro può essere fisicamente presente quando accade qualcosa. Quindi il giocatore diviene il primo responsabile dell’applicazione delle regole – servono persone responsabili, preparate e disponibili a svolgere questo ruolo, il quale nel nostro sistema è affidato ai soli volontari. 

Nella rubrica di questo mese abbiamo deciso di parlare del mondo arbitrale italiano e forniremo alcuni interessanti dati. Parleremo di formazione, di aspetti operativi, di gestione delle manifestazioni. L’obiettivo è cercare di aiutare i lettori a capire che cosa significa fare il direttore di torneo o l’arbitro di golf e lo spirito con cui noi affrontiamo la nostra vita in campo insieme ai giocatori, agli accompagnatori, ai genitori, agli allenatori e allo staff.

Formazione

La formazione degli arbitri e dei direttori di torneo è stata affidata alla Scuola Nazionale di Golf che ha aperto una sezione dedicata, della quale siamo noi i coordinatori.

Ogni anno organizziamo attività didattiche e di aggiornamento, in presenza e anche, dopo gli anni bui del Covid, in remoto grazie alle piattaforme digitali che ci consentono di raggiungere un elevato numero di utenti senza doverci spostare. Da poco tutto l’organico operativo (arbitri Internazionali, Nazionali e Zonali) è stato sottoposto a test ed esami di aggiornamento a seguito dell’ultima revisione delle regole del golf e delle procedure in atto dal 2019. 

Nei corsi sono condivisi documenti, video, presentazioni ma soprattutto esperienze pratiche sul campo. Sempre aggiornate su situazioni particolari che accadono in tutto il mondo ai giocatori professionisti e dilettanti.

Organigramma Federale

La Commissione Gare e Regolamenti della Federazione Italiana Golf ha demandato al Comitato Regole e Campionati la gestione degli arbitri internazionali e nazionali.

A livello territoriale ci sono sette sezioni zonali coordinate da 18 volontari che gestiscono gli arbitri di 1° livello che operano principalmente nei circoli di appartenenza e gli arbitri regionali.

Arbitri Federali e Direttori di Torneo

Gli arbitri federali sono suddivisi in:

-28 arbitri internazionali di cui 24 volontari e 4 che lavorano per associazioni di professionisti (Tour Internazionali);

-66 arbitri nazionali.

Nell’ambito dei 94 arbitri federali, sono stati selezionati 30 direttori di torneo che hanno la responsabilità operativa di gestire i campionati nazionali e internazionali, assoluti, di categoria e a squadre.

Arbitri Zonali

Gli arbitri zonali sono suddivisi in:

-91 arbitri regionali;

-83 arbitri di 1° livello.

Nell’ambito dei 174 arbitri zonali, sono stati selezionati 42 direttori di torneo che hanno la responsabilità operativa di gestire le gare federali e i trofei giovanili.

Associazione Italiana Arbitri Golf

Il 28 dicembre 2013 è stata costituita l’AIAG (Associazione Italiana Arbitri Golf) che oggi è composta da 211 iscritti, con lo scopo di condividere tra gli associati la passione per regole del golf e l’arbitraggio.

Fare l’arbitro di golf è molto impegnativo ed estremamente appassionate. A differenza di altre discipline sportive più “veloci” (immaginiamo il calcio, basket o tennis), in cui l’arbitro deve decidere in pochi secondi (ma a suo vantaggio ha la possibilità di osservare ogni situazione in diretta, vista la limitata estensione del campo) l’arbitro di golf ha la possibilità di “prendersi un po’ più di tempo” prima di dover decidere. In suo supporto spesso si ricorre ad una “seconda opinione” se non addirittura di una regola (la 20.1c(3)), che consente di far giocare due palline quando esistesse un dubbio sulla procedura corretta da seguire.

In ogni caso occorre mantenere l’attenzione sempre molto alta in ogni momento della gara, basti pensare che mediamente un arbitro sta in campo tra le 12 e le 14 ore. Anche la sera tardi quando oramai le energie sia fisiche sia mentali stanno scemando, perché quando necessario dobbiamo agire in un perimetro non è sempre così semplice da applicare alle numerose situazioni che si possono verificare sul campo. 

Pensiamo alla gestione delle “questioni di fatto” che è tra le azioni più difficili richieste a un arbitro o al comitato di gara. Occorre approfondire per cercare di capire bene la situazione e non esiste un processo definito per valutare le testimonianze dei giocatori e se necessario anche degli spettatori.

Infine, laddove ci fosse la parola di un giocatore contro quella di un altro, interverrebbe sempre il beneficio del dubbio, che significa innocenza fino a prova contraria. Occorre grande serenità d’animo innanzitutto essere buoni arbitri di noi stessi per agire in buona fede e nella massima trasparenza. Nell’interesse non solo del singolo giocatore che deve ricevere il ruling corretto, ma anche dell’intero field di gara che ha affidato all’arbitro l’incombenza di far giocare la gara secondo le regole.

Fare il direttore di torneo significa invece essere il responsabile di tutto quanto riguarda la gestione operativa della manifestazione. Significa essere il riferimento per i giocatori, gli allenatori, gli accompagnatori, il circolo ospitante o organizzatore, lo staff operativo, gli arbitri e anche eventuali sponsor.

Una delicata attività per la quale devono essere scelte persone preparate non solo teoricamente, ma anche praticamente per ogni tipo di problema che si verificasse nei vari giorni di preparazione e di gara.

Ogni situazione è diversa poiché lavoriamo all’aperto e quindi siamo in balia del meteo che molto spesso ci obbliga a scelte non semplici per garantire l’incolumità di tutti e il rispetto del programma di gioco. Il direttore di torneo deve anche lavorare a stretto contatto col superintendent del circolo per una corretta gestione della manutenzione del campo in funzione delle necessità della gara e degli gli innumerevoli imprevisti che possono accadere. Inoltre, deve occuparsi dei sistemi informatici e tutta la gestione burocratica. Queste responsabilità fanno del direttore di torneo una figura polivalente e centrale.

Fino a questo punto non abbiamo fatto riferimenti a persone specifiche, tranne ricordare che alla Scuola Nazionale di Golf ci occupiamo di formare anche arbitri e direttori di torneo. Ma per chiudere questa rubrica ho deciso di esprimere le mie congratulazioni a Davide Lantos (che della coppia di lavoro e quello che non sta scrivendo questo specifico paragrafo) per aver raggiunto, senza scorciatoie o favori particolari, posizioni d’importante rilievo nel mondo degli arbitri di golf e dei direttori di torneo a livello mondiale. Ruoli che nessun italiano ha mai raggiunto prima d’ora. 

È per me un grande motivo di orgoglio e sono molto felice di condividerlo con i lettori.