Abbiamo trascorso alcuni giorni lungo fairway e green del percorso che sta per ospitare l’Open d’Italia, firmato dallo sponsor DS Automobiles. In concomitanza con la conferenza stampa organizzata dalla Federgolf e del Campionato Italiano di Doppio dell’Associazione Italiana Giornalisti Golfisti, ospitati a Chervò San Vigilio, abbiamo incontrato in campo il responsabile italiano della manutenzione.

Stefano Boni è da tempo il braccio destro di Alessandro De Luca, responsabile della sezione Tappeti Erbosi della Federgolf. E da quest’anno, direttore del golf di Albarella, al centro di un interessante progetto di rinnovamento. Collaboratore da anni della nostra rivista Professione Golf, Stefano è arrivato a Chervò San Vigilio appena decisa l’organizzazione dell’Open d’Italia.

Le richieste dell’European Tour

“Era la fine di agosto – ci ha raccontato -. Il tempo a disposizione davvero ridotto per trasformare un bellissimo campo turistico in un percorso da Open. Crediamo però di aver ottenuto un buon risultato, facendo crescere il rough e lavorando molto su fairway e green. Da una velocità standard di stimpmeter attorno a 9 1/2, arriveremo a livelli molto maggiori, in base alle esigenze dell’European Tour.”

I due percorsi, Solferino (Giallo) e Benaco (Rosso) sono infatti già tirati a specchio. Anche se le ultime decisioni su tee e distanze definitive arriveranno la prossima settimana, il campo potrà mettere a disposizione fino a un totale di circa 6.800 metri. Con ogni probabilità si tratterà di un par 71, visto che dovrebbe essere limato un colpo al par 5 della 6 sul Giallo. Lungo 455 metri, con finale in leggera salita, sarebbe stato comunque troppo facile per grandi giocatori come quelli che si contenderanno il montepremi da un milione di euro dal 22 al 25 ottobre prossimi.

Open d’Italia: spettacolo assicurato

“Abbiamo fatto di recente una trasemina con loietto, che ha dato ottimi risultati – dice ancora Boni -. Abbiamo a disposizione un eccellente gruppo di macchine, compresa anche una, di tipo molto speciale, che è arrivata da Monaco di Baviera per l’occasione. Stiamo rifinendo i bunker con decine di tonnellate di sabbia, secondo i parametri richiesti dall’European Tour. È stata una corsa contro il tempo, visto che fra l’altro siamo a ottobre e la crescita del tappeto erboso è ovviamente già rallentata. Ma credo comunque di poter dire che il risultato raggiunto sia più che soddisfacente. Vorrei menzionare il fatto che abbiamo avuto dalla nostra uno staff, come quello capitanato da Massimo Bariselli, con grande esperienza, anche con campi che hanno ospitato edizioni dell’Open d’Italia. La prossima settimana, credo che i giocatori troveranno un campo in eccellenti condizioni.”

L’impressione generale è che, per i big dell’European Tour, il disegno ideato da Kurt Rossnecht risulterà abbordabile. I larghi fairway e un rough non troppo punitivo dovrebbero dare una mano a ottenere score abbastanza bassi. Un fatto che, per lo spettacolo, promette di essere tutt’altro che negativo.