Da inizio aprile la Federazione Italiana Golf ha un nuovo Segretario Generale, Marta Maestroni. Come ogni figlio d’arte che si rispetti (ha respirato golf professionistico direttamente in casa grazie al padre Battista e al fratello Nicola), Marta si è avvicinata al gioco fin da ragazzina appassionandosi subito al mondo delle regole.

Giudice arbitro a soli 21 anni, ha iniziato a collaborare nella gestione di alcuni importanti circoli italiani tra cui Franciacorta, Punta Ala, Toscana e Le Robinie. Si è diplomata ai corsi della Scuola Nazionale prima come segretario e poi come direttore.

Una vita la sua interamente dedicata al golf. Dal 2013 legata a doppio filo con la FIG, per cui ha ricoperto ruoli tecnici e di segreteria sotto la presidenza di Franco Chimenti.

L’abbiamo incontrata per fare con lei il punto della situazione del nostro movimento in un anno chiave che porterà l’Italia al centro dell’attenzione mondiale con la Ryder Cup 2023 al Marco Simone.

Inizia un nuovo capitolo della sua vita professionale, con quali obiettivi?

Non lo considero un punto d’arrivo ma di partenza, da qui si apre una nuova stagione di lavoro e di impegno totalmente diverso. Prima di tutto voglio ringraziare il Presidente Franco Chimenti a cui devo davvero tutto. Mi ha voluto lui in Federazione, mi ha fatto crescere e ora mi ha chiamato a ricoprire questo importante ruolo.

Gli sono infinitamente grata per questo e posso ripagarlo solo attraverso il lavoro e l’impegno quotidiano. È vero che sono in Federazione ormai da quasi dieci anni però ora cambiano le prospettive. Il mio obiettivo sarà quello di gestire in maniera ottimale tutte le attività che sono strettamente collegate a quella sportiva, interagendo con tutti settori della Federazione. Ricordo che il Presidente Chimenti annunciò di voler candidare il nostro Paese per la Ryder Cup all’Open d’Italia del 2014 a Torino.

Allora ero responsabile dei volontari, fu una notizia entusiasmante per tutti, da lì iniziò il grande lavoro che poi portò alla nomina dell’Italia come sede nel 2023. Aver vissuto tutto questo percorso sin da quel giorno ed essere oggi in veste di Segretario Generale è certamente il sogno di una vita che si avvera.

Qual è la situazione ad oggi del nostro movimento e come la Federazione si sta avvicinando alla Ryder Cup? 

La Ryder è stato ed è tutt’oggi grandissimo impegno perché l’obiettivo è quello di offrire un evento davvero indimenticabile nel 2023. Lo scopo della Fig a livello istituzionale resta quello di aumentare il numero di tesserati e di appassionati a questo sport e renderlo sempre più fruibile e accessibile, così come è percepito all’estero.

Forse i tempi non sono ancora maturi per questo ma proprio grazie alla Ryder avremo la possibilità di vedere veramente quanto il golf si potrà sviluppare in Italia. È necessario continuare a lavorare sulla percezione che si ha del golf nel nostro Paese. L’obiettivo rimane quello di eliminare sempre più le barriere che ancora esistono tra la nostra disciplina e la gente comune.

Non è facile ma tanti altri sport in Italia ci sono riusciti, come il tennis e lo sci che solo qualche decennio fa erano attività sportive per pochi. Deve cambiare questo approccio e in questo senso stiamo lavorando quotidianamente.

Grazie al percorso di avvicinamento alla Ryder Cup 2023 la Fig ha avvicinato molta gente al nostro sport. I tesserati sono in risalita, +5.000 rispetto al 2020 e +2.200 rispetto al 2019. Che analisi avete fatto in Fig di questo momento storico?

La percezione è che sicuramente c’è molta più curiosità intorno al nostro ambiente rispetto a qualche anno fa. Io sono fermamente convinta che le attività fatte nelle scuole possano essere un volano importante per avvicinare sempre più i giovani, che sono poi il futuro del nostro movimento.

Siamo contenti perché i numeri a oggi parlano di un +10% di incremento rispetto ad aprile del 2021 in termini di tesserati. In forte crescita è anche il mondo femminile, su cui stanno puntando insieme ai giovani anche molte altre federazioni estere.

Il fatto che la quota rosa sia in deciso aumento è molto incoraggiante. In parte si tratta di donne che si avvicinano autonomamente ai golf club ma poi ci sono anche molte mamme che iniziano a giocare dopo aver portato i propri figli. Si ricominciano a vedere molte famiglie frequentare i nostri circoli, un trend che si era un po’ perso negli anni passati. Questo anche grazie ai Circoli che sempre in maggior numero organizzano offerte per principianti.

Come Federazione siamo molto contenti delle attività che stiamo svolgendo, soprattutto quelle a stretto contatto con le scuole, perché vediamo i ragazzi entusiasti così come gli insegnanti stessi, che poi sono il motore del nostro sport.

Se non avessimo il loro supporto diventerebbe difficile poter fare breccia nelle vite dei più giovani. I nostri tecnici e istruttori portano il golf direttamente nelle scuole, una strategia vincente che sta portando ottimi risultati in tutta Italia.

Nel mese di maggio la Federazione Italiana Golf lancerà per il secondo anno consecutivo, in collaborazione con i Circoli aderenti, la campagna digitale promozionale per neofiti “Prova il Golf” e ci auspichiamo che questa iniziativa possa essere accolta con l’entusiasmo del 2021. 

Lo scorso anno il mondo intero ha visto il nuovo Marco Simone durante l’Open d’Italia e i commenti sono stati entusiasti. Cosa manca ancora perché il progetto sia terminato?

Il percorso è fantastico, divertente e spettacolare, un’arena perfetta per ospitare un evento come la Ryder Cup. Si stanno terminando i lavori del campo pratica, quelli alla struttura e quelli della rete stradale grazie al supporto della Regione Lazio e del Comune di Roma.

Tutte le istituzioni e gli enti stanno collaborando con grande impegno per far sì che ogni dettaglio sia perfetto. È stato fatto in questi anni un grandissimo lavoro, il Marco Simone è una struttura eccezionale ed è l’esempio della lungimiranza che ha avuto il Presidente Chimenti insieme a Laura Biagiotti prima e ora Lavinia nel momento della candidatura.

Non penso che ci possa essere sede migliore di questa in Italia per ospitare un evento di tale portata. 

Avete visitato in questi anni sedi di grandi tornei internazionali anche per prendere spunto per qualche idea particolare e portare quel tocco di italianità alla Ryder?

Eventi come questi sono strutturati alla base, quindi Ryder Cup Europe per quanto riguarda la Ryder continentale, con format e standard che vanno seguiti. La struttura si ripete quindi, poi noi faremo la differenza come Italia perché il nostro Paese ha una marcia in più quando si tratta di organizzare importanti manifestazioni. La bellezza e l’unicità della nostra location, l’eleganza, la voglia di emergere saranno elementi che potranno fare la differenza, ne sono convinta.

È un anno importante per il golf mondiale con il 150° dell’Open Championship. Come Fig avete in programma di essere presenti?

Certamente, il Presidente Chimenti vuole fortemente esserci, è un evento irrinunciabile non solo a livello istituzionale, lo spirito e l’aria che si respira da quelle parti è unica.

Qual è infine il suo sogno nel cassetto come nuovo Segretario Generale?

Come in una grande famiglia tutti gli aspetti poi alla fine si uniscono. Tutte le attività che portiamo avanti devono convergere a un obiettivo comune, che è quello di sviluppare sempre più il golf in Italia.

Il mio sogno è quello di poter essere il Segretario Generale di una federazione che abbia un grande appeal sul pubblico, in grado di avvicinare sempre più gente al nostro mondo. 

Il golf per me è vita, lo è sempre stato. Vorrei che questa mia passione e l’impegno che metto tutti i giorni nel mio lavoro possano contribuire alla crescita dei tesserati, a nuovi appassionati che riempiano i nostri circoli. Sono loro il nostro futuro, affinché tutto il mondo del golf possa trarne benefici, dai professionisti, ai circoli appunto ai campi pratica e a quelli promozionali.

La speranza è che tutti gli attori coinvolti possano avere grandi soddisfazioni nel futuro prossimo. Io lavorerò per questo, ogni giorno.