Era arrivato per giocare il  37° Masters in carriera ma la sua vittoria l’ha già ottenuta. Comunque finisca domenica pomeriggio, Bernhard Langer se ne andrà a casa avendo scritto un altra pagina di storia ad Augusta. Con il punteggio di 141 (68 71, -3) il tedesco è diventato il più anziano giocatore a superare il taglio in 84 edizioni del torneo.

Il due volte vincitore della Giacca Verde (1985 – 1993) ha impressionato nei primi due giri di questo Masters autunnale: pur giocando un campo decisamente più lungo dei potenti e giovani colleghi, Langer ha gestito in maniera impeccabile le difficoltà, sfruttando le occasioni da birdie costruite con intelligenza e contenendo al minimo gli errori con una tattica accorta.

Congratulazioni Bernhard, devi essere orgoglioso del fatto che a 63 anni stai ancora stabilendo record… (quello precedente era di Tommy Aaron, che nel 2000 aveva 63 anni e 1 mese quando passò il taglio ad Augusta, ndr).

Sì, devo dirti che lo sono molto. Quando pensi a tutte le leggende che hanno giocato questo torneo – campioni come Gary Player, Arnold Palmer, Jack Nicklaus e così via – per me essere il giocatore più anziano ad aver superato il taglio significa tanto.

Ho visto Tommy Aaron martedì alla cena dei campioni. Gli ho detto che il suo record del taglio a 63 anni era impressionante ma l’ho anche avvertito che questa settimana avrei fatto di tutto per superarlo.

Ha riso e mi ha augurato buona fortuna, ed eccoci qui. Conosco Tommy da più di 30 anni per le tante cene dei campioni passate insieme ad Augusta e perché ha continuato a gareggiare per molti anni. È un vero signore del gioco e mi ha sempre trattato molto bene. Abbiamo grande rispetto l’uno per l’altro.

Sai, superare il taglio qui non è scontato nemmeno per i più giovani e potenti, figurati per me. Non è un campo facile, soprattutto negli ultimi anni in cui è diventato molto più lungo. Per i cinquantenni 50/60enni è davvero dura, giochi al green nei par 4 sempre bastoni lunghi. Non mi sorprende che il record di Tommy sia resistito così tanto.

I primi due giri di questo Masters sono stati una vera maratona a causa del ritardo di giovedì per il forte temporale che ha allagato tutto. Com’è stato gestire questa situazione?

Non semplice. Il mio primo round è stato ritardato quindi giovedì non sono sceso in campo fino alle 15 circa, per cui ho giocato 36 buche nell’arco di 24 ore su un campo da golf molto bagnato e mosso. Ero piuttosto stanco dopo il mio secondo giro: venerdì dovevo alzarmi alle 4 del mattino, quindi ho provato ad andare a letto alle 21, per dormire circa sette ore ma è stato difficile prendere sonno a quell’ora. Non ero molto contento quando è suonata la sveglia!

Hai girato in 68 il primo giro, il tuo miglior risultato al Masters dal 2001.
Cosa ti è piaciuto del tuo gioco?

Ho drivato molto bene mettendo sempre la palla in fairway, poi il mio gioco corto è stato abbastanza buono. Quando ho mancato il green l’ho fatto senza commettere grandi errori e dalla parte meno complicata. Se riesci puttare bene e mantenere la palla in gioco con il drive puoi ottenere un buono score. Non ho commesso molti errori nelle prime 18 buche e imbucare qualche birdie è stato bello.

La tua ultima buca giovedì sera è stata la 1. Era la tua decima della giornata e hai fatto birdie praticamente al buio…

La buca 1 è molto lunga. Ho dovuto giocare drive e addirittura un ibrido 2 di secondo. Avevo un putt da circa 7 metri e mezzo, l’ho colpito perfetto sulla giusta linea e l’ho infilato. Poi ho concluso bene il giro venerdì mattina: le prime nove sono più semplici delle seconde e ho fatto un buon risultato.

Con il sole e la brezza di venerdì i green si sono velocizzati rispetto al primo giro?

Erano un po’ più veloci al mattino ma poi nel pomeriggio tendono a essere più lenti. Nel secondo giro non sono stato solido e costante come nel primo, credo di avere subito un po’ la stanchezza. Ho fatto bogey all’ultima per finire uno sopra il par ma non è stato comunque un brutto giro.

La classifica nelle posizioni alte è davvero interessante, con moltissimi giocatori divisi da solo due colpi. Qualcuno di loro cattura la tua attenzione in particolare?

È e sarà una bella lotta, è tutto molto aperto. Dustin Johnson potrebbe essere il favorito a questo punto ma è difficile dire quando hai una classifica così corta. Potrebbe esserlo ancora di più quando tutti termineranno il terzo giro sabato mattina. Tiger Woods è ancora lì ma ce ne sono molti altri, molti grandi campioni e tutti conoscono perfettamente il campo. L’unica sorpresa in negativo per me è Bryson DeChambeau, che rischia di non passare il taglio.

Cosa ne pensi del gioco di DeChambeau?

Visti i risultati fino ad ora sembra funzionare. Ci ha lavorato molto e ha vinto lo U.S. Open dominando. Anche quando finisce in rough tira fuori la palla con un wedge o un ferro 9 e raggiungere quasi sempre ogni par 4, anche se sono di 500 yard. È un gioco diverso anni luce da quello tradizionale. Ho fatto nove buche con lui in Texas durante un evento del PGA Tour in estata ed è stato davvero impressionante. Giocava su linee che la maggior parte dei professionisti del Tour nemmeno prendono in considerazione. Del resto tirando il driver a 350 yard il campo lo vedi in modo completamente diverso… DeChambeau dice che Augusta per lui è un par 67: il problema è che sino ad ora l’ha un po’ tirata ovunque e non ha imbucato quasi mai. Se non sei preciso qui non fai molta strada…

Spesso nei grandi tornei hai un autista che ti porta in giro, in questo Masters invece stai guidando tu nei vari trasferimenti. Cosa preferisci?

Difficile da dire! Amo le comodità ma dal momento che mi piace molto guidare e che qui posso utilizzare tutte le funzionalità della nuova Mercedes-Benz Classe S che ho a disposizione, scelgo sicuramente quest’ultima!