<Ho vinto>. Sono state le prime due parole urlate al telefono da Franco Chimenti. Mesi di tensione si sono scaricati in otto battute, spazio compreso. Difficile raccontare l’euforia di chi questa Ryder Cup in Italia se l’è inventata quando nessuno voleva seguirlo. Avete in mente “Pazza idea” di Patty Pravo? Il professore era andato oltre. <Ricordo come fosse oggi – racconta il presidente della Fig – quando l’allora capo dell’European Tour, George O’Grady,  mi disse: perché non candidi Roma per l’edizione del 2022? Potresti farcela>.

<Confesso che fin dal primo minuto non mi è mai sembrata una pazza idea – continua Chimenti -. Mi è bastato pensarci un attimo per crederci. La Ryder a Roma. Perché no? Quale città meglio della nostra Capitale?>.

Ovviamente, per dirla alla Baglioni, “Strada facendo” sono cominciati i problemi. <È stato un lavoro molto difficile e complesso – spiega il professore -. Ma siamo stati bravi, me lo dico da solo. Abbiamo messo insieme un comitato di persone con grandissime esperienze e grandi capacità. Ci siamo affidati a consulenti di altissimo spessore e un pezzetto alla volta abbiamo trasformato un sogno in una realtà>.
Dalla cornetta del telefono si sente saltare un tappo di spumante (rigorosamente italiano). Poi un altro e un altro ancora. È festa grande alla Federazione Italiana Golf.
È festa grande soprattutto per Franco Chimenti. Il piccolo uomo – per ricordare Mia Martini – che ha sfidato da solo tutta l’Europa. E l’ha battuta. Ha battuto perfino la Merkel. <È stata una grande vittoria, la vittoria di un Paese intero – aggiunge Chimenti -.  O meglio, è stata la vittoria di noi che ci abbiamo creduto. Perché quasi tutti erano certi che la Germania ci avrebbe umiliato>. E dall’altra parte della cornetta ride: <Quanti sassolini dalla scarpa voglio togliermi ora. I quanti mi hanno dato del matto. O hanno detto che volevo solo gettare del fumo negli occhi>. Per continuare le citazioni: The Platters.

<Ma senza l’intervento di Renzi – continua Chimenti -, questa grande vittoria sarebbe stata impossibile. L’appoggio del governo, con un piano finanziario solidissimo, è stato determinante. Il presidente del Consiglio ha capito fin dal primo momento quale grande opportunità sia la Ryder per il Paese. Un incredibile affare. E ha accettato la scommessa. E con lui otto ministeri. Lo devo ringraziare una volta di più>.
E i sognatori di golf dovranno ringraziare quest’inesauribile presidente. <Faccio il presidente della Federazione da tanti anni, ormai – risponde il professore -, e penso di aver fatto tutto il possibile per far crescere il nostro meraviglioso sport in Italia. Confesso, non è stato facile. Ho raggiunto il record dei centomila tesserati. Ma non mi accontento delle cifre. Voglio sempre di più. È il mio carattere: ho sempre raggiunto nella vita i traguardi che m’ero prefissato. Come presidente della Federgolf volevo fare qualche cosa di più. E la Ryder è la più grande molla per tentare di dare una scossa a questo nostro gioco. Ci sto provando>.

La Ryder in Italia sembra quasi di sfiorare l’assurdo. Siamo sempre stati la Cenerentola del golf europeo… <Questa vittoria significa l’ingresso del nostro Paese nell’élite del golf mondiale – conclude Chimenti -. Vi stupirete per quello che riusciremo a realizzare aspettando il 2022. Ma, ora, mi lasci andare: mi si scalda lo champagne>.
Ah, lo champagne. Come cantava Peppino Di Capri…

N.F.

Richard Hills, direttore della Ryder Cup, con Franco Chimenti, presidente Fig, durante la presentazione della candidatura di Roma per la Ryder Cup 2022. L'italia sarà il terzo paese dell'Europa continentale dopo la Spagna (Valderrama 1997) e la Francia (Parigi 2018) ad ospitare la biennale sfida tra Europa e Stati Uniti
Richard Hills, direttore della Ryder Cup, con Franco Chimenti, presidente Fig, durante la presentazione della candidatura di Roma per la Ryder Cup 2022. L’italia sarà il terzo paese dell’Europa continentale dopo la Spagna (Valderrama 1997) e la Francia (Parigi 2018) ad ospitare la biennale sfida tra Europa e Stati Uniti