Il countdown per la prossima Ryder Cup a Roma è iniziato.
Dove oggi c’è il Marco Simone in epoca romana c’erano numerosi insediamenti agricoli e imponenti ville patrizie. Non lontano si trova la spettacolare villa dell’imperatore Adriano.

Quello che forse non sapete è che qui ebbe origine una delle scuole filosofiche più importanti dell’antichità la cui influenza dura tutt’oggi: lo stoicismo.

Il nome deriva dal portico decorato con pitture murali nell’Agorà di Atene dove, intorno al 300 a. C., un mercante di nome Zenone di Cizio dopo aver perso tutti i suoi averi in un naufragio iniziò a praticare la filosofia. Ma la grande diffusione di questa scuola si deve soprattutto agli stoici dell’epoca imperiale romana che enfatizzarono le dottrine secondo le quali il saggio è assolutamente immune dalla sventura non già perché essa non arrivi, ma perché egli non ne viene travolto.

“Sii come il promontorio, contro cui si infrangono incessantemente i flutti: resta immobile, e intorno ad esso si placa il ribollire delle acque.” Afferma Marco Aurelio filosofo e imperatore (121-180 d.C.), nipote e successore di Adriano, nelle sue Meditazioni. Dialoghi con se stesso. Del resto, questo è il significato che attribuiamo oggi nel linguaggio comune al termine ‘stoico’: colei o colui che affronta imperturbabile le avversità.

Altro importante insegnamento è quello per il quale se non possiamo controllare ogni fattore che potrebbe influenzare le nostre vite, possiamo invece avere pieno controllo delle nostre azioni e reazioni: “Le nostre azioni possono essere impedite ma non può esserci alcun impedimento alle nostre intenzioni o disposizioni”, sempre secondo Marco Aurelio.

Una caratteristica che rende popolare lo stoicismo è che esso, fin dagli inizi, è stata una filosofia fortemente pratica.

Lo stoicismo offre molti consigli pratici, molti ‘esercizi’ per diventare saggi

Ad esempio, applicando la tecnica chiamata premeditatio malorum, l’esercizio di immaginare cose che potrebbero andare storte, ci aiuta a prepararci per gli inevitabili contrattempi della vita.

Lo stoicismo e il golf

Se applicato al golf questo potrebbe significare visualizzare non solo i colpi perfetti (visualizzazione positiva) ma anche i colpi andati male: siamo finiti nel rough alto, delle piante ci bloccano la linea ideale e così via.
Un esercizio come questo, può aiutarci ad accettare gli eventi su cui non abbiamo controllo e darci l’opportunità di lavorare sulle emozioni generate dal nostro pensiero per costruire resilienza e forza. Il lie della palla non è più un fattore sul quale abbiamo controllo, la dobbiamo giocare come e dove si trova. Ma, seguendo l’insegnamento degli stoici, possiamo controllare le nostre reazioni e azioni: sostituire rabbia e frustrazione con determinazione e convinzione.
La premeditatio malorum ci fa immaginare possibili situazioni negative, il che ci porterà a praticare in allenamento colpi difficili, conseguenza di tiri ‘brutti’, così quando ci addresseremo davanti alla nostra palla, infossata nel rough alto e duro, più bassa dei nostri piedi e con forte vento da sinistra sapremo cosa fare. Così, come Marco Aurelio, ci sentiremo uno scoglio imperturbabile in mezzo alla tempesta.

Se volete approfondire i temi trattati potete scrivermi a: stefano@stefanoscolari.it