Nell’edicola di Golf & Turismo su questo sito, da oggi è in vendita la Guida 2020 del golf italiano. Potete scaricarla con pochi click al prezzo di 10 euro, per tenerla e visualizzarla su computer, tablet o cellulare. Troverete poi la versione cartacea (360 pagine) nei Circoli italiani appena riapriranno i battenti. All’interno dello Speciale Circoli e Calendari, le schede di tutti i club italiani, con l’indicazione di ogni notizia utile, comprese centinaia e centinaia di indirizzi di alberghi e ristoranti consigliati.

Anche all’inizio di questo sfortunato 2020 i numeri del golf italiano non sono cambiati molto. Circoli e giocatori si rivelano in leggera flessione. In particolare ormai i club sono scesi sotto quota 400 ed è davvero difficile pensare che in questo momento tanto complicato si potrà in futuro invertire il trend al ribasso. Nella Guida di Golf & Turismo degli scorsi anni la musica era più o meno la stessa. 

Per il 2020, siamo perciò costretti a segnalare numeri negativi. I giocatori al 31 dicembre 2019 erano 90.229, contro i 91.165 di fine 2018. Si tratta di un valore  leggermente inferiore a quello di 13 anni fa, nel 2007. Il picco del 2011 (101.817) è arrivato al termine di tre stagioni oltre la fatidica soglia dei 100.000 (2009-2011). Oggi però ci troviamo ormai abbastanza distanti da quei numeri, con una perdita di oltre l’11 per cento di praticanti. Gli uomini rappresentano sempre i tre quarti (74,5%, 67.286) lasciando alle donne il rimanente 25,6% (22.943). Dei 90.229 golfisti italiani, gli adulti erano 80.630 e gli juniores 9.599 (10,6%).

Nella nostra Guida 2020, non cambia molto anche la situazione relativa alle strutture dedicate al gioco. Il boom che si è registrato a cavallo fra anni ’90 e primo decennio del secolo attuale si è trasformato in una calma piatta. Da tempo ormai non si ha notizia di un nuovo impianto in costruzione. Gli interventi si limitano a ritocchi e poco altro.

Potrebbe essere però all’orizzonte una novità, e cioè quella di un 18 buche a Follonica, sul litorale toscano e poco distante da Punta Ala. Si tratta di un progetto che ha ormai molti anni alle spalle e non è mai stato portato a termine. L’acquisto delle strutture esistenti da parte di Carlo Paolo Negroni, appartenente alla celebre azienda lombarda produttrice di salumi, ha dato un nuovo slancio alla fine dei lavori. Vedremo se questo difficile momento non costringerà a rimandare ancora l’apertura del campo, che si estende su oltre 55 ettari. Per il resto, al momento non sono a nostra conoscenza in Italia altri progetti di nuovi percorsi. 

D’altro canto, visto che nel nostro Paese non riesce a crescere il numero dei giocatori, i campi in attività sono più che sufficienti per la richiesta dei golfisti di casa nostra. Abbiamo infatti uno dei valori più bassi in Europa come numero di praticanti per circolo. Se comprendiamo anche i campi pratica, parliamo di 386 club sparsi lungo la Penisola, con la bassissima media di 233 giocatori per struttura.

Solo per darvi un’idea, in Olanda questo numero è di 1.179 tesserati per circolo, senza considerare anche le decine e decine di migliaia di giocatori “liberi” che non sono iscritti alla Federazione. Nel nostro Paese, inoltre, c’è poco più di un golfista (per l’esattezza 1,4) ogni mille abitanti. In Islanda, detentrice del record europeo, invece uno su 20 sull’isola ha confidenza con fairway e green. Un altro pianeta.