Un capolavoro in piena regola. Non c’è altro modo di definire la prestazione dell’Europa di Luke Donald in una straordinaria prima giornata della 44esima Ryder Cup al Marco Simone.

Dopo aver tirato un destro secco agli americani chiudendo i foursome del mattino con un perentorio 4 a 0, gli uomini di Donald hanno lottato come leoni anche nei fourball del pomeriggio, riuscendo a chiudere la sessione senza nemmeno concedere una vittoria nei quattro match.

Forza, caparbietà, determinazione e, perché no, anche un pizzico di fortuna gli ingredienti magici che hanno già consegnato ai libri di storia questa lunga giornata d’esordio dell’edizione italiana.

Vittoria di squadra

Non vogliamo promuovere a eroe di turno uno specifico giocatore, anche se Jon Rahm ha certamente contribuito con tutto il suo immenso talento a trascinare emotivamente la squadra.

Ma che dire allora di Matt Fitzpatrick, schierato per la prima volta proprio nel pomeriggio in copia con Rory McIlroy e autore di una partenza da antologia con quattro birdie e un eagle nelle prime sei buche, prima che il compagno nordirlandese iniziasse anche lui a macinare birdie per chiudere agevolmente alla 15 per 5&3 contro due mostri come Xander Schauffele e Collin Morikawa.

Anche quando sembrava che gli Stati Uniti fossero sulla via del parziale recupero del pesante distacco accusato nei match del mattino, ecco sistematica la zampata europea a rimettere in carreggiata inconri che sembravano già colorati di rosso.

L’incredibile eagle imbucato alla 18 da Jon Rahm, che ha regalato mezzo insperato punto allo spagnolo e al rookie Nicolai Hojgaard, il birdie di Viktor Hovland che ha salvato un difficiile match e il compagno Hatton contro la coppia Spieth/Thomas, hanno ripetutamente sbattuto la porta in faccia agli americani, tramortiti da una straordinaria carica emotiva degli avversari.

Finale di giornata al cardiopalma

Poi, al calare del sole, ecco il Capolavoro vero, quello che chiude una giornata da incorniciare per Donald e i suoi ragazzi. Il birdie di chi non poteva certo fallire in un momento decisivo, quello di Justin Rose, eroe di mille battaglie in Ryder, sempre alla 18, dopo l’errore di Homa.

Poi spazio all’esultanza senza freni, la mano sul petto e sullo scudo del Team Europe e quel dito indirizzato ai compagni di squadra a bordo green, simbolo di un’unione assoluta e di un gruppo che ha incantato per dedizione e attaccamento ai colori.

Luke Donald, alla vigilia, aveva mostrato al mondo la Secret Room degli spogliatoi del Marco Simone. Una stanza dove raccogliere i suoi ragazzi e prepararli per qualcosa di straordinario. A guidarli lo spirito del grande Seve Ballesteros, con il suo posto, la sua maglietta e il suo nome al fianco di quelli dei 12 dei protagonisti di oggi, per non dimenticare il suo mantra: mai dire mai, nulla è impossibile sino all’ultimo putt.

E così è stato, un’altra indelebile pagina di Ryder Cup è stata scritta da questi 12 fantastici campioni, oggi, al Maco Simone, ricordando a tutto il mondo quale sia lo spirito vincente di un team davvero indomabile.

Domani è un altro giorno. Il golf, lo sappiamo bene, può regalare cambi di vento improvvisi e a volte inspiegabili. Ma una cosa è certa: alla fine di questa prima giornata il tabellone luninoso che saluta i 45mila spettatori di oggi recita Europa 6,5 – Stati Uniti 1,5.

Questo capolavoro è già scritto nella storia e nessuno può più cancellarlo.

I foursome di sabato 30 settembre

Ecco i quattro match foursome del mattino

7:35 McIlroy/Fleetwood – Thomas/Spieth
7:50 Hovland/Aberg – Scheffler/Koepka
8:05 Lowry/Straka – Homa/Harman
8:20Rahm/Hatton – Cantlay/Schauffele.