I mesi invernali mettono a dura prova il golfista seriale, costringendolo spesso a vere e proprie battaglie non solo contro sé stesso, come ci insegna il nostro caro amato sport, ma anche contro vento, pioggia, e freddo, che ne ostacolano i propri “istinti”.

Il golf, per le sue caratteristiche si differenzia dalle altre discipline per il fatto che non esistono delle regole precise su come affrontare un percorso durante una gara o in allenamento.
Questo secondo me è uno degli aspetti più affascinanti che obbligano il giocatore a una valutazione del proprio stato fisico, mentale e la calibrazione quindi delle proprie energie.

Il fatto di doversi “imbacuccare” per temperature troppo rigide, preoccuparsi di tenere sempre asciutta la propria attrezzatura, e di valutare sempre le condizioni del campo, prima e durante la gara, aumentano ancora di più le premesse.

Non pensare di avere la stessa esplosività e quindi coprire le medesime distanze in inverno come in estate, ammettere, specie per i non più giovani, che la schiena e le spalle hanno bisogno di un maggiore “warm up” prima di iniziare a giocare, riconoscendo alla fine che gli stravizi della cena della sera prima, necessitano di più tempo per smaltirli del tutto.

Come vedete sono tanti i fattori che incidono sulla prestazione del sabato o della domenica mattina.

Credo sia arrivato il momento di vedere le cose in maniera diversa, creandosi un percorso alternativo con lo scopo di divertirsi, osare, diventare più solidi e consapevoli dei propri mezzi.

Prima di tutto stabilendo una “Series” di gare attraverso le quali sperimentare le diverse strategie

Non più finalizzare lo score del singolo torneo, in rapporto alla classifica finale, ma fare i conti al termine del proprio circuito stabilito. Consiglio di considerare almeno 6/8 risultati, prima di arrivare a conclusioni. Un torneo di centinaia di buche, giocate ognuna in maniera diversa.
Questo vi permetterà di cambiare la vostra strategia in base al vostro stato psicofisico. Un giorno sarete coraggiosi e impavidi, e tenterete quindi di tagliare il lago di quella buca che tanto vi spaventa, oppure estrarre il “cannone” dove spesso invece vi limitereste a un ibrido a causa di un fairway troppo stretto.

La volta dopo magari sarà il turno di un giro totalmente conservativo, fatto di strategie mirate a tenere la palla in pista e sbagliare dalla parte giusta, evitando ostacoli e visuali ridotte.

Potrete anche sperimentare in una delle tappe a fare un mix delle vostre capacità, cambiando marcia tra le prime e seconde nove buche, anche tenendo conto di come vi sentite la mattina, come sono le condizioni climatiche, ricordandovi che la posta in palio siete voi, non il premio esposto sul tavolo in clubhouse.

Sono convinto che alla fine di questi passaggi troverete un equilibrio e la consapevolezza di come gestire al meglio le vostre emozioni e capacità, facendovi trovare pronti per la nuova stagione.

Mi sono dimenticato una cosa fondamentale, ovvero il mantra che vi dovrà accompagnare in questo vostro laboratorio di idee ed esperimenti: #CHISSENEFREGA

Qualsiasi cosa accada, top, flappe, agitazione, ansia, paura del giudizio degli altri, fregatevene, perché voi, a differenza di molti, vi siete messi in gioco per evolvervi e migliorare.