La costruzione delle prime nove buche del Golf Club Le Rovedine risale al 1976. Le restanti nove vennero invece aperte al gioco nel 1992.

Il bel circolo di Noverasco di Opera, cui è collegato l’attrezzatissimo e contiguo campo pratica Mirasole, vera fucina di nuovi golfisti milanesi, da qualche anno è divenuto di proprietà della famiglia Piras.

Nel 2010 è stato rinnovato l’impianto di irrigazione a servizio delle prime nove buche.

Per le altre Franco Piras, General Manager del Circolo e noto architetto di campi da golf, ha scelto di effettuare i lavori internamente affidandosi al proprio staff con l’assistenza esterna di un team di supporto.

Il suo vasto know how nella realizzazione di buche è stato naturalmente fondamentale per la decisione di realizzare in proprio l’intervento.

Ecco come ci ha raccontato l’esperienza di rinnovo dell’impianto irriguo.

“Già da alcuni anni avevo in progetto di rivedere l’impianto di irrigazione delle buche non ancora rinnovate.

Emergevano infatti criticità piuttosto comuni dovute sia alla normale obsolescenza dell’impianto che ad una copertura non adeguata alle attuali esigenze agronomiche e di gioco.

Unitamente all’ingegner James Massarenti, con il quale collaboro da oltre vent’anni, rispondendo a una naturale e doverosa propensione al risparmio abbiamo considerato l’opportunità di effettuare singoli interventi solo su aree circoscritte.

Tuttavia, dalla valutazione costi-benefici è chiaramente emerso come in un’ottica di medio- lungo termine fosse invece preferibile intervenire in maniera radicale, nonostante un investimento iniziale maggiore.

Acquafert Green ha condiviso la soluzione di intervento confacente alle mie esigenze.

Io e James abbiamo effettuato la progettazione, affidando la realizzazione dell’impianto al mio staff con il supporto di Acquafert Green, che ha fornito i materiali ed è intervenuta con personale specializzato nell’organizzazione del cantiere e nella realizzazione delle fasi più salienti.

L’esperienza da me acquisita nella progettazione e costruzione di campi da Golf e le competenze della squadra di manutenzione interna, coordinata da mio nipote Francesco, hanno reso possibile questa particolare formula di collaborazione.

Se il nostro team non fosse stato preparato e non avessimo avuto in casa attrezzature e macchinari adeguati avrei optato per un ‘chiavi in mano’, ma in questo modo siamo riusciti a contenere l’investimento, a ridurre i danni al percorso e a ottimizzare la forza lavoro durante la dormienza invernale del tappeto, piuttosto che impegnarla con “lavoretti di riempimento”.

L’apporto di Acquafert è stato importante soprattutto nel completamento della formazione del mio Staff, che ha appreso sottigliezze e ‘segreti del mestiere’ e oggi è ancor più confidente nell’affrontare la gestione quotidiana dell’impianto e la sua manutenzione.

La realizzazione del nuovo impianto ha richiesto oltre 2.500 ore di lavoro ed è stato realizzato in due mesi tra gennaio e febbraio.

A marzo, con la ripresa vegetativa, abbiamo portato e termine le finiture, i ripristini e le trasemine nelle aree interessate dagli scavi e dai pozzetti.

Al di là degli aspetti economici ci sono ulteriori vantaggi nel costruire da sé un impianto di irrigazione.

Nessuna ditta esterna conosce il campo e le esigenze irrigue di ogni area meglio dello staff interno, senza contare che sappiamo esattamente dove far passare le tubazioni, sia per evitare di compromettere drenaggi e sottoservizi che in una visione evolutiva del restyling al quale il percorso sarà soggetto nei prossimi anni.”

La soddisfazione per la buona riuscita di questa collaborazione è condivisa anche da Canzio Sanguanini, CEO di Acquafert Green: “Ho accettato con grande piacere di collaborare con il dottor Piras, l’ingegner Massarenti e tutto lo staff del Golf Club Le Rovedine.

Penso che in questo caso la formula con cantiere assistito abbia funzionato molto bene.

Ci affidiamo a questa soluzione solo quando il Circolo è in grado di gestire in prima persona gli acquisti, la messa in opera e i ripristini agronomici.

Ho lavorato con Franco Piras in alcuni dei suoi progetti ed è nato un rapporto di stima reciproca che lo ha spinto a chiedere il nostro intervento all’interno del suo Circolo.

Mi è stato presentato il progetto e subito come Acquafert Green ho espresso la volontà di collaborare, mettendo a disposizione un capocantiere di lunga esperienza.

Successivamente ho fornito alla sua squadra le macchine operatrici indispensabili per il vibrointerro delle tubazioni secondarie.

In questo modo è stato possibile minimizzare i danni al tappeto erboso e procedere in autonomia al ripristino del campo.”