Il Portogallo cinque anni fa era quasi al default, oggi cresce a ritmi record. A Lisbona i tanti cantieri “work in progress” testimoniano  una città in sviluppo con nuove case, centri commerciali, ristrutturazioni di strade, piazze e palazzi. E i prezzi del mercato immobiliare stanno lievitando a vista d’occhio.

Il Portogallo punta a diventare la California d’Europa, dove gli studenti possono studiare  in campus di ultima generazione come quello che sta per nascere a Lisbona, dove il Tago sbocca nell’Atlantico. Ma al tempo stesso godere di una buona vita, andare in spiaggia e mangiare bene a prezzi moderati.  I motivi principali di questo boom turistico sono di varia natura. Innanzitutto assenza di atti terroristici (per lo meno negli ultimi anni), tanto da considerare il Portogallo tra le destinazioni più sicure al mondo. Poi la pressione fiscale è moderata rispetto alla media europea, con incentivi fiscali per le imprese e nascita di start up.

In aggiunta un incremento del segmento turistico-golfistico cresciuto di pari passo con l’ampia scelta dei tanti percorsi presenti sul territorio portoghese frequentato da scandinavi, tedeschi, inglese e irlandesi. Ho voluto visitarne alcuni poco conosciuti per noi ma di assoluto valore tecnico.

Praia D’EL Rey & C.

Iniziamo con i due percorsi gioiello di Praya del Rey, poco meno di un’ora di auto a nord di Lisbona, conosciuti in occasione della finalissima WinGolf  “Race to Portugal”.

Un poker di campi di assoluto pregio tra cui Praia D’El Rey, West Cliffs, Bom Sucesso e Royal Obidos, l’ultimo campo disegnato da Ballesteros.  I primi tre fanno capo al gruppo Marriott che, con il suo Praia D’El Rey Golf & Beach Resort, offre ospitalità di altissimo livello in una location strategica per noi golfisti. L’hotel, infatti, si trova adagiato sulla lunghissima spiaggia di Obidos, all’interno di un parco naturale di rara bellezza. Alla finalissima della Win Golf Race to Portugal c’erano una settantina di iscritti, tra cui anche giocatori esterni.

Il primo giorno ho girato sullo spettacolare Praya D’El Rey, un misto tra links e parkland, opera di Cabell B.Robinson. L’architetto americano è autore di altri campi stupendi come Finca Cortesìn e La Reserva di Sotogrande in Spagna, lo Sperone in Corsica e l’Aphrodite Hills a Cipro, tanto per citarne alcuni. Quello che mi ha colpito di questo percorso è la bellezza del luogo dove il percorso è stato concepito.

Le prime nove buche  si trovano all’interno del parco naturale con pini ed eriche multicolori, mentre le seconde si estendono a ridosso della lunghissima spiaggia della costa dorata tra rosse falesie e dune naturali.

Alla scoperta del West Cliffs

Il secondo giorno di gara, dopo una colazione da 10 e lode, ecco le insidie del West Cliffs, l’altro 18 buche di proprietà Marriott inaugurato nel 2017, decisamente più impegnativo sia dal punto di vista tecnico che fisico: si consiglia un golf car e tante palline  in sacca. L’impronta femminile del suo architetto Cynthia Dye, nipote di Pete Dye, si nota nella cura del disegno perfettamente integrato nel paesaggio.

Il terzo giorno di gara si è svolto nel Royal Obidos, l’ultima creatura di Ballesteros che purtroppo non riuscì a vederlo ultimato, ma il ricordo indelebile del fuoriclasse spagnolo è presente nelle bellissime foto in bianco e nero all’interno della moderna clubhouse.

Organizzazione perfetta a cominciare dall’accoglienza, incluso un accurato birdie book ma soprattutto un campo di altissimo livello.



La Mecca del golf

Finita la Race to Portugal, mi sono spostata in Algarve, la regione più meridionale del Portogallo, a poco più di due ore di auto dalla capitale e con un clima più mite. I turisti golfisti vengono qui non solo per assaggiare baccalà e sardine grigliate, ma soprattutto per godere della natura circostante e giocare su un’ampia scelta di campi.

Avendo poco tempo, ho scelto tre percorsi molto diversi tra loro ma tutti con caratteristiche top level ad iniziare dal campo numero uno portoghese: il Monte Rei Golf Resort & Country Club.

Questo magnifico 18 buche firmato da Jack Nicklaus, battezzato North Course, si trova  all’interno di un parco privato di oltre 1.000 ettari nell’estremo sud dell’Algarve, staccato dalla concentrazione dei percorsi di Albufeira.

Servizio top dal primo momento che si varca il cancello di entrata, con valet parking e ricordo personalizzato alla fine del giro di golf. 

Ogni buca del percorso è stata concepita per dare la sensazione di isolamento completo anche nel caso di tanti giocatori, in campo con tee time ogni 12 minuti, più distanziati rispetto alla norma.

Ostacoli d’acqua e stupendi ma immensi bunker  entrano in gioco in quasi tutte le buche.

Le ville che circondano la proprietà sono incantevoli, alcune in affitto altre in compravendita.

Il progetto di un secondo campo, il South, sempre a firma di Nicklaus, è già in cantiere.

Sul campo del master lusitano

Di ritorno verso Vilamoura, non potevo certo mancare il Victoria Golf Course, uno dei 5 super campi che appartengono al gruppo Dom Pedro, firmato da Arnold Palmer.

Senza dubbio uno dei più prestigiosi tra i 35 percorsi dell’Algarve, sede stabile del Portugal Master dal 2007, questo prestigioso percorso fa parte della collezione Dom Pedro che comprende anche l’Old Course, il Millennium, il Pinhal   e il Laguna Golf.

Il percorso del Victoria  è un Championship course par 72 di 6.650 metri dai tee di campionato e comunque piuttosto lungo per noi amateur.

Personalmente ho apprezzato maggiormente le seconde nove buche, con il gran finale della 17 e 18.

La prossima edizione del Portugal Master si terrà dal 24 al 27 ottobre 2019, slittato di un mese rispetto all’edizione del 2018 causa il caldo afoso che ha assalito i professionisti. 

Una bella occasione per tornare in questa magnifica regione del Portogallo.

Verso Quinta do Lago

L’ultimo campo visitato è stato il Laranjal, che in portoghese significa “aranceto”; in effetti questo magnifico percorso, che assieme ai campi Sud e Nord fa parte del Resort Quinta Do Lago, si trova all’interno di un immenso  giardino di aranci e alberi da sughero.

Il disegno è quello di un links ma con spazi maggiori, il che si traduce in grande divertimento e minimo rischio di perdere palline.

Niente case, niente strade rumorose: qui è la pace assoluta, immersa in una natura spettacolare.

A Quinta do Lago, è impossibile annoiarsi: il  pluripremiato Resort mediterraneo organizza oltre 100 eventi l’anno, non solo per golfisti ma anche per chi desidera una vacanza sportiva a 360°.