Cosa sta succedendo e come sta cambiando il golf di questi ultimi anni?

Bryson DeChambeau ha sicuramente destabilizzato l’ambiente con la sua incredibile metamorfosi fisica e con il conseguente aumento di potenza che gli permette in tutti i campi di scegliere linee di gioco mai osate prima.

Se fino a oggi, quando si voleva sottolineare un colpo aggressivo, lo si identificava sempre come ‘Tiger line’, fra non molto le ‘Bryson line’ diventeranno ancora più famose!

I pionieri del fitness nel golf professionistico

Andiamo a scoprire da quanto tempo si è iniziato a dare importanza alla preparazione fisica nel golf. Guardando indietro negli anni possiamo affermare con certezza che il primo vero precursore del duro allenamento fisico sia stato Gary Player.

Negli Anni 60 il piccolo fuoriclasse sudafricano capì subito che per competere contro gli americani avrebbe dovuto rinforzarsi fisicamente. La necessità ben presto divenne passione e ancora adesso, a 85 anni suonati, Player è dotato della forza e dell’elasticità di un ventenne.

A quei tempi non esistevano studi specifici, solo una ginnastica fai da te e si pensava quindi che fosse necessario potenziare solo le braccia, considerate l’unico vero motore del bastone.

Nelle generazioni successive Greg Norman, l’australiano dal fisico statuario e indiscusso numero uno mondiale per parecchi anni, ha convinto tutti dell’importanza della preparazione fisica globale tramite le sue straordinarie prestazioni.

Durante la stagione agonistica Norman sceglieva solo hotel dotati di palestra, e mentre i suoi avversari andavano in stanza a riposarsi, lui andava a sollevare pesi e a rinforzare la sua muscolatura.

Gary Player nel 1960
Gary Player nel 1960
Greg Norman nel 1989
Greg Norman nel 1989
Bernhard Langer nel 1997
Bernhard Langer nel 1997

La svolta del truck dell’European Tour

Questo esempio di atleta forte e vincente convinse L’European Tour, grazie alle pressioni di Bernhard Langer, a investire sul fisico dei propri associati, mettendo a disposizione dei giocatori un gruppo di fisioterapisti e un truck dotato di attrezzi e pesi.

Sappiamo tutti quanto la preparazione atletica sia un aspetto fondamentale della nostra vita quotidiana e quanto a maggior ragione lo sia ancor di più in quella di un atleta, che vuole trasformare lo sport nel proprio lavoro.

Nel golf bisogna però stare molto attenti: troppi giocatori tramite una preparazione sconsiderata hanno guadagnato potenza muscolare ma hanno peggiorato le prestazioni, perdendo addirittura velocità e stabilità. Ricordiamoci che nel nostro sport la coordinazione è fondamentale.

Quando l’aumentare della forza fisica va a discapito della mobilità e della coordinazione la sequenza dello swing ne subisce le conseguenze, e oltre a perdere velocità, il giocatore può diventare anche molto meno preciso.

A me piace paragonare i nostri muscoli a una squadra di calcio: non sempre è efficace in termini di risultati avere undici fenomeni che non si passano la palla. Meglio schierare in campo giocatori normali che si conoscano alla perfezione e corrano comunicando perfettamente fra loro.

Un fisico atletico ed efficiente dal punto di vista golfisitco non deve quindi per forza di cose avere una forza sovrumana, sono altre le qualità importanti.

In altri sport al giorno d’oggi se non hai determinate altezze o masse muscolari hai davvero pochissime chance di eccellere, nel golf non è altrettanto vero.

Ritorniamo quindi alla domanda iniziale: muscoli o tecnica?

È davvero così importante potenziare il proprio fisico per diventare dei top player? Cominciamo con il sottolineare che la preparazione fisica nel golf, se fatta nella maniera corretta, è fondamentale innanzitutto per prevenire gli infortuni ed allungare la carriera, oltre che per rendere più solido e consistente il gesto tecnico.

Bernhard Langer ne è la dimostrazione vivente: ha vinto di più dai 55 anni in poi che nei primi 35 anni di brillante carriera. Il campione tedesco non ha costruito un fisico da ‘palestrato’ ma ha puntato sull’efficienza dei propri muscoli e la mobilità ed è stato sicuramente il miglior atleta che il Senior Tour abbia mai avuto.

A causa dei social e della televisione negli ultimi anni sta passando un messaggio tanto pericoloso quanto sbagliato: “La cosa più l’importante è muovere il driver sopra alle 120 miglia all’ora, se no sei tagliato fuori dai giochi e puoi cambiare sport“.

Ricordiamoci bene che nel golf al momento la tecnica occupa ancora un posto più importante rispetto al fisico e vi sono parecchi giocatori che giocano e vincono tranquillamente sul Tour con velocità di 115 mph.

Chi ha detto che un giocatore con una velocità medio bassa non possa essere un ottimo atleta? Non è certo solo la forza fisica a determinare il livello atletico di uno sportivo.

Fra l’altro non dimentichiamoci un aspetto importante: i picchiatori attuali, prima di trarre dei vantaggi dal potenziamento fisico, erano già dei fuoriclasse assoluti fin da ragazzini.

Non sono arrivati dove sono ora solo grazie alla potenza ma per merito di tutte le altre qualità che il golf ti richiede e che hanno sviluppato da giovani: tecnica, mani d’oro intorno ai green, freddezza, concentrazione e soprattutto il sapersi divertire e rendere al massimo sotto pressione.

E con questo non voglio dire che la potenza non li abbia aiutati. Aggiungere cento cavalli a una Ferrari ben assettata e collaudata può solo essere utile per puntare ancora più in alto, mentre aggiungerne 500 a una qualsiasi utilitaria non servirà certo a trasformarla in una Formula 1.

I giovani d’oggi devono capire che riempirsi di proteine e chiudersi in palestra non li farà certo diventare dei Tour player se alla base non ci sono tecnica e predisposizione al gioco.

Meglio un talento con 90 mph o un coetaneo potente da 120?

Se mi chiedessero: “Preferisci allenare un talento di 12 anni che ha 90 mph con il driver o un suo coetaneo non portato per il golf che ha la dote della velocità e arriva facilmente a 120?”

Beh, non avrei dubbi, sceglierei il primo e proverei a rinforzarlo anno dopo anno, senza usare pericolose scorciatoie.

Nel golf è senza dubbio più facile lavorare per rinforzare fisicamente il talento golfistico che portare al successo un picchiatore che non ha la stoffa.

Non illudiamoci quindi. I milkshake proteici non possono certo sostituire le palline di pratica, così come le ore passate in palestra non sostituiranno mai quelle trascorse in campo a provare e riprovare colpi e situazioni.

Se aspiri a diventare un Tour player entrambi gli aspetti sono importanti.

Ma prima si diventa ottimi golfisti e poi, con il crescere, si mette su massa e muscoli per rendere ancora più performante una macchina già competitiva.