Rafa Cabrera Bello, tre volte vincitore sull’European Tour, ci svela i segreti dei suoi colpi potenti e precisi dal tee.

Backswing ampio

A mio avviso è una cosa fondamentale e dovrebbe esserlo anche per voi. Il peso va distribuito più o meno equamente all’address; alcuni tendono a stare 40/60 o 60/40, ma la cosa importante è che all’apice del backswing il 95% del peso sia sul piede dietro, motivo per cui l’ampiezza del backswing è cruciale.

Focalizzatevi su un takeaway ampio e andate indietro fin dove riuscite a caricarvi in maniera solida e senza spostarvi lateralmente dalla palla.

Da questo punto, il downswing parte dai fianchi e il relativo srotolamento inizia da dove sentite la fascia elastica. Riuscirete così a generare più velocità.

Impatto verso l’alto

Solitamente chi gioca bene il driver attacca la palla verso l’alto anziché verso il basso, ottenendo un colpo alto e senza spin.

Per riuscire meglio potete già iniziare posizionandovi all’address con la palla avanti nello stance, ma non oltre il piede sinistro.

Il punto basso dello swing è circa 5 centimetri prima della palla, con il bastone su una traiettoria ascendente nel momento dell’impatto.

È difficile giocare un drive alto e lungo con il tee basso quindi alzatelo un po’. Il design dei bastoni moderni è ideato per una posizione più alta della palla.

Sempre connessi

E’ importante che durante lo swing tutto sia sincronizzato. Mani e braccia devono essere connesse al movimento del corpo. Bisogna immagazzinare energia e rilasciarla sulla palla con una determinata solidità.

Troppi dilettanti colpiscono la palla con forza esagerata, dimenticando che il modo migliore per massimizzare la distanza è quello di ottimizzare l’impatto tra palla e faccia del bastone.

Non mi stancherò mai di ripeterlo: la palla volerà più lunga e rotolerà di più se il bastone la colpisce correttamente anziché arrivare sulla palla al 110% ma perdendo qualità nell’impatto.

Il segreto per prendere più fairway e giocare meglio è proprio il ritmo; da sempre cerco di imitare Ernie Els e Retief Goosen, giocatori dallo swing a mio avviso molto elegante.

Guardate l’obiettivo

Un errore comune che vedo spesso, non solo negli handicap intermedi ma anche negli handicap bassi, è quello di dimenticarsi dell’obiettivo e non solo con il driver.

Vedo giocatori prendere la linea, posizionarsi e guardare la palla ma poi non guardare di nuovo verso l’obiettivo. Vorrei sottolineare quanto sia importante per il cervello imparare ad essere orientati all’obiettivo.

Guardate la palla, l’obiettivo, di nuovo la palla e di nuovo all’obiettivo, facendo anche i più piccoli aggiustamenti necessari.

Alcuni preferiscono non iniziare lo swing da una posizione statica, quindi oscillare il driver può scaricare un po’ di tensione.

Per altri è più facile iniziare il movimento focalizzando un punto che determini la partenza dello swing: per Jack Nicklaus ad esempio, era il ginocchio.

Io invece accenno un movimento con la spalla e poi muovo il bastone, una tecnica che mi tiene in movimento ed evita qualsiasi tipo di rischiosa tensione.

Ogni swing è diverso

La gente spesso si chiede se c’è un limite nell’andare indietro col bastone. La risposta è no, finché restate connessi.

Martin Kaymer a volte oltrepassa il punto in cui il bastone è parallelo al terreno nel backswing ma non per questo il suo swing è troppo lungo; in realtà Martin è molto flessibile e la sua rotazione lunga.

Lo swing di John Daly è unico: una rotazione delle spalle molto ampia ma con mani e braccia ben connesse al corpo.

Quindi nessuna paura se esagerate il backswing, purché le braccia lavorino in sincronia con il corpo.

Allo stesso modo potete avere un grip forte o debole ma non dovete né strozzare il bastone né perderlo.

Il segreto sta nel mantenere una pressione costante sul grip durante tutto lo swing perché, altrimenti, cambiando pressione sul grip in diversi momenti dello swing, potreste modificare la posizione della faccia del bastone.