Cari amici, stiamo vivendo un momento molto stimolante e allo stesso tempo emozionante nel mondo del golf.

L’entusiasmo per il nostro amato gioco in tutto il mondo continua a crescere così come il numero di giri effettuati, un  segnale incoraggiante dopo i duri mesi di lockdown.

A settembre ho partecipato alla speciale inaugurazione del primo campo pubblico disegnato da Tiger Woods, il Payne’s Valley Golf Course, di proprietà del mio caro amico Johnny Morris, fondatore della celebre catena Bass Pro Shops negli Stati Uniti.

È sempre fantastico passare del tempo con campioni del calibro di Rory McIlroy, Justin Thomas, Justin Rose e Tiger.

Woods e il suo team hanno fatto un fantastico lavoro, progettando un campo davvero eccellente che darà grande lustro al favoloso Big Cedar Lodge Resort.

Mi ricorda molto il Mountain Top Course, 13 buche progettate da Gary Player Design con l’obiettivo principale di regalare un’esperienza unica, veloce e divertente al golfista del fine settimana e alla sua famiglia.

I giri di cinque ore e oltre sono ormai un grosso ostacolo alla diffusione del nostro sport, per questo dobbiamo pensare a costruire sempre più campi da 9 buche, ideali per snellire i tempi di gioco e conquistare sempre più appassionati.

Manca ormai pochissimo e si tornerà a varcare i cancelli di Magnolia Lane all’Augusta National Golf Club e non vedo l’ora di vedere come si presenterà il campo a novembre, ma del Masters parleremo nel prossimo numero.

Certamente, anche se si giocherà per la prima volta in autunno, assisteremo a un grande spettacolo come quello dello U.S. Open.

Il modo in cui Bryson DeChambeau ha conquistato il suo primo major a Winged Foot è stato davvero impressionante.

Una valanga di commenti si è scatenata subito dopo il suo successo, alcuni positivi altri un po’ meno.

Molti mi hanno chiesto se il modo rivoluzionario di Bryson di swingare possa rappresentare un cambiamento epocale nell’approccio e nella filosofia del gioco del golf a livello professionistico. 

A parte il mio pensiero sulla distanza, quello che davvero mi è rimasto impresso è stato vederlo praticare a notte fonda sotto i riflettori alla vigilia del giro finale.

Un campione meritato quindi, che ha lavorato moltissimo e con grande umiltà per arrivare a coronare il suo sogno, vincere un major.

DeChambeau ha giocato le ultime 18 buche a Winged Foot in modo quasi impeccabile e il suo trionfo è la giusta consacrazione di chi ha sempre creduto in quello che faceva.

Ha mostrato una dedizione assoluta al fitness e all’alimentazione per costruire un fisico che lo aiutasse a fare il salto di qualità e diventare un top player. 

Credo che questa, a parte il golf, sia la chiave per diventare un campione in qualsiasi ambito della nostra vita. Ricordatevi: “Più vi esercitate, più sarete fortunati”.