Scopriamo insieme in che modo si organizzano i tee time a seconda che si tratti di una gara di circolo, di livello nazionale, fino ad arrivare a quelle per i professionisti.

La classica domenica d’autunno in Pianura Padana. La bruma sembra non voler minimamente lasciare spazio al sole che in ogni caso non sarà altro che un pallido ricordo di quello estivo.

Mentre la rugiada ricopre piante, prati e cespugli e l’atmosfera ricorda quelle di alcuni passi di “Di la dal fiume e tra gli alberi” di Hemingway, il paesaggio, che più piatto non si può, ci accompagna nel viaggio verso il campo da golf, ma d’un tratto un muro di macchine si para difronte a noi.

Esempio pratico

Dopo alcuni minuti in cui non ci muoviamo affatto, iniziamo a guardare nervosamente l’orologio. Sono le 7:45 e alle 8:20 abbiamo il tee time.

La coda inizia muoversi ma molto lentamente. Il tempo passa in maniera inversamente proporzionale alla velocità di movimento della coda e alla fine arriviamo al golf alle 8:20 in punto.

Alle 8:22 siamo sul tee con soli due minuti di ritardo, con i compagni di gioco che però hanno già iniziato a giocare.

Dopo aver effettuato il primo colpo, lo starter ci comunica che quello appena tirato è stato il nostro terzo.

L’arbitro ci spiega che la posizione del nome nell’orario di partenza non conta, infatti un giocatore deve arrivare, pronto per giocare, all’orario stabilito.

La regola è chiara e non lascia spazio a troppe interpretazioni.

Ci comunica inoltre che il traffico di per sé non è una buona ragione perché il comitato non penalizzi un giocatore. Riconsegnato lo score incontriamo l’arbitro a cui poniamo i nostri quesiti, ed ecco le risposte.

La regola 5.3a

Iniziamo a dire che, tendenzialmente, tutte le gare hanno un orario di partenza stabilito dal comitato; questi però può anche lasciare libertà ai giocatori di decidere il proprio orario di partenza che, una volta stabilito, secondo la regola 5.3a (quella che ha penalizzato il giocatore arrivato in ritardo) ha la stessa valenza di un orario deciso dal comitato.

Ma come si fanno gli orari di partenza? Dipende dal tipo di manifestazione. Nelle gare di circolo solitamente si lascia la possibilità ai giocatori di scegliere i compagni di gioco che vogliono, dove lo spirito ludico delle gare di club nella maggior parte dei casi prevale sull’aspetto agonistico e quindi i circoli hanno – giustamente – la tendenza a lasciare libertà di scelta. 

Alcuni golf club, nelle gare più importanti, decidono però di suddividere le partenze per handicap, con i migliori giocatori nelle prime partenze.

In alcuni casi invece, nelle partenze a quattro giocatori, due posti sono scelti dal club e due lasciati a discrezione dei giocatori. Insomma, le modalità di creazione degli orari di partenza sono molteplici e non vi sono delle regole fisse per stabilire come una gara debba partire.

Vi sono però delle linee guida (quindi non regole) che l’R&A suggerisce, per minimizzare i rischi di gioco lento.

Per esempio, per le partenze a quattro giocatori, l’intervallo di partenza dovrebbe essere non meno di undici minuti.

Inoltre, dovrebbero essere inseriti, ogni sei o sette partenze, i cosiddetti starter’s gaps, che non sono altro che delle partenze vuote per consentire di far defluire meglio il traffico dei giocatori ed eliminare gli “ingorghi” nelle buche, solitamente i par 3 o i par 5 raggiungibili, che sono dei veri colli di bottiglia.

Essendo linee guida, ogni circolo può decidere di seguirle o fare altrimenti. 

Per le gare di più alto livello invece, il valore in campo dei giocatori conta di più. Per i campionati nazionali, per esempio, i giocatori che hanno una posizione migliore nell’ordine di merito partono, nei due giri iniziali, sempre dietro a quelli con posizioni peggiori. Dopo il “taglio” si parte invece in base alla classifica. 

Nelle gare di professionisti le cose cambiano radicalmente

La creazione dell’orario di partenza deve tener conto sicuramente del valore dei giocatori (le cosiddette exemption categories), ma si terrà conto di richieste specifiche da parte della televisione che vuole ovviamente far vedere i giocatori di punta.

Sovente si considera anche la classifica della settimana precedente, cercando di mettere nei gruppi televisivi quei giocatori che hanno performato particolarmente bene nella gara appena conclusasi. 

Vi sono poi altre valutazioni per fare in modo che lo spettacolo, sia per gli utenti a casa sia per gli spettatori in campo, sia garantito e assicurato, mutuando l’aspetto prettamente sportivo con lo “show” che si deve organizzare.

Le regole invece sono molto chiare.

La già citata 5.3a ci dice chiaramente che il giocatore deve essere pronto per giocare all’orario stabilito dal comitato.

Per esempio, se si deve partire alle 9:00, bisogna arrivare sul tee (punto di partenza) pronto per giocare prima di quell’orario.

Un secondo dopo è, per le regole, già considerato ritardo e quindi potenzialmente soggetto a penalità.

Le interpretazioni 5.3a/2 e 5.3a/3

Inoltre, le interpretazioni 5.3a/2 e 5.3a/3, spiegano anche cosa significhi “punto di partenza” e “pronto per giocare”.

Il “punto di partenza” è l’area di partenza da cui il giocatore inizia il giro (che può includere anche la tenda dello starter o altri luoghi) e “pronto per giocare” significa che il giocatore abbia almeno una palla e un bastone pronti all’uso. 

Vi sono poi delle eccezioni – rare a dire il vero – perché il comitato possa decidere di non penalizzare un giocatore in ritardo: un esempio potrebbe essere quello del concorrente della gara che si ferma per prestare soccorso in un incidente (non che rimane solo imbottigliato nel traffico).

Noi, salvo le eccezioni appena descritte ed evidenziate nelle regole, suggeriamo sempre di non derogare da ciò che la regola ci dice, perché fatta un’eccezione, poi un comitato si troverebbe a dover gestirne altre cento.

Un po’ di rigidità nel rispetto delle regole sicuramente aiuta la gestione corretta di una gara. 

Concludiamo con il match play

Anche in questa tipologia di gara il comitato dovrebbe stabilire degli orari di partenza (solitamente deve indicare il termine ultimo – con giorno e orario – in cui un match dovrebbe essere giocato) e la regola 5.3a è applicabile anche in questo caso.

Ryder Cup e Solheim Cup

Una curiosità su come sono fatti gli orari di partenza alla Ryder o alla Solheim Cup: mentre gli orari sono stabiliti in base alla diretta televisiva, gli accoppiamenti (intesi come USA vs EUR) sono del tutto casuali.

I capitani infatti decidono, senza sapere cosa l’altro capitano abbia scelto, di mettere una coppia o un giocatore in un determinato orario.

In questo modo l’accoppiamento nel match si conosce solamente quando i due capitani mandano al direttore di torneo la lista dei loro giocatori e questa viene resa pubblica.