Spesso il periodo invernale è quello dei cambiamenti dello swing e della preparazione fisica,  che può contribuire anche a limitare gli infortuni.

Sappiamo come il golf sia uno sport che possa essere praticato a tutte le età.

Viene definito a basso impatto. Questo non deve però trarre in inganno perché presenta infortuni proprio come tutti gli altri sport.

Infatti l’incidenza delle lesioni è pari al 16% dei praticanti. E maggiore è l’esperienza del golfista, minore il rischio di infortunio.

Partiamo con il dividere i golfisti in tre categorie, questa volta non in riferimento all’handicap di gioco, bensì alla preparazione.

Terza categoria

Sono i golfisti che non si allenano fisicamente, non prendono lezioni con il maestro, elaborano ipotesi e teorie sul golf. Sono alla costante ricerca del segreto che segnerà la svolta e si affidano esclusivamente all’istinto. Quando arrivano al circolo prendono la sacca e iniziano a praticare. Quando finiscono di giocare rimettono la sacca a posto e vanno al bar o al ristorante a bere e a mangiare.

Seconda categoria

Questi golfisti sanno che devono allenarsi fisicamente e lo fanno, raramente da autodidatti. Quando il gioco diventa insoddisfacente, si ricordano di prendere lezioni con il maestro. Sono persone che pensano e ripensano alla tecnica. Ogni tanto, se sono di buon umore, prima di giocare e subito dopo, si riscaldano o eseguono il defaticamento. Quando si avvicina la gara aumentano il volume di allenamento fisico e praticano per ore.

Prima categoria

Si allenano costantemente seguendo un programma che include i presupposti tecnici, fisici e mentali. Sanno che la tecnica per esprimersi al meglio durante le ore di gioco ha bisogno dei presupposti fisici e della corretta mentalità. Sono consapevoli che il riscaldamento e il defaticamento riducono il rischio di infortuni e lo eseguono sempre. Sono consapevoli che, come in tutte le cose, non esistono segreti ma solo il duro lavoro e la corretta attitudine.

Queste categorie molto spesso non sono correlate al livello di gioco.

Sulla base della mia esperienza professionale, posso dire che la seconda e la terza sono spesso legate al potenziale di gioco inespresso e al rischio infortuni.

Durante le gare bisognerebbe focalizzarsi esclusivamente sul gioco e vivere appieno il golf, molto spesso invece mi è capitato di giocare con persone che erano troppo impegnate a gestire i propri acciacchi fisici o pensare alla tecnica per eseguire un colpo.

Rimaniamo però legati alla preparazione che ci serve, non solo per avere un gioco migliore, ma anche per prevenire eventuali infortuni.

Quali indicazioni ci forniscono le ultime evidenze scientifiche? Un recente articolo apparso su The Journal of the American Academy of Orthopaedic Surgeons indica che gli infortuni si verificano più frequentemente nella bassa schiena, nella spalla e nel gomito e sono più comunemente dovuti al sovraccarico ripetitivo piuttosto che a una lesione traumatica.

Il 46% delle lesioni da golf si verifica durante lo swing, dal momento che il gesto tecnico richiede il movimento combinato di caviglia, ginocchio, anca, schiena, spalla, gomito, polso e mano.

Il movimento necessita quindi coordinazione motoria e integrità di tutte queste strutture.

Gli autori della recente revisione sistematica hanno suggerito alcune semplici strategie per ridurre il rischio di lesioni durante il gioco del golf.

Gioca regolarmente. Tieni il corpo in movimento, poiché il giocatore saltuario ha un rischio maggiore di infortunio.

Esegui il riscaldamento. Un semplice riscaldamento di 10 minuti e la giusta dose di lavoro tecnico prima di giocare possono aiutarti a prevenire gli infortuni.

Migliora la tecnica. Avere una buona efficienza cinematica e cinetica dello swing non serve solo a migliorare il tuo handicap, ma è anche probabile che riduca il rischio di lesioni.

Il golf da solo non è abbastanza.

Includi qualche altra forma di esercizio fisico nella tua routine settimanale, con l’obiettivo di avere un corpo forte e flessibile in grado di rendere solido il tuo gioco!