Frequentando l’ultimo anno della TCU (Texas Christian University), una delle università più prestigiose degli Stati Uniti, sono abituato a vedere posti meravigliosi.

Sono negli States ormai da quattro anni, questo è il mio ultimo da studente, e ho avuto il piacere di calcare i campi da golf più famosi d’America.

Il percorso sul quale ci alleniamo, ad esempio, si chiama Colonial Country Club, che molti avranno già sentito, essendo uno dei circoli più esclusivi del Texas e sede di uno dei tornei più importanti del PGA Tour, il Fort Worth Invitational.

Con la squadra siamo stati a Pebble Beach, all’Olympic di San Francisco, a Chambers Bay, al TPC di Sawgrass e molti altri campi che normalmente vediamo esclusivamente in TV.

Partendo da questo presupposto mi rendo conto di essere stato più fortunato rispetto a tanti altri ragazzi come me e quindi posso dirmi completamente appagato.

Tuttavia mi è successo di più, mi è capitata l’occasione di una vita: essere invitato a trascorrere una giornata sul campo da golf più famoso ed esclusivo del mondo, l’Augusta National.

Durante il gelido inverno texano ho ricevuto una mail: “Dear Stefano – cominciava – We are very pleased to invite you playing Augusta National Golf course this winter”.

Ho riletto dieci volte quella mail, non potevo credere ai miei occhi. Due soci dell’Augusta National avevano invitato la mia squadra di college TCU per una giornata speciale sul percorso del Masters.

Il giorno della partenza ci siamo diretti in aeroporto volando da Dallas verso Atlanta e poi, con due ore di macchina, siamo arrivati ad Augusta attraversando il confine con la Georgia.

Abbiamo trascorso una notte in albergo e la mattina è cominciato il sogno. Ovviamente ci siamo alzati prestissimo e ci siamo diretti verso il circolo.

All’ingresso bisogna passare attraverso il metal-detector ed essere autorizzati da due guardie. Obbligatorio lasciare il telefono; non si possono fare foto all’interno della struttura e nemmeno portare soldi contanti, solo carte di credito.

Mentre percorrevamo il celebre viale d’ingresso, il “Magnolia Lane”, che conduce dalla guardiola fino alla clubhouse, ero letteralmente senza parole.

Quella strada l’avevo vista centinaia di volte in televisione ma percorrerla di persona è tutta un’altra cosa.

Siamo scesi dalla macchina e i due soci si sono presentati a tutta la squadra. Quindi ci hanno accompagnato al campo pratica, quello esclusivamente riservato ai soci e che differisce da quello che viene utilizzato durante il Masters.

Per dare un’idea, le palline sono tutte Titleist ProV1 nuove di zecca con logo di Augusta.

Dopo dieci minuti di riscaldamento con i famosi caddie di Augusta, rigorosamente vestiti in tuta bianca come la tradizione vuole dall’anno di fondazione del torneo, ci siamo trovati sul tee della buca 1.

Vi lascio immaginare l’emozione!

È un campo che in televisione sembra facile ma che, vi assicuro, non lo è per niente.

La cosa che mi ha sorpreso di più in assoluto è stata la lunghezza. Tutti i par quattro sono abbondantemente sopra le 400 yard, diciamo 400 metri di media.

La novità di quest’anno e che la buca 5 è stata allungata di 50 metri arretrando il tee e al green della 18 è stato aggiunto un terzo gradino; ora misura quasi 50 metri di profondità, quasi cinque ferri di differenza a seconda del posizionamento della bandiera! Il circolo è aperto solo nei mesi che vanno da maggio a ottobre.

Dopo aver disputato il Masters infatti il club viene chiuso per manutenzione fino al mese di ottobre.

La sensazione di giocare Augusta è stata assolutamente fantastica e sotto certi aspetti anche completamente nuova: ci siamo infatti trovati a giocare praticamente da soli sul percorso.

Contrariamente a quello che si vede in televisione, Augusta è un posto sconfinato, la clubhouse è enorme e il campo è a perdita d’occhio.

Un’altra cosa che in televisione non si riesce a percepire è la pendenza del percorso. È estremamente ondulato e alcune buche, come per esempio la 9 e la 10, hanno un dislivello incredibile.

Come detto, non era consentito portare il telefono in campo quindi abbiamo fatto solo alcuni scatti grazie a una macchina fotografica presa a noleggio al pro shop.

Spero riescano a trasmettervi la magia che solo un posto così ricco di fascino e storia può dare.

Per il resto che dire, spero di poter tornare in questo club straordinario, ma stavolta per giocare il torneo con tutti i più grandi!

 

Identikit

Luogo e data di nascita

Segrate (Milano) 27/12/96

Soprannome Pirmin

Circolo appartenenza Monticello

Colore preferito Azzurro

Autovettura preferita Tesla

Piatto preferito Pizza

Musica Commerciale