Nel corso della loro carriera da giocatori, e anche ben oltre i loro primi anni agonistici, le opinioni di Jack Nicklaus e Arnold Palmer erano tutt’altro che chiacchiere, anzi, hanno contribuito a decisioni storiche prese nel golf professionistico, tra cui la creazione del PGA Tour alla fine degli anni ’60.

Palmer se n’è andato ormai da anni e Nicklaus, che presto avrà 83 anni, è ancora una guida nel mondo del golf. Ma oggi non c’è nessuno che sia considerato più autorevole a parlare di Tiger Woods.

Il 15 volte vincitore di major ha partecipato a fine agosto all’incontro tra i giocatori che ha portato alle modifiche significative apportate alla struttura del PGA Tour annunciate dal Commissioner Jay Monahan, tra cui il creazione di una serie di eventi di alto livello a partire dalla stagione già in corso.

Nel valutare le conseguenze dovute alla nascita del LIV Golf Series e ciò che potrebbe servire per una possibile coesistenza tra i vecchi tour e il nuovo, Tiger non ha avuto mezze parole, anzi, è andato dritto al punto della questione, affermando che Greg Norman, CEO del LIV Golf, non può far parte di questo processo.

“Prima di tutto penso che Greg Norman debba andarsene – ha dichiarato Woods durante un’affollatissima conferenza stampa martedì all’Hero World Challenge, l’evento che patrocinia e a cui doveva partecipare se non fosse stato per una fastidiosa fascite plantare che lo ha costretto a rinunciare -. Woods ha apertamente affermato che il ruolo di Norman in questa vicenda è un ostacolo per una sorta di tregua tra le due parti in causa e preclude ogni tipo di soluzione a breve termine.

Certo, Tiger non ha voce in capitolo nelle prospettive future di Norman come capo del LIV. Ma varrà la pena osservare da vicino quanto si indebolirà la posizione di Norman nei prossimi giorni mentre le cause legali proseguono e il LIV si imbarcherà nella sua seconda stagione già a partire dal prossimo febbraio.

“C’è l’opportunità di trovare un compromesso solo se entrambe le organizzazioni sospendono i loro contenziosi in corso – ha proseguito il Fenomeno -. Questo è il problema: devono metterci un freno. Ma prima di tutto penso che Norman debba uscire di scena, poi dovrebbero essere sospese le rispettive cause. A quel punto ci si potrà sedere insieme e parlare liberamente”.

Woods è convinto che Norman sia spinto da una sorta di rivalsa nei confronti del PGA Tour dopo che l’allora commissario Tim Finchem nel 1994, su assist di Palmer, rifiutò la sua idea del World Tour. Il LIV Golf è essenzialmente una riformulazione di quel progetto: scegliere alcuni dei migliori giocatori del PGA Tour per dare vita a un circuito concorrente. È solo che questa volta lo Squalo Bianco ha a sua disposizione il generoso sostegno del fondo di investimento del Governo dell’Arabia Saudita…

Il fatto che Norman e il LIV Golf abbiano intentato una causa antitrust contro il PGA Tour ha di fatto solo elevato la tensione tra le due parti e sembra solo confermare l’idea che l’australiano sia in cerca dello scontro più che di un accordo.

Woods ha affermato che i due tour a suo parere non possono coesistere in questo momento. “Non con la loro leadership, non con Greg Norman in quella posizione e animato negativamente verso il PGA. Non vedo possibile che questo accada stando allo stato attuale. Penso che debbano per prima cosa capire che quello che sta accadendo in questo momento non è un bene per il golf, anzi. E la loro non è la soluzione migliore o il futuro per l’intero gioco del golf. Ora, qual è il modo migliore per far crescere il nostro gioco? Non certo questo. È necessario che le due parti si vengano incontro ma se da un lato c’è così tanta animosità, qualcuno che cerca di distruggere il nostro tour piuttosto che preservarlo, allora come è possibile trovare un compromesso?”.

Se Tiger Woods pensa che Greg Norman debba “uscire dal palco”, come ha del resto suggerito anche il numero 1 del mondo Rory McIlroy, beh allora non sorprendiamoci se poi tutto questo prima o poi si realizzerà davvero…