Dopo lo spavento e lo shock iniziale ora c’è una domanda che più di tutte aleggia nel mondo del golf: “Tiger riuscirà a tornare in campo?”.

Hanno provato a dare una risposta il più completa possibile i medici, che martedì hanno sottoposto il campione californiano a un delicato intervento chirurgico presso l’Harbour-UCLA Medical Center a Los Angeles. A raccontare la delicata operazione, Anish Mahajan, Chief Medical Officier e CEO ad interim dell’ospedale. “Tiger Woods ha riportato fratture esposte a tibia e perone, gli è stata applicata una placca nella tibia, viti e perni nella caviglia e nel piede destro. Il trauma al muscolo e ai tessuti molli della gamba ha costretto l’equipe a intervenire con una fasciotomia per alleviare la pressione dovuta al gonfiore”.

Ara Suppiah, uno dei pionieri della medicina legata allo sport professionistico e uno dei medici più richiesti dai giocatori sull’PGA Tour vede la luce in fondo al tunnel. Secondo il dottor Suppiah, per quanto drastica possa sembrare, la situazione clinica e le procedure non sono insolite. “Non sono qui a minimizzare ciò che Woods ha vissuto, ma ci sono molte persone in tutto il mondo che hanno dovuto affrontare lo stesso tipo di lesioni, soprattutto se coinvolte in incidenti motociclistici. Le tempistiche variano ma ci vorranno almeno tre mesi prima che possa iniziare qualsiasi tipo di riabilitazione.”.

L’età di Woods (45 anni) e il passato ricco di infortuni possono destare preoccupazioni ma non rappresentano un ostacolo insormontabile. “Tiger è giovane ortopedicamente ed è sempre stato in buone condizioni di salute. Questo gioca a suo favore. Si è ripreso con grande successo da interventi chirurgici precedenti e non c’è motivo di credere che il passato interferisca con un pieno recupero fisico”.

Il dilemma della schiena

Ciò che rimane un grosso punto interrogativo è la situazione clinica della schiena.
Tiger ha dovuto affrontare cinque operazioni alla schiena e avrebbe dovuto fare una risonanza magnetica in questi giorni. L’intero team di Woods non ha rilasciato dichiarazioni in merito e solo il tempo ci dirà cosa dovremo aspettarci. Non è questa la sede per fare congetture e speculazioni. Purtroppo, come ha sottolineato il dottor Suppiah: “Pensare che la schiena non abbia subìto traumi è una mera illusione”.

Ci vuole cautela quindi, la strada verso la piena ripresa sarà lunga e non priva di ostacoli da superare ma c’è un barlume di speranza. Impossibile quindi dichiarare con certezza quale sarà il futuro del 15 volte campione major che, nel frattempo, continuerà la sua degenza presso il Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles .
In questo frangente è bene ricordare la dichiarazione di Rory McIlroy: “In questo momento il golf passa in secondo piano. La cosa più importante è che Tiger sia vivo, ancora tra noi e che i suoi bambini abbiano ancora il loro papà”.