.Louis Oosthuizen ce la farà a vincere il suo secondo Open Championship? O Collin Morikawa si confermerà come il più incredibile debuttante major dei tempi moderni? O infine ancora Jordan Spieth. Riuscirà a cacciare i fantasmi che oggi gli hanno visto bruciare con due bogey alla 17 e alla 18 la possibilità di restare ai vertici?

Rimangono così tante domande dopo un terzo giorno da capogiro in cui sono successe tante cose e poco in realtà è cambiato. Sul -12, Oosthuizen (69) è ancora in testa, ma il suo vantaggio ora è solo di un colpo su Morikawa (68), con Spieth (69) che rimane indietro di altre due lunghezze.

Sembra semplice, ma è stato tutt’altro. In un bellissimo sabato al Royal St George’s, quando il sole splendeva, i venti sono rimasti generosamente in disparte e l’R&A ha lavorato al contrario mettendo le bandiere in posizioni che erano a dir poco complicate.

Spieth è volato via dall’ultimo green dopo il pessimo finale. Stava condividendo la testa della classifica con Oosthuizen e Morikawa quando ha salvato la buca 16. Ma nei successivi 30 minuti, tutto è andato storto per il campione del 2017.

Prima bogey alla 17 appena fuori dal green, e poi ha sbagliato un putt davvero corto. E così si è fiondato in campo pratica con il caddie Michael Geller e l’allenatore Cameron McCormick, cercando di dare un senso a questa improvvisa debacle.

Il duo nel gruppo finale ha le carte in piena regola per contendersi la vittoria. Oosthuizen ha collezionato sei secondi posti nei major dal suo trionfo a St Andrews nel 2010, compresi gli ultimi due, PGA Championship e U.S. Open. Morikawa ha vinto nel suo primo PGA l’anno scorso e ora tenta la stessa impresa da principiante nell’Open. Nessuno è mai riuscito a fare qualcosa di simile.

Grazie ai suoi ferri simili precisi come un laser, Morikawa potrebbe essere il favorito, anche se sarebbe un peccato se impedisse a Oosthuizen di diventare il primo vincitore dell’Open sempre al comando dal successo “wiew-to-wire” di Rory McIlroy nel 2014. Il 38enne sudafricano ha cercato di non farsi prendere dall’emozione che spesso lo ha tradito. E ha puntato il dito contro gli organizzatori per la preparazione del percorso.

“La R&A non era contenta del punteggio basso, quindi hanno messo alcune bandiere molto discutibili”, ha dichiarato Oosthuizen, che aveva stabilito un punteggio record per i primi due giri. “Oggi non sono stato preciso con i miei ferri. Ma sono in un’ottima posizione per esprimermi al meglio.”

Dietro Spieth c’è un altro americano, Scottie Scheffler, dopo un 69, insieme a Corey Conners, che con il suo 66 ha ancora una volta rivelato le sue grandi doti. Anche Jon Rahm, il numero 2 del mondo, non è del tutto fuori dai giochi con il suo -7, dopo un 68 che sarebbe stato ancora più interessante se non fosse stato per tre bogey. “A causa delle condizioni meteorologiche è facile pensare che gli score avrebbero potuto essere un po’ migliori. Ma le posizioni delle bandiere non erano uno scherzo”, ha detto Rahm, facendo eco a Oosthuizen. “Quelle di oggi sono state fra le più difficili che io abbia mai visto.”

Gli attacchi del numero uno del mondo Dustin Johnson (18°) e del quattro volte vincitore del major Brooks Koepka (25°) non si sono mai concretizzati. Il primo è riuscito a chiudere solo con un 73, mentre il secondo è incappato in un 72. Quanto mai lontani dal vertice McIlroy (41°), Thomas (44°) e DeChambeau (64°).