Lippa, eccoci qua, eravamo partiti con qualche intervista pazza a inizio carriera, ora siamo almeno alla decima dopo grandi risultati. Come stai, cosa stai facendo?
Guarda, ho fatto tra giugno e luglio cinque gare consecutive. Mi sono preso un paio di settimane di respiro per poi affrontare la gara dell’Alps Tour al Golf Nazionale. Sto bene ma penso già alla seconda parte della stagione dove non si deve abbassare la guardia. Poi in autunno ci saranno le qualifiche per l’European Tour e vorrei arrivare al 100% della forma fisica e mentale.

Partiamo dall’inizio, giochi bene, poi vai in America a studiare ma…

Ho fatto due anni di Università in America. Sono stati fondamentali per crescere come golfista ma soprattutto come uomo. Impari a stare da solo, a organizzarti e viaggiare. Poi però avevo fretta di realizzare il mio sogno, cioè di giocare come professionista e vivere di golf. Quindi sono tornato e ho iniziato a confrontarmi con i miei colleghi attuali. Sono felice di averlo fatto subito, non è semplice il passaggio da amateur a pro. Il segreto rimane quello di continuare a lavorare.

E quando sei tornato è arrivato il soprannome LippaSauro, come mai?

A dir la verità quel soprannome nasce a 14/15 anni (ride). Ero già molto alto e piazzato, quindi un “dinosauro” rispetto agli amici della Nazionale Amateur.

Ti stiamo tenendo sotto controllo con le telecamere, soprattutto in campo pratica. Parlaci del tuo swing e dei tuoi punti di forza.

Una cosa che mi ha sempre aiutato è la regolarità con il driver e i ferri lunghi. Unita a una buona velocità mi permette di avere un ottimo gioco lungo che sfrutto sui par 5 dove cerco di guadagnare sempre colpi. La velocità però è anche un rischio, quando vado fuori piano con lo swing sono dolori perché l’errore diventa più importante rispetto a chi è più corto di me. Sto lavorando invece sul controllo della distanza sotto i 100 metri con il mio maestro Piero Sabellico, sento che posso migliorare molto in quella parte del gioco.

E i punti deboli a parte le donne? Sono i videogiochi?

Parliamo di videogiochi che è meglio. Diciamo che devo smettere di investire tempo e soldi in questo. Ma mi diverto molto e stacco la testa. Spesso porto la consolle in viaggio, nei tempi morti in albergo si deve pur passare il tempo…

Ma il tuo vero sogno rimane lei, una BMW azzurra di qualche anno fa. Quanto c’è nel salvadanaio adesso?

Tra spese per il circuito e i viaggi non è facile risparmiare. Comunque continuo a mettere quello che rimane nel “porcellino”, mi piace avere un sogno e uno stimolo. È una macchina che sta diventando vintage, è una BMW M3 E46 prodotta tra il 2001 e il 2005, sto facendo qualche indagine di mercato, è dura ma non mollo!

A parte gli scherzi, sei molto determinato sugli obiettivi da raggiungere. Quali sono, ma soprattutto da dove arriva tutta questa fame di vittoria?

Ho sempre sognato di fare il professionista da quando ho scoperto questo sport. Il mio obiettivo finale è vincere il Masters, fino ad allora non abbandonerò mai i green. Ovviamente adesso penso alla carta del Challenge ma anche a tentare la via breve delle qualifiche per il Tour. Un obiettivo alla volta, pensando però sempre a quello più in alto.

In campo sei sempre sorridente e hai una buona parola per tutti anche dopo un doppio bogey. Come si fa a mantenere la calma e la signorilità per 18 buche?

La calma la mantieni pensando che sai fare birdie. La signorilità capendo che non puoi avere tutto sotto controllo a golf per cinque ore. Se accetti qualche errore, senza però abbandonarti alla sconfitta, puoi camminare a testa alta fino alla 18.

In Guadalupe hai vinto la tua prima gara da pro dopo tre secondi posti. Hai detto “finalmente” oppure sapevi che sarebbe arrivata presto?

Dopo i buoni piazzamenti pensavo di poter alzare la coppa. Quando sei sempre a un colpo dalla vittoria speri anche in una botta di fortuna. In Guadalupe è arrivata ma lavorando sodo.

Cosa hai pensato con il primo assegno importante? La nuova Playstation o risparmio per la macchina?

Solo alla macchina, te l’ho detto, penso sempre all’obiettivo più alto.

Come vedi la classifica dell’Alps Tour a fine anno? Ci servono i cinque nomi che andranno sul Challenge Tour in ordine di ranking…

Allora potrebbero salire, no aspetta. Ma che domanda mi fai? No, non posso rispondere. Nel golf c’è un po’ di superstizione e rischierei con qualche collega. Dici che se scriviamo che spero in tanti azzurri è già un rischio? (ride).

LippaSauro, che giocatore vuoi diventare? Sarai famoso per…

Vorrei essere famoso per il driver come Brooks Koepka, per il mio gioco lungo e per l’atteggiamento positivo in campo. Mi piacerebbe essere un buon portacolori azzurro sul Pga Tour.

Come al solito strappo una promessa a mio favore. Gradirei il primo giro in macchina con intervista video quando la comprerai. Sei d’accordo?

Certo certo, ne avevamo già parlato. Ti metti una GoPro in testa e vieni alla consegna, poi facciamo il primo giro. Io non vedo l’ora…

Un’ultima cosa, vorrei anche l’invito alla prima gara dell’European Tour. Non manca molto, non pensi?

Eccolo, lo sapevo. Adesso mi tocca…… Uffa, sono superstizioso!!!

Ciao Lippa, ci vediamo in campo.

Bravo, fatti vedere che facciamo quattro risate!