Bernd Wiesberger ha portato in Austria il trofeo del 76° Open d’Italia. Il 34enne campione viennese (66 70 67 65, – 16) ha dettato i ritmi di gioco nella giornata finale, chiudendo con un eloquente sei sotto par. Ma la sua marcia trionfale a tempo di valzer era già partita nel terzo giro. Le ultime 32 buche sul percorso dell’Olgiata gli hanno visto segnare sullo score ben 12 birdie, senza nessun errore. Con una cavalcata di questo genere, facile pensare che alla fine potesse prevalere.

La buca 9 (par 5) è stata la sua preferita, visto che ha segnato sempre uno sotto par. La stessa buca invece  è stata fatale a Matthew Fitzpatrick, per il drive in fuori limite e il conseguente doppio bogey. Il duello fra l’austriaco, già vincitore di una Rolex Series quest’anno (Scottish Open), e il 25enne di Sheffield è stato appassionante fino all’ultima buca. Fitzpatrick (66 70 67 65, -15), che era partito in testa, ha comunque avuto la possibilità di riprendere Wiesberger. Per un soffio, non ha chiuso con un eagle il par 5 della 17 e ha dovuto accontentarsi di un birdie, insufficiente per il riaggancio. Quello dell’Olgiata è il quarto secondo posto della stagione, sempre a un passo dalla vittoria che gli manca dall’Omega European Masters svizzero dello scorso anno.

Premi, classifiche e 14, incredibili, colpi

Con la vittoria, Wiesberger sale al primo posto della Race to Dubai, mentre Fitzpatrick si assesta al quarto, dopo Rahm e Lowry. Per l’austriaco anche un bel balzo avanti nella classifica mondiale, che domani dovrebbe vederlo 22°, e nella money list. Per lui oltre quattro milioni di euro vinti in questa stagione, grazie anche al consistente assegno dell’Open d’Italia (1.059.540 euro), dotato di sette milioni di dollari di montepremi.

Alle spalle dei due duellanti, l’americano Kurt Kitayama (-12), seguito dall’inglese Andrew “The Beef” Johnston, dallo scozzese Robert McIntyre e dall’altro austriaco Matthtias Schwab, tutti a -11. Un colpo dietro, il nostro Laporta, l’indiano Sharma e l’inglese Wallace. Da sottolineare il -7 (64) di Justin Rose, miglior score di giornata.

Dopo essere naufragato ieri segnando viceversa +7 (78), il fuoriclasse inglese ha voluto dimostrare con una prova di orgoglio che quello di sabato era stato solo un anomalo incidente di percorso. Resta comunque il fatto che, per chi il golf non lo conosce o lo pratica, può sembrare impossibile come, a distanza di 24 ore, il numero 5 del mondo possa consegnare due score con ben 14 colpi di differenza.

L’Open degli azzurri

Tutti aspettavamo Francesco. Ma anziché il fuoriclasse Molinari, la palma di miglior italiano se l’è aggiudicato un grandissimo Francesco Laporta (69 70 68 68, -9 ), finito sesto. Per il 29enne di Castellana Grotte (Bari), l’Open era già cominciato con il piede giusto, nel giorno del suo compleanno. Fin dal primo giro, il rendimento è stato di altissimo livello e poi si è concretizzato con quattro score sotto par, tutti molto regolari. Attualmente decimo sul Challenge, il campione pugliese ha confermato con la bella prova dell’Olgiata di essere in un momento eccellente di forma. Se riuscirà nelle ultime tre gare del secondo circuito continentale a mantenere questa posizione, otterrà automaticamente la carta per l’European Tour, riservata ai primi 15 della classifica finale.

Una bella conferma anche da Andrea Pavan (69 67 70 70, -8). Gli sono costati cari due doppi bogey nell’ultima giornata, ma nonostante questa coppia di passi falsi è riuscito a ottenere il suo quinto top ten da fine giugno. Nella giornata finale, purtroppo il drive non è stato un colpo vincente e i due fuori limite hanno segnato in maniera pesante il suo score. Senza quegli errori, sarebbe stato addirittura terzo. In ogni caso, un altro torneo più che positivo e l’ulteriore conferma che il biglietto per la finale di Dubai dovrebbe essere un fatto acquisito.

Gli altri quattro azzurri rimasti in gara dopo il taglio hanno chiuso al 34° (Nino Bertasio), 40° Edoardo Molinari) e 48° posto (Renato Paratore e Guido Migliozzi). Nel complesso, un buon open per i colori azzurri, rimasti orfani dopo la seconda giornata del loro leader, Francesco Molinari.

Applausi all’Olgiata

Anche se con qualche piccolo difetto, dovuto in gran parte al caldo torrido di quest’estate, il percorso dell’Olgiata ha dimostrato di essere all’altezza di un grande evento internazionale. Le prime nove buche hanno messo alla frusta molti titolati campioni, le seconde hanno invece dato respiro allo spettacolo, con numerosi colpi di scena. Risultato: una delle migliori edizioni del nostro Open dal punto di vista tecnico. Tanto per fare un confronto, Wiesberger ha vinto con -16, mentre nell’Open di Scozia per riuscirci era dovuto scendere addirittura a -22.

Curioso l’errore (poi corretto) sul sito dello European Tour, come quello dello screenshot che trovate qui sotto. Ma l’Open d’Italia 2019 non l’aveva vinto Bernd Wiesberger?