Dal titolo sembra proprio che non abbia sopportato bene la reclusione obbligatoria da pandemia, e invece da eterno ottimista sono riuscito a trovare, come molti altri del resto, il tempo di fare tutto ciò (e ce ne sarebbe ancora) che era stato lasciato da parte per essere ripreso in quei ritagli di tempo della vita di tutti i giorni.

Fra la pittura delle camere dei ragazzi, le interviste per GOLFTV ed Eurosport e i progetti futuri, finalmente sono riuscito ad approfondire la conoscenza degli strumenti che misurano praticamente tutto quello che succede durante un colpo da golf, con la “sola” eccezione dell’emozione che si prova su un putt da due metri per vincere un major…

Quella l’ho provata riguardando alcuni giri memorabili del passato e rileggendo alcuni testi ‘sacri’.

Di seguito quindi vi riporto alcuni dati attuali, utili oltre che per conoscenza personale anche come ancora di salvezza, coperta consolatoria alla Linus o ancora meglio come oggetto di vanto.

N.B.: Per poter avere un termine di paragone, toglietevi lo sfizio di misurarvi con uno di questi Launch Monitor (Trackman, Flightscope, GC2, Quad, etc.). Per migliorare i numeri abbiamo tanti bravissimi pro e altrettanto validissimi clubfitter che vi sapranno aiutare!

Driver

La velocità media della testa del bastone con il driver è di 93 miglia (poco meno di 150 km/h) e produce una distanza di circa 200 metri. Togliendo 1.000 rpm (round per minute) dallo spin rate, ovvero le rotazioni che la palla compie da quando si stacca dalla faccia del bastone, guadagnate 10 metri con il driver. Qualche riferimento? Sul PGA Tour la media è di 2.686 rpm con il bastone più lungo della sacca e 6.231 con il ferro 6. Nel dilettante medio (14,5 hcp ) la media si alza a 3.275 rpm.

Putter

Il record sul PGA tour è di 395 buche senza mai fare 3 putt. Per avvicinarsi a questo numero non potete prescindere da tre aspetti fondamentali: la lettura del green, il controllo della distanza e la direzione iniziale del colpo. Un dato sul quale però preferisco concentrare maggiormente l’attenzione è quello denominato Tempo. Il suo valore medio ideale è di 2 e consiste nel rapporto fra il tempo che il bastone impiega a compiere il backswing (da quando si stacca dalla palla fino all’apice del movimento indietro) e il tempo che il bastone impiega a fare il forwardswing (inteso come tempo che impiega dall’apice del backswing fino al momento in cui avviene l’impatto). Nei migliori giocatori questo valore è sempre molto simile da qualsiasi distanza. Meditate gente, meditate…

Curiosità

  • In una stagione del PGA Tour solamente 20 giocatori hanno preso 18 green su 18!
  • Solamente il 5% dei giocatori nel mondo chiude sotto gli 80 colpi un giro. Oltre il 50% non riesce a fare meno di 100 colpi.
  • La media di green presi dai professionisti del Tour é di 11 su 18. Un 12 di hcp ne prende 5.
  • I giocatori del Tour hanno una torsione delle spalle nel backswing che può arrivare a 110 gradi, con 44 gradi di rotazione dei fianchi. Un giocatore amateur mediamente arriva a ruotare di 70 gradi con le spalle e 35 con i fianchi.
  • L’80% dei guadagni di un giocatore sul Pga Tour viene accumulato in sole 5 settimane (tornei).

E a noi questi numeri ci basteranno fino a Natale? Io penso proprio di sì.

 

Buon golf a tutti!