Questo è pressappoco il suono che fa, nella bocca delle migliaia di persone che mercoledì seguivano Chicco ad Augusta, la pronuncia del cognome del nostro eroe nazionale.

Non ci rendiamo conto di quanto questo atleta sia benvoluto e amato dal pubblico americano. Ma quale aspetto fisico, timidezza, o poco carisma… cavolate italiane, tipiche di chi non ha nulla da fare tutto il girono e deve smontare ciò che di unico abbiamo in questo sport.

Chicco, ride, scherza e diverte. Lo fa a modo suo, senza eccessi e con educazione, ribadendo il concetto che noi italiani, abbiamo (quando vogliamo) un modo unico di rapportarci con le persone.
Mi sono divertito ieri a seguirlo durante il giro di prova, ma ancor di più a sentire i commenti e le curiosità che uscivano dalla bocca dei “Patrons” (gli spettatori, ndr) che lo seguivano.

Prima di tutto ho scoperto che se scommetti 5 dollari su di lui, ne puoi vincere ben 100. Diversa è la possibilità di fare cassa, puntando sui Fairway in regulation: lì ”Laser Frankie” non perdona.

Un gruppo di giovani, rigorosamente al terzo bicchiere di birra nello stomaco (erano solo le 9.50 del mattino) hanno cominiciato a canticchiare il tormentone che ha accompagnato Francesco nel post Ryder Cup. E improvvisamene mi sono sentito come fossi allo stadio, invidiando questo tipo di coinvolgimento che c’è nel golf americano.

Più avanti, una famiglia allargata, saranno stati sei/sette figli, i quali ascoltavano dalla bocca del padre, e in religioso silenzio, le gesta di Chicco negli ultimi dieci mesi di tornei. Ne sapeva più questo signore del Wisconsin che Wikipedia!

Tra cori e racconti, mio fermo a fare due chiacchiere proprio Francesco Molinari e quello che mi ha impressionato è stata la sua serenità, determinazione e consapevolezza di essere tra i più forti del mondo.

Tutto questo mentre metteva palla in asta alla 16, giocava con il pubblico nel tentare il famoso colpo della palla che rimbalza sullo specchio d’acqua e tirava una bomba alla 18.

La gente lo incita, lo applaude, lo supporta, senza guardare dove atterrerà la sua pallina, perché tanto lo sanno….lui è “Laser Frankie”.