Certamente non sarà una settimana facile quella che attende Tiger Woods al Royal Melbourne in Australia, sede della Presidents Cup 2019.

La doppia sfida di Tiger

Il capitano e giocatore del team statunitense si troverà ad affrontare una doppia sfida per la prima volta in carriera e cercherà di dimostrare di essere un Fenomeno anche nella contemporanea gestione dei due delicati ruoli.

Oltre al suo gioco dovrà controllare e coordinare altri 10 giocatori, 12 caddie, i vice capitani, lo staff di supporto, e, non ultimo la delicata situazione di Patrick Reed, al centro in questi giorni di un caso mediatico a causa della doppia penalità presa all’Hero World Challenge di settimana scorsa.

Reed nel centro del mirino

Sul texano sono piovute moltissime critiche per un comportamento che a tanti è sembrato decisamente antisportivo, e le sue successive dichiarazioni in cui ha negato di aver toccato la sabbia dando la colpa all’angolo di ripresa della telecamera che lo riprendeva, non hanno certamente giovato a migliorare la sua già poco popolare immagine.

Durissimo il commento anche di alcuni giocatori del Tour tra cui spicca quello di Cameron Smith, uno dei protagonisti dell’International Team: “Posso capire che uno commetta un errore però la spiegazione che Reed ha dato è assurda – ha detto il giovane australiano -. Non ho simpatia per chi fa il furbo sul campo da golf e spero che i tifosi lo facciano chiaramente capire durante la Presidents non solo a Reed ma a tutto il team americano. Conosco bene Patrick ed è sempre stato gentile con me, non ho nulla contro di lui ma se qualcuno si comporta non in modo corretto allora le cose cambiano…”.

Tiger dovrà essere bravo a smorzare la tensione generale ma anche a parlare privatamente con Reed prima del via di giovedì 12 dicembre, per spostare in fretta l’attenzione mediatica solo sulla sfida USA-International ed evitare un pericolosissimo boomerang per la sua squadra.

Tornano i fantasmi di Parigi?

Il rapporto di Reed con alcuni dei compagni di squadra, molti dei quali erano presenti anche nella bruciante sconfitta statunitense di Parigi in Ryder Cup, non è certo ottimale. Tiger è andato controcorrente e ha fortemente voluto anche il texano nel suo team: ora il difficile sarà gestirlo e integrarlo con il resto del gruppo.

Il fattaccio dell’Hero

Certo Reed non gli ha facilitato il compito, arrivando alla sfida in Australia avvolto da un mare di polemiche per quello che molti hanno giudicato il più sfacciato miglioramento di lie che un professionista abbia mai effettuato in un torneo. Reed, nel terzo giro dell’Hero World Challenge, alla buca 11 ha per ben due volte ‘spazzolato’ con la soletta del wedge la sabbia dietro la palla in una waste area prima di effettuare il colpo, azione che a molti è sembrata tutto fuorchè involontaria.

La prima Regola del Golf

La prima frase del libro delle Regole del Golf cita: “Gioca il campo come lo trovi e gioca la palla come si trova.” L’esatto contrario di quanto ha fatto Reed che, comportandosi in quel modo, ha fatto del male a se stesso, al gioco del golf e a tutti coloro che rispettano le regole.

Thomas sdrammatizza

Uno dei membri del team americano, Justin Thomas, nel corso del giro di prova di ieri al Royal Melbourne, ha cercato di sdrammatizzare la situazione in modo divertente.

Finito in un bunker, con la palla infossata, si è rivolto proprio verso Reed che giocava con lui, dicendogli: “Patrick, si fa in questo modo?”, spazzolando visibilmente la sabbia dietro la sua palla e suscitando grandi risate da parte di tutti i presenti.

Impazzano ovviamente sui social in questi giorni ironie di ogni tipo indirizzate al giocatore texano, come quella che riportiamo qui sotto:

Ce la farà Tiger a gestire giocatore, compagni e ambiente?

Reed si troverà così un’ambiente caldissimo al Royal Melbourne e Tiger Woods dovrà essere un vero Fenomeno in campo e fuori per gestire al meglio questa spinosa situazione. Una cosa è certa: gli americani dovranno sudare e parecchio per portarsi ancora una volta a casa la coppa.