U.S. Open e The Open Championship sono i major d’estate. Dopo avervi presentato Masters e PGA Championship, ecco gli appuntamenti in programma in giugno e luglio. A seguire, dopo un paio di settimane dal magico torneo inglese, in programma in Giappone il torneo olimpico. Dopo l’assaggio di quattro anni fa in Brasile, la gara di Tokyo promette di essere molto più rappresentativa. Quasi tutti i big hanno già dichiarato che uno degli obiettivi di quest’anno sarà proprio partecipare alla caccia per le medaglie. A cominciare da Tiger Woods.

Major #3: U.S. Open

Winged Foot, Mamaronek, New York

18-21 giugno

Per Golf Digest, Winged Foot è l’undicesimo miglior campo degli Stati Uniti. I tendoni dello U.S. Open sono già stati piantati cinque volte in questo splendido club privato. Per arrivarci da New York, si sale da Manhattan lungo la costa orientale. E da Times Square sono in totale solo 38 chilometri, meno di 40 minuti d’auto, traffico permettendo.

Quella che si chiuderà con il prossimo inizio dell’estate sarà l’edizione numero 120 dello U.S. Open, il più antico dei tre major americani. Venne giocato per la prima volta nel 1895 al Newport Country Club, in Rhode Island (il meno esteso degli Stati Uniti). In questo caso, città di riferimento era Boston, un’ora e mezza d’auto più a nord.

L’ultima edizione giocata a Winged Foot, nel 2006, viene ricordata soprattutto per l’incredibile harakiri di Mickelson. Il grande Phil, per ben sei volte in carriera secondo nell’U.S. Open e mai vincitore, aveva due colpi di vantaggio con tre buche ancora da giocare. Si fece sorpassare di un colpo dall’australiano Geoff Ogilvy per un disastroso doppio bogey alla 18, con tee shot terribile finito in push slice in una tenda dell’ospitalità, ben a sinistra del fairway.

Il percorso

Il terzo major dell’anno si gioca su uno dei due 18 buche da campionato del club privato newyorkese, il West Course. Considerato fra i più difficili in assoluto, lascia intendere che si dimostrerà molto meno arrendevole di Pebble Beach, dove nel 2019 si è imposto Gary Woodland. Se le condizioni meteo non saranno perfette, anche il vincitore consegnerà uno score non lontano dal par (fra -5 e -10). Secondo gli esperti americani, a meno che qualcuno non sarà in grado prendere il largo in testa alla classifica, lo U.S. Open potrebbe essere il major più avvincente dell’anno.

Campione in carica: Gary Woodland

La clubhouse e una buca di Winged Foot, percorso newyorkese che ospita per la sesta volta lo U.S. Open, terzo major dell'anno. L'ultima fu nel 2006
La clubhouse e una buca di Winged Foot, percorso newyorkese in cui si disputa per la sesta volta lo U.S. Open, terzo major dell’anno. L’ultima fu nel 2006

Major #4: The Open Championship

Royal St George’s, Sandwich, Inghilterra

16-19 luglio

La gara più antica del mondo approda al Royal St George’s per la quindicesima volta. Situato sulla costa del Mare del Nord, a Sandwich, e poco distante da Dover e la Manica, è il campo fra quelli della rota più vicino a Londra (130 chilometri da Piccadilly Circus. Il primo Open su questo tracciato risale al 1894 e l’ultimo al 2011 (lo vinse Darren Clarke, all’età di 42 anni)

Il percorso

È forse il meno eccitante fra i dieci percorsi che si susseguono nella programmazione moderna dell’Open Championship. Come sempre, sui links britannici, il vento è il protagonista che può stravolgere una gara. Buche che, con calma piatta, sono ormai spesso troppo facili per i supercampioni d’oggi, possono diventare ingiocabili, se Eolo scende in campo. Una pioggia leggera in grado di ammorbidire i fairway e l’assenza di vento potranno tradursi in score molto sotto par. Viceversa raffiche e acquazzoni renderanno la vita (e il gioco) quanto mai difficili per tutti.

La speranza è comunque che ne venga fuori una bella gara, pur su un campo senza particolari guizzi scenici e tecnici. Avversari in campo il rough, i numerosi bunker e le continue, anche se non accentuatissime, ondulazioni del terreno. Piccola curiosità: a brevissima distanza dal Royal St George’s si trovano il Royal Cinque Ports e il Prince’s Golf Club, due dei quattro campi che hanno ospitato in passato The Open e oggi non fanno più parte della rota (gli altri due sono gli scozzesi Prestwick e Musselburgh).

Se voleste giocare a Royal St George’s prima dell’Open, ci sono fasce orarie ben definite per gli ospiti (sabato e domenica esclusi, perché il campo è riservato ai soci). I prezzi dei green fee variano da 150 a 265 sterline. Handicap minimo 18, caddie fortemente consigliato o addirittura obbligatorio in certi periodi. Dalle 11 in poi, in clubhouse di rigore giacca e cravatta, cellulare spento a ogni ora. Telefonate off limits anche in campo.

Campione in carica: Shane Lowry

La Claret Jug davanti alla clubhouse del Royal St George's
La Claret Jug davanti alla clubhouse del Royal St George’s