Abbiamo fatto una lista dei cinque protagonisti che hanno contraddistinto questo 2020 golfistico.

Il 2020 è senza alcun dubbio l’annus horribilis per eccellenza. Un anno da dimenticare e lasciarsi alle spalle.
Con un pizzico di leggerezza proviamo a ripercorrere questa stagione agonistica raccontando i cinque personaggi che hanno contribuito a definire il mondo golfistico che ci circonda.

Il “fenomeno” Bryson DeChambeau

Non possiamo iniziare questa classifica senza parlare di Bryson DeChambeau, l’uomo che più di chiunque altro ha fatto parlare di sé nel corso di quest’anno. Il giocatore che sta cambiando il golf del XXI secolo.
Durante il lockdown il 26enne californiano ha lavorato senza sosta sul potenziamento e la crescita muscolare a tal punto da ripresentarsi al via con un peso di ben 108 chili, venti in più rispetto al 2019.
Le sue medie su ogni colpo sono diventate davvero impressionanti: dalle 325 yard con il driver alle 205 con il ferro 7 sino alle 160 con il wedge. DeChambeau ha lasciato gli stessi colleghi del PGA Tour a bocca aperta.
Il lavoro in palestra e la cura maniacale sulla preparazione di una gara gli ha fruttato il suo primo major in carriera conquistando lo U.S. Open a settembre.

DJ piglia tutto

Un anno da incorniciare quello di Dustin Johnson. L’americano prima si è ripreso il trono tornando di prepotenza il leader mondiale. Poi ha vinto la FedeEx Cup intascandosi il mega-bonus di 15 milioni di dollari. Non contento, a novembre si è presentato ad Augusta e dopo 72 buche ha conquistato il suo primo Masters. Una pioggia di risultati, guadagni e premi. Questa in sintesi la stagione di Dustin Johnson, che si è guadagnato anche il titolo di “Giocatore dell’Anno”, votato dai suoi colleghi del PGA Tour. Un riconoscimento quasi inevitabile, alla luce di quello che DJ ha saputo fare in un periodo quanto mai difficile per la pandemia da Covid.

Sophia Popov: una lezione di vita per tutti

Sofia Popov è la ragazza venuta dal nulla.
Solamente poco più di un anno fa era numero 304 del mondo e faceva la caddie.
Oggi, dopo gavetta, malattie e propositi di ritiro, è diventata la prima tedesca a riuscire nell’impresa di conquistare il Women’s Open, il major britannico al Royal Troon, in Scozia. Una lunga gavetta fra competizioni minori, un ruolo da caddie dell’amica e collega Anne Van Dam e continui guai fisici. In particolare, i molteplici sintomi dovuti a quella che si è scoperta poi essere la malattia di Lyme, un’infezione trasmessa dalle zecche che l’aveva portata a perdere quasi 12kg. Fra visite mediche e diagnosi erronee, il tempo perso e l’impossibilità di seguire con costanza il Tour europeo le ha compromesso gran parte dei primi anni da agonista. Ora, la ragazza venuta dal nulla ha dichiarando di sentirsi un’ispirazione per tante altre ragazze ancora convinte che certi traguardi dal nulla non si possano raggiungere.

Collin Morikawa: è nata una nuova stella

Questo 2020 ci ha regalato la nascita di una nuova stella, Collin Morikawa.
Classe 1997, nato a Los Angeles e diplomato alla University of California a Berkley, dove si è messo in luce golfisticamente con diversi titoli, è passato professionista lo scorso anno al RBC Canadian Open, torneo chiuso con un brillante 14° posto.
Da allora la sua strada è stata una continua conferma: in pochi tornei si è assicurato la carta 2020 per il maggiore circuito americano, centrando il primo successo a luglio nel Barracuda Championship. Lo stop per la pandemia a marzo non ha fermato la sua ascesa: ha perso il Charles Schwab Challenge, l’evento della riapertura del PGA Tour a giugno, solo al playoff contro Daniel Berger, ma si è imposto in modo autorevole nel Workday Charity Open a Muirfield a metà luglio. Chiunque si sarebbe dato per più che soddisfatto, e invece quel trionfo è stato solo il trampolino di lancio verso il primo major, giunto meritatamente ad agosto nel PGA Championship.

Charlie Woods: ragazzino prodigio

Questo ragazzino di 11 anni nemmeno due settimane fa ha rubato la scena a 20 campioni che hanno segnato la storia del golf. E tra di essi c’era anche suo papà, Tiger Woods.
Parliamo ovviamente di Charlie Woods, il baby tigrotto che ha letteralmente mandato in visibilio la stampa internazionale e in tilt i social network. Una versione in miniatura di Tiger, una concentrazione, una determinazione e un talento che difficilmente passeranno inosservati. Tutto questo condensati in un ragazzino smilzo che tira il drive a 220 metri e approccia e putta da vero campione e giocatore navigato del Tour.