Notizia a dir poco inquietante dagli Stati Uniti dove il PGA Tour ha annunciato lo stop ai test anti Covid a partire da fine luglio. Sappiamo che la gestione della pandemia sul tour statunitense è risultata inizialmente molto efficace. Pochi i casi riscontrati tra i giocatori grazie alla bolla e ai test su staff e addetti ai lavori.

Negli ultimi mesi, seguendo l’allentamento della stretta da parte dell’Amministrazione Governativa, anche il PGA Tour ha permesso maggiori libertà. I giocatori erano liberi di pranzare insieme così come muoversi liberamente dentro e fuori dal circolo che ospitava il torneo. Con esso è ripreso il pieno accesso del pubblico ai tornei.

Ora l’ulteriore salto in avanti:  dal 3M Open 22-25 luglio nel Minnesota, verranno interrotti i test anti-Covid. Questo grazie “all’alto tasso di vaccinazione tra tutti i componenti del circuito e alla situazione, in netto miglioramento, in materia di emergenza sanitaria in tutto il Paese” fanno sapere dal PGA Tour.

Per contro in Europa la R&A ha annunciato che alzerà al massimo il livello di guardia in vista del The Open (15-18 luglio in Inghilterra) a causa della variante Delta. European Tour non ha mai abbassato la guardia con la prevenzione.

I giocatori rientrati in Europa dallo U.S. Open, ad esempio, hanno raggiunto Monaco di Baviera per il BMW Championship con auto proprie e atteso il responso dei test prima di poter accedere al circolo.

Il PGA Tour continuerà però a monitorare attentamente tutti gli addetti ai lavori con controlli e test previsti solo per i sintomatici, speriamo che basti.