Record di ascolti e seguito di pubblico da casa per questa Ryder targata Italia. Ora si deve pensare a come sfruttare questo successo con obiettivi a medio e lungo termine legati al turismo e alla crescita dei tesserati


Quello al quale abbiamo assistito al Marco Simone è andato oltre ogni nostra immaginazione.

E non mi riferisco solo alla vittoria del team europeo ma ai numeri spaventosi registrati in termini di ascolti e audience.

E considerando che non c’erano italiani in campo il risultato è ancora più incredibile. Noi di Sky Sport abbiamo avuto quasi 580mila contatti nelle tre giornate di gara, molto più delle edizioni di Medinah e di Parigi, nonostante nel 2018 ci fosse Francesco Molinari e ci ricordiamo tutti cos’ha fatto. Il merito di questo successo è anche dovuto alla promozione e al grande sforzo editoriale fatto sul campo. A differenza della precedente edizione europea a Le National, la nostra presenza a Roma è partita già dalla giornata di martedì con interviste e approfondimenti. 

Televisivamente parlando è stato un lavoro sicuramente faticoso perché si entrava dai cancelli alle 5:30 e si terminava alle 8 di sera ma è stata una settimana divertente e facile da raccontare.
In fondo, avevamo 24 fenomeni in campo, il gioco era veloce e momenti morti non ne esistevano. Ecco un altro motivo che ha portato a questi ascolti altissimi. 

Pare sia stato tutto perfetto dal punto di vista organizzativo ma una cosa la voglio dire, il board della Ryder ha fatto una flappa tremenda in occasione della cerimonia di apertura non invitando Costantino Rocca in prima fila poi però ha usato le sue immagini di repertorio nella clip di presentazione.

Costantino c’è rimasto male e mi dispiace perché in Italia non si può mettere nell’angolo un nome come il suo.

Nel complesso, sono stati tanti i momenti speciali e uno di questi è stato lo striscione dedicato a Seve Ballesteros

Nessuno sapeva nulla, ho percepito qualcosa sabato mattina quando ho visto il figlio accanto a Olazábal e quando hanno srotolato lo striscione e il pubblico ha cantato e urlato il suo nome, la lacrima è scesa. E ancora l’emozione della tribuna sul tee della 1 e la 16, una buca a rischio ricompensa che, infatti, ha finito per essere quella decisiva con il tee shot in green di Tommy Fleetwood.

Al di là del risultato incredibile raggiunto dal Team Europe è stato evidente come in campo il divario tra le due compagini fosse netto

La differenza la spiega benissimo Sandro Gamba, ex cestista e allenatore di pallacanestro: “I campioni perdono da una squadra di campioni”. Da una parte, infatti, c’erano 12 fuoriclasse eccezionali con le loro individualità, dall’altra un gruppo di 12 campioni uniti verso un’unica direzione. La squadra la vedi nei foursome mentre il World Ranking nelle 4 palle e nei singoli di domenica ma in quel momento il divario di punti era talmente netto che la rimonta era difficile da realizzare. 

E riprendendo il discorso dei numeri un altro dato incredibile ci arriva direttamente dalla città di Roma con 70mila camere d’albergo occupate dal pubblico proveniente da tutto il mondo, soprattutto quello americano.

L’indotto turistico è stato spaventoso ed è proprio qui che dovremmo schiacciare sull’acceleratore e renderci conto che se si riuscisse a creare un movimento turistico funzionante legato al golf, l’Italia vincerebbe 10 a 0 sugli altri Paesi

Sicuramente è un’operazione faticosa e non facile, bisogna andare nei singoli comuni fare il giro porta a porta entrando nel tessuto sociale e politico. Personalmente non ho il materiale per affrontare questo discorso ma sicuramente bisogna mettere in piedi un gruppo di lavoro solido e con voglia di fare. Bisogna creare un progetto a medio e lungo termine anche per la crescita dei tesserati e il punto di partenza è cambiare la mentalità del gioco e velocizzare la giornata in campo. Basta gare 18 buche e stare sul percorso sette ore. Nei circoli ormai ci sono solo ragazzini o anziani, la fascia 30-55 anni sta piano piano scomparendo ed è proprio quella da andare a prendere perché con più potere spendente. Se si analizza il problema si capisce che la domanda da risolvere non è il costo del golf ma il tempo che una persona impiega per dedicarsi alla propria passione. 

Questo è il vero handicap nel nostro sport.

silvio.graps@gmail.com