Sono ormai passati cinque mesi da quel drammatico giorno in cui il giocatore di golf più forte di tutti i tempi ha rischiato seriamente di lasciarci orfani delle sue gesta e del suo carisma.

Quello che Tiger Woods ha fatto per il nostro sport è qualcosa di unico e irripetibile.

Il suo modo di giocare, di affrontare le situazione fuori e dentro il campo, le mille difficoltà di poter vivere una vita normale, lo hanno reso celebre anche agli occhi di chi non sa nulla di golf.
La sua scia ha portato a stravolgere non solo tornei, eventi e l’impatto sui media. Ma ha permesso agli altri giocatori di poter fare “cassa” sia con i propri sponsor che con i montepremi milionari dei tornei del PGA Tour e di riflesso (anche se in maniera inferiore) dell’European Tour.

La pandemia che ha bloccato il mondo, provocando oltre 4 milioni di morti e lo stop momentaneo delle attività sportive, sommata allo spaventoso incidente in California che ha coinvolto il 15 volte campione major, hanno fatto barcollare tutti noi appassionati, cacciandoci in un tunnel fatto di poche certezze.

La domanda che tutti continuiamo a porci e se rivedremo prima o poi Tiger swingare sul tee della buca 1 di un qualsiasi torneo.

Nel frattempo, proprio quando non arrivano aggiornamenti sul suo stato di salute ed eventuali previsioni, esce un documentario sulla sua vita. Come per dire:”Vi raccontiamo la verità e i retroscena dalla nascita ai giorni d’oggi del giocatore più talentuoso e controverso che il mondo abbia mai conosciuto.

Verrebbe da dire che non c’è mai pace per il fenomeno statunitense, neanche nel periodo forse più nero della sua vita, dove viene fortemente messa in discussione la sua carriera sul green.

Da quando è uscito alla ribalta abbiamo capito che esistono tre vite di Tiger: il giocatore, l’uomo azienda e la persona.

Indiscutibile e straripante la prima, nonostante il valzer dei coach che lo hanno accompagnato nel suo percorso, con 82 tornei vinti in carriera.

Impressionante la seconda, grazie agli innumerevoli brand, che a lotte di milioni di dollari si sono succedute per fornirgli l’attrezzatura, vestirlo, fargli mettere un orologio, farlo viaggiare, mostrare quale carta di credito fosse la sua preferita, e, ovviamente, sponsorizzare un’azienda automotive.

La terza vita di Woods non è stata solo quella del rapporto intenso con i propri genitori, né tantomeno l’apparente normalità di una relazione sana e pulita con una bella bionda svedese, Elin Nordegren, conosciuta  grazie al collega Parnevik.

Il fulmine a ciel sereno che ha destabilizzato non solo il mondo del golf ma quello dello sport in generale è arrivato dopo le confessioni shock di alcune escort che hanno dichiarato di aver avuto relazioni sessuali con lui.

La prima parte del documentario racconta da quanto Tiger imbucava i primi putt a due anni agli allenamenti disturbati volontariamente dal padre alle rivelazioni dell’ex fidanzata, lasciata dopo tre anni di relazione senza un motivo apparente e attraverso una lettera firmata dal fenomeno ma probabilmente scritta dalla madre Tilda. La vita di un ragazzo di 14 anni manipolata, condizionata, gestita da due genitori che avevano capito il diamante grezzo che avevo in casa e l’enorme business che ne poteva scaturire. Per tutto questo c’era però un prezzo da pagare, quello di sottrarre un adolescente alla sua normale evoluzione, facendolo diventare un cyborg, impassibile alle emozioni che la vita ci riserva.

L’episodio finisce con i racconti intrecciati del suo ex caddie Steve Williams, del suo primo maestro e ovviamente di Tiger, dove colpiscono il suo rapporto conflittuale con il padre (mesi di silenzi) e soprattutto l’ammissione del primo coach, il quale ha raccontato che durante le lezioni sia lui che il padre si intrattenevano in un caravan con giovani donne, tutto questo all’insaputa (o meno) del giovane talento americano.

Come ogni serie americana che si rispetti, la prima puntata del documentario termina con una delle escort dello scandalo che si siede per essere intervistata, e con fare arrogante chiede:”Da dove vogliamo cominciare?”.

clubmanager@terredeiconsoli.it