Il prossimo 3 aprile, le più forti 72 giocatrici dilettanti del mondo si ritroveranno in Georgia per disputare l’evento più prestigioso del golf femminile: l’Augusta National Women’s Amateur, il cosiddetto ‘Masters in rosa’.

In campo anche Francesca Fiorellini, artefice l’anno scorso di una stagione memorabile.

Sono pochi i golfisti nella storia che sono riusciti a giocare il leggendario percorso dell’Augusta National.

Questo privilegio è appartenuto per anni esclusivamente ai più forti giocatori del mondo che ogni anno si ritrovano qui, nel Tempio nel golf, con un unico obiettivo: conquistare la Giacca Verde.

Ora, dal 3 al 6 aprile, per la quinta volta nella storia, i cancelli si apriranno alle più forti dilettanti in circolazione.

Il Masters al femminile

Parliamo dell’Augusta National Women’s Amateur (ANWA), l’evento in calendario più atteso della stagione.

Quest’anno il tricolore sventolerà, orgoglioso, anche per l’azzurra Francesca Fiorellini, uno dei pilastri della Nazionale Italiana Femminile.

L’invito è arrivato dopo un 2023 passato sempre sulla cresta dell’onda, con le vittorie nel Campionato Internazionale d’Italia e nel Campionato Nazionale Femminile, e dopo aver rappresentato il nostro Paese nella PING Junior Solheim Cup, in Spagna, nella Junior Ryder Cup in Italia e nel Women’s World Amateur Team Championship, ad Abu Dhabi.

Non solo, nel 2022 la Fiorellini ha vinto quattro eventi del World Amateur Golf Ranking, tra cui il Portuguese International Amateur e l’Annika Invitational Europe. 

La 18enne romana sarà la nona italiana a partecipare al prestigioso torneo dopo le ottime prestazioni di Benedetta Moresco, quarta nel 2022, Caterina Don, 12esima nel 2019 e 25esima nel 2021, ed Emilie Alba Paltrinieri, 27esima nel 2021.

Non ci sono dubbi che la Fiorellini cercherà di diventare la quarta azzurra a raggiungere l’importante traguardo di solcare i fairway di Augusta domenica 6 aprile, dopo aver superato il taglio al Champions Retreat Golf Club, il percorso adiacente disegnato dalle leggende Jack Nicklaus, Arnold Palmer e Gary Player.  

Il Masters in rosa

Il Masters in rosa ha rappresentato una vera svolta per il golf dilettantistico femminile a livello mondiale.

E non ci riferiamo solo agli importanti premi in palio per la vincitrice, come l’invito ai successivi cinque Augusta National Women’s Amateur, oltre ai tornei nel calendario LPGA Tour quali lo U.S. Women’s Open, il Women’s Open, l’Evian Championship e il Chevron Championship. 

Parliamo soprattutto di un cambiamento epocale, che ha coinvolto uno dei circoli più emblematici ed esclusivi al mondo.

Infatti, quando l’Augusta National aprì formalmente le sue porte nel 1933, era un club per soli uomini (bianchi aggiungeremmo) e rimase tale fino al 2012, quando l’ex segretario di Stato americano, Condoleezza Rice divenne la prima socia del circolo. 

L’annuncio nel 2018 di Fred Riley, presidente dell’Augusta National Golf Club, sulla nascita di questo evento ha rappresentato un’ulteriore rottura con la roccaforte del maschilismo a stelle e strisce.

Prima di allora non esisteva infatti nessun torneo che permettesse alle donne, professioniste o dilettanti, di giocare sul percorso georgiano.

Tutta un’altra storia è il discorso per gli uomini che, al contrario, hanno più volte avuto la possibilità di calcare i fairway di Augusta dopo le vittorie in tornei come lo U.S. Amateur, il Mid-Amateur, il Latin American Amateur e l’Asia-Pacific Amateur, staccando un biglietto per giocare il Masters.

Un trampolino di lancio

Al di là di tutto questo, l’ANWA rappresenta a tutti gli effetti il traguardo di un percorso dilettantistico di successo che apre la strada alla carriera professionistica.

È il caso di giocatrici come Jennifer Kupcho e Maria Fassi, rispettivamente prima e seconda nell’edizione inaugurale del 2019, che hanno debuttato come professioniste allo U.S. Women’s Open subito dopo gli ottimi risultati ottenuti.

Da quel momento in poi, la Kupcho ha ottenuto tre titoli sul LPGA, tra cui un major.

Non dimentichiamo la campionessa in carica Rose Zhang, che è diventata professionista subito dopo aver trionfato nella quarta edizione del Masters in rosa e ha vinto il suo primo torneo da proette al Mizuho Americas Open.

Da allora, la giovane americana ha firmato contratti di sponsorizzazione con Adidas, Callaway, Delta Air Lines, Topgolf, Beats by Dre e AT&T. Sono numerose le aziende che negli ultimi anni hanno infatti messo gli occhi sulle giovani dilettanti.

Ne è un esempio Anna Davis, che dopo aver vinto l’ANWA nel 2022 è diventata ambasciatrice Titleist, oltre ad altre protagoniste, come le statunitensi Rachel Heck, Jensen Castle e Amary Avery, che hanno firmato recentemente contratti NIL con importanti marchi.

NIL, acronimo di Name, Image and Likeness (nome, immagine e somiglianza), rappresenta i tre elementi che costituiscono il “diritto di pubblicità” e che permettono agli studenti-atleti universitari di guadagnare dal loro marchio personale.

Lo sviluppo del golf femminile

Un mondo sportivo e, nello specifico, golfistico, sempre più rivolto alle donne quello che stiamo vivendo negli ultimi anni.

Dopo la pandemia il numero di golfisti è aumentato in tutto il mondo. 

Negli Stati Uniti, il più grande mercato, il numero di giocatori è passato da 24,3 milioni nel 2019 a 25,6 milioni nel 2022.

Secondo la National Golf Foundation il maggior incremento è stato registrato tra le donne, con un aumento del 15% a riprova di quanto l’LPGA Tour, la R&A e altre organizzazioni internazionali stiano lavorando per rendere il golf sempre più inclusivo e accessibile.

La strada da percorrere è ancora lunga ma dare la possibilità a queste giovani promesse del nostro sport di giocare eventi di questo tipo sembra già essere un ottimo inizio.