Dopo aver concluso non al meglio la stagione sul DP World Tour, sono pronto per questo periodo di reset e di allenamento intenso.

Come da tre anni a questa parte, quando arriva questo periodo dell’anno, che coincide con la fine della stagione e la preparazione delle gare che anticipano quella successiva, mi trasferisco a Dubai.

La mia preparazione a Dubai

Mi alleno di base all’Emirates, ma a volte vado anche al Trump, soprattutto all’inizio del nuovo anno visto che, essendo la casa di TaylorMade a Dubai, in quel periodo faccio tutti i fitting con i nuovi prodotti.

Com me c’è anche la mia ragazza, Marta, con cui viviamo insieme da ormai tre anni, e che rappresenta un punto fermo e un conforto in campo e soprattutto fuori, quando le cose non vanno proprio come te le immagini.

Lei mi supporta e sopporta e ha sempre una buona parola che mi permette di distrarmi e di ritornare sereno e concentrato su quello che devo fare, senza stare troppo a pensare, come farei nel caso fossi da solo.

Un periodo di reser per ripartire

Nelle prossime settimane quindi farò tappa fissa a Dubai per poi rientrare a casa per le Feste e le vacanze di Natale, e ritornare negli Emirati per i primi grandi tornei della prossima stagione a gennaio e febbraio.

Avevo proprio bisogno di un periodo di stacco che mi permettesse di capire cosa non ha funzionato nel mio gioco durante tutto quest’anno, tenendo ciò che di buono invece è stato fatto.

Per farlo e per ritornare subito in forma nei primi appuntamenti della stagione 23/24, l’Alfred Dunhill Championship in Sudafrica la prima settimana di dicembre e l’AfrAsia Bank Mauritius Open quella successiva, sono ripartito dai fondamentali, quindi con un gran lavoro in campo pratica supportato da allenamenti mirati e specifici in palestra.

Obiettivo: ritrovare il mio gioco

Il mio obiettivo principale è tornare nuovamente a fidarmi del mio corpo, visto che se riesco a muovermi correttamente, come so fare, di conseguenza il bastone seguirà il movimento e non viceversa, come mi sono trovato a fare negli ultimi mesi.

Questo processo dovrà avvenire nel modo più semplice possibile, con l’unico scopo di ritrovare il mio gioco naturale e uno swing più solido.

È ancora troppo presto quindi per pensare e fissare degli obiettivi a lungo termine per questa stagione.

Quello che voglio ottenere in questo periodo è riuscire ad allenarmi nel modo migliore possibile, per ritrovare quelle buone sensazioni e il mio istinto killer che mi possa permettere di tornare a essere nuovamente competitivo, senza più troppi alti bassi in gara che hanno condizionato gran parte delle recenti prestazioni.

Che spettacolo l’Italia con 9 giocatori sul DP World Tour

Sono molto carico e non vedo l’ora di tornare nuovamente in campo e dimostrare tutto il mio valore.

Già dalle prossime gare e per tutto il 2024 sarò oltretutto anche in ottima compagnia, grazie all’impresa di sei amici e colleghi italiani fortissimi, che si sono aggiudicati la possibilità di giocare sul DP World Tour 2024 grazie a una stagione straordinaria.

A Scalise, Manassero, Pavan e Laporta si è aggiunta l’incredibile impresa di Celli e Paratore alle Finals della Qualyfing School. Tutti se lo meritano davvero tanto e sono molto contento per loro e per l’intero movimento golfistico italiano.

Conosco tutti molto bene e sono dei ragazzi fantastici. È un vero piacere rivedere Matteo nuovamente sul Tour maggiore dopo tantissimo tempo.

Siamo tutti amici

Andrea è un vero gladiatore, che non molla mai, nonostante tutto quello ha passato soprattutto a livello fisico. ‘Scalo’ è un lavoratore instancabile, molto serio e concentrato, veramente una bella persona che si merita questa carta piena dopo gli anni passati sul Challenge.

‘Lapo’ l’ho incontrato a luglio durante un torneo del DP World Tour in Danimarca grazie a un invito da parte dell’organizzazione e non stava passando un buon periodo. Dopo quel torneo ha poi deciso di tornare in pianta stabile sul Challenge, dove ha compiuto una cavalcata veramente incredibile per rientrare nei primi 15 al termine della stagione.

E che dire di Renato e Filippo. Paratore lo conosco molto bene per i suoi anni sul Tour. Lui è letteralmente innamorato del golf, non sa vivere senza giocare. Per lui una settimana di off senza i bastoni non esiste.

Celli invece ha compiuto un mezzo miracolo: dopo le ultime stagioni memorabili da dilettante e le buone prestazioni sul Challenge ha regalato all’Italia un record storico.

È un gran bel segnale nell’anno della Ryder e in previsione delle prossime Olimpiadi di Parigi che l’Italia abbia raggiunto questo risultato, con ben nove giocatori sul massimo circuito europeo.

Sono certo che ci attende un grande 2024!