Sicuramente la notizia del mese è stata la vittoria di Guido Migliozzi a Parigi. Sono contentissimo per lui e penso che questo successo possa essere interpretato come un bel segnale per la Ryder Cup. Ci sono tanti giovani europei emergenti che hanno vinto, come Rasmus Højgaard e Robert MacIntyre, e poi Shane Lowry, che è già un giocatore affermato. Sia quelli più forti che le nuove leve si stanno comportando ottimamente. Bene per l’Europa ma anche per l’Italia: avere Guido e Chicco sarebbe un sogno.

Vincitore e sconfitto

Chiacchierando su Parigi alcuni mi hanno fatto notare, in chiave Ryder, che per un giocatore che ha vinto ce n’è un altro ha perso. La risposta è insita nel campo che si presta a questo tipo di avvenimenti. Nel secondo giro chiacchieravo con il caddie e dissi a Rasmus Højgaard: “Se c’è un campo dove non vuoi avere un vantaggio simile è Parigi perché può capitare il dramma in qualsiasi momento”.
Un giocatore più esperto probabilmente avrebbe prestato maggior attenzione, la 2 con quella bandiera era insidiosa. Poi da fuori è sempre più facile. Forse è stato l’unico grande errore fatto da Rasmus. Per quanto riguarda Guido, può essere sembrato un azzardo ai limiti del sensato giocare quel colpo all’ultima buca rischiando di buttare al vento il playoff. Migliozzi è un giocatore che può passare periodi senza fare grandi cose ma in contention ci crede più degli altri e tira fuori il meglio di sé. Questa è una grande qualità e speriamo non cambi. Per vincere i grandi tornei devi tirar fuori i grandi colpi nei momenti che contano.

L’Open de France è coinciso anche con il mio taglio mancato. Purtroppo ho puttato malissimo. Il gioco è buono ma il secondo giorno ho fatto dei disastri sui green. Lo archivio come inciampo, sono convinto farò ottimi risultati da qui a fine stagione. Ovviamente non posso non soffermarmi sul Marco Simone e l’Open d’Italia. Il campo è già cambiato abbastanza rispetto al 2021. Abbiamo cercato di renderlo più difficile dal tee ma abbiamo fatto solo il 30/40% dell’opera. Per il prossimo anno avremo un nuovo tee, un fairway bunker e landing aree più strette per renderlo un test più impegnativo dal tee. Le modifiche si vedranno già all’Open d’Italia a maggio poiché il percorso sarà analogo alla versione Ryder. Credo che ci saranno giocatori che verranno a provarlo. Rory sicuramente no perché nel clou della stagione PGA Tour. Magari il field non sarà stellare come quest’anno ma ci saranno sicuramente ottimi giocatori.

Dulcis in fundo tema LIV

Perché il DP World Tour non sta prendendo una posizione analoga a quella del PGA? Il problema è stata l’ingiunzione di luglio con la quale è stato imposto di accettare le iscrizioni dei giocatori del LIV allo Scottish Open. Ora non possono fare nulla sino alla sentenza del processo di febbraio. Poi penso che, se l’esito sarà positivo, si prenderà una strada che è già segnata, ovvero quella di seguire il PGA Tour. Per i punti del World Ranking al LIV le chance sono limitate. I giocatori hanno fatto una richiesta ridicola perché avrebbero voluto l’accredito retroattivo dei punti. Il problema è che i tornei della Superlega araba non rispettano i criteri per taglio e numero di partecipanti, inoltre storicamente il processo per il riconoscimento dei punti impiega dai 12 ai 18 mesi. A mio avviso prima della fine del 2023, salvo sorprese clamorose, non avranno punti. Quando hanno discusso l’ingiunzione negli Stati Uniti i giocatori sapevano a cosa andavano incontro e sono stati offerti molti soldi proprio per questo motivo. Il clima tra giocatori è pressoché normale, ci si saluta ma certamente non ci si mette più a parlare di golf.

Concludo riallacciandomi al tema di questo numero, il turismo. Viaggiando molto noto che stiamo tornando alla normalità anzi, per alcuni aspetti ci sono cose che funzionano meglio di prima del Covid. Forse c’è ancora poca scelta di voli e con prezzi un po’ più alti ma la situazione sta progressivamente migliorando e la voglia di tornare a visitare posti nuovi giocando a golf è tanta.